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Luciano Violante a Incontri d'Autore con "Giustizia e mito"

L’ex magistrato e già presidente della Camera chiude gli incontri della rassegna. Luciano Violante, ex magistrato e Presidente della Camera dei Deputati, chiude, mercoledì 17 lugl...

L’ex magistrato e già presidente della Camera chiude gli incontri della rassegna. Luciano Violante, ex magistrato e Presidente della Camera dei Deputati, chiude, mercoledì 17 luglio alle ore 21, in piazza Umberto I a Vignacastrisi, dialogando con Rosario Tornesello, la rassegna Incontri d’Autore, organizzata dal Comune di Ortelle e dal Comitato di Gestione della Biblioteca “Maria Paiano” con il coordinamento di Pasquale De Santis. “Giustizia e mito” è il frutto dell’incontro di due visioni offerte da due dei maggiori giuristi italiani, Violante e Marta Cartabia (Vice Presidente della Corte costituzionale), su alcune celebri opere di Sofocle, l’Antigone e l’Edipo Re. Entrambi offrono una rilettura dei due grandi classici sopracitati, con l’obiettivo di mostrarne l’attualità rispetto al mondo della contemporaneità, tanto nella dimensione politica quanto in quella giuridica. Nell’accettare l’invito a riflettere su tali dimensioni, i due autori ragionano sul loro sapere e ruolo, attraverso il ricorso alla lente del mondo della mitologia greca e della letteratura, senza però voler proporre nuove visioni e/o interpretazioni rispetto al campo della drammaturgia. Legge, morale, religione: il mito e noi Antigone, ovvero il conflitto tra coscienza individuale e ragion di stato, tra legge morale e legge positiva. Edipo, ovvero la tensione tra verità storica e oggettiva e verità soggettiva, tra domanda di giustizia e intransigenza nell’amministrarla, tra colpa, errore e responsabilità. Creonte, ovvero il contrasto tra la legge e la sua opposizione. Altrettanti dilemmi del diritto che riaffiorano continuamente nelle nostre società. Per quanto emancipata dal suo primitivo nucleo vendicativo, e oggi amministrata con molte garanzie, sancite soprattutto dalle costituzioni contemporanee, la giustizia infatti non risana mai del tutto i conti, né per le vittime né per i carnefici. Nelle loro sapienti reinterpretazioni, Cartabia e Violante mettono l’accento su aspetti diversi. La prima esalta il diritto ragionevole, la giustizia prudente, anche se imperfetta, il senso del limite, ragionevolezza e proporzionalità, il contraddittorio (Antigone: «non chiuderti nella convinzione incondivisa»; «concediti di cambiare idea»). Violante sottolinea che Creonte è il portatore del diritto nuovo, che fa funzionare la polis, mentre Antigone è testimone del passato, del diritto immutabile, e quindi contesta la legge degli uomini in nome del diritto degli dèi. Ma poi ricorda che vi sono valori morali superiori alla legge positiva e meccanismi moderni per regolare i conflitti (obiezione di coscienza, giustizia costituzionale, negoziazione e trattativa con i dissenzienti). Per un verso, i problemi di ieri sono problemi di oggi. Ad esempio, se non vi fosse un diritto più alto, Norimberga non sarebbe stata possibile (un aspetto dimenticato dai critici della globalizzazione). D’altra parte, se le leggi dello Stato non venissero rispettate, le società sarebbero un campo di conflitti.    

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