Luoghi Nardò 

Aspide, decade il vincolo archeologico, via libera del Tar al nuovo stabilimento balneare

I giudici hanno accolto il ricorso della società vincitrice del bando comunale nel 2018 che non è stata coinvolta nell'iter che ha portato al vincolo paesaggistico

L'autorizzazione a realizzare uno stabilimento balneare sulla Penisola Punta dell'Aspide tra Santa Caterina e Santa Maria al Bagno non decade per effetto del decreto del ministero per i Beni Culturali che ha dichiarato l'area di interesse culturale.

Lo ha deciso il Tar di Lecce che ha accolto il ricorso della società New Eden, vincitrice della gara indetta nel 2018 dal Comune di Nardò per l'assegnazione di un'area demaniale, rilevando dei difetti procedurali nell'iter che ha fatto decadere la concessione. Nell'area interessata, una lingua di terra in parte di proprietà privata, la Soprintendenza ipotizza, come indicato nella relazione archeologica allegata al decreto dell'ottobre 2019, l'esistenza di un antico insediamento dell'Età del Bronzo simile in parte a quello di Roca Vecchia. Il tutto sulla base di alcuni recenti ritrovamenti archeologici.

La società, da parte sua, lamenta nel ricorso di essere stata esclusa da qualsiasi partecipazione all'iter e il Tar le dà ragione, condannando Soprintendenza e Comune di Nardò:

«La società New Eden non era destinataria di alcuna comunicazione di avvio del procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale del bene [...] soltanto con la nota comunale prot. n. 52920 del 14 novembre 2019 difatti, come già scritto, in sede di comunicazione alla società dell’avvio del “procedimento amministrativo avente ad oggetto la revoca della richiesta di concessione demaniale marittima”, procedimento consequenziale alla dichiarazione dell’interesse culturale dell’area entro la quale ricade il lotto n. 29 aggiudicato alla predetta New Eden, quest’ultima veniva a conoscenza del procedimento ‘a monte’ avviato dalla Soprintendenza con la nota prot. n. 2599 del 6 febbraio 2019 e poi concluso con il decreto in data 7 giugno 2019, n. 155, della Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale della Puglia».

Per effetto della sentenza del Tar, quindi, sia il Decreto del Mibact che impone il vincolo sull'area che l'atto del Comune che annulla l'assegnazione dell'area demaniale, decadono lasciando via libera al progetto di realizzazione dello stabilimento balneare.


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