Politica Sanità Muro Leccese Aggressioni a Guardia medica e personale sanitario, le proposte della politica Sulla vicenda dell’aggressione a Muro Leccese intervengono Paolo Pellegrino e Luigi Manca. “Non possiamo restare sordi e indifferenti all’appello di Donato De Giorgi. Appello che ... 26/08/2019 a cura della redazione circa 3 minuti Sulla vicenda dell’aggressione a Muro Leccese intervengono Paolo Pellegrino e Luigi Manca. “Non possiamo restare sordi e indifferenti all’appello di Donato De Giorgi. Appello che sottoscrivo parola per parola. Quella che ogni giorno si consuma nei pronto soccorso e negli ospedali pugliesi, ma non solo, assomiglia sempre più a una emergenza sociale. Medici, infermieri e operatori aggrediti per la sola colpa di essere sì sul posto di lavoro ma di non essere tempestivi nei confronti di utenti che, in preda all’ira, all’alcol o alla tracotanza, accampano il diritto di precedenza nelle cure”. Lo dichiara il presidente de La Puglia con Emiliano e vice presidente della III Commissione Sanità, Paolo Pellegrino, raccogliendo la denuncia dell’Ordine dei Medici di Lecce sulle intollerabili aggressioni; l’ultima in ordine di tempo ai danni di una guardia medica di Muro Leccese. “Ormai – sottolinea Pellegrino – ho perso il conto degli attestati di solidarietà in favore del personale sanitario vittima di violenze. E alle parole occorre adesso dar seguito con atti concreti, tipo la convocazione di un tavolo in Prefettura su questa emergenza. Ma voglio anche ricordare che proprio io e il mio gruppo regionale, grazie a una felice intuizione del collega nonché medico Giuseppe Turco, abbiamo ottenuto l’approvazione dal Consiglio regionale a dicembre scorso della nostra legge che prevede di collocare la guardia medica in prossimità dei pronto soccorso con un duplice risultato: da un lato decongestionare l’afflusso degli utenti (i codici meno gravi verrebbero infatti subito dirottati alla guardia medica) riducendo gli accessi impropri e quindi i tempi di attesa; dall’altro mettere le guardie mediche in sicurezza in strutture più prossime ad altro personale per evitare i casi di aggressioni notturne, consumatesi spesso in sedi isolate e a danno del personale femminile”. “La buona volontà c’è tutta – conclude Pellegrino – ma adesso tutte le istituzioni inizino a dialogare insieme. Altrimenti resteremo sempre ai meri annunci, alle mere manifestazioni di solidarietà, che di certo non aiutano i medici e il personale sanitario e né tantomeno risolvono il problema” Sulla vicenda interviene il vicepresidente della Commissione Sanità e consigliere regionale di Direzione Italia, Luigi Manca: “Fare la guardia medica, specie se notturna, è diventato un lavoro rischioso. L’episodio di Muro leccese è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi che avvengono dappertutto, di qui la necessità che la soluzione sia non regionale, quanto nazionale. Bene la denuncia alle ASL, così come gli incontri in Prefettura, ma non basta, fa bene il presidente dell’Ordine dei Medici di Lecce, Donato De Giorgi, a chiedere che venga portato a compimento la proposta di legge per cui ogni aggressione ad un operatore sanitario in quanto pubblico ufficiale, sia perseguita con automatismo legislativo con incremento delle pene previste”. “Oggi non è così – prosegue -, solo 1 medico si 4 presenta denuncia per l’aggressione ricevuta, magari perché pensa di poter risolvere il problema o perché alla fine biasima chi lo aggredisce, considerandolo comunque un ammalato da curare. Forse sapere che aggredire un medico di guardia provoca una denuncia automatica potrebbe dissuadere qualcuno, così come sapere di finire in carcere e subire una condanna seria. Quindi la strada maestra è quella di tornare a sollecitare il Governo a trasmutare il disegno di legge n. 867 sulla violenza contro gli operatori sanitari in un decreto-legge, riconoscendo sempre agli operatori aggrediti la qualifica di pubblico ufficiale, affinché l'azione penale si avvii d'ufficio e non a seguito di denuncia di parte”. “Esiste – conclude - poi un problema di organizzazione delle guardie mediche che deve essere rivisto per far funzionare meglio il servizio. Ma per questo serve un maggiore confronto fra Ordine dei Medici, Asl, Regione Puglia, rappresentanti di categoria che io chiedo da tempo ormai”.
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