Scienza e tecnologia Università Lecce “Moss on Mars”: il progetto ESA che porta il muschio su Marte Un team di scienziati italiani studia i muschi come pilastro del supporto vitale nelle missioni spaziali future. 30/11/2024 circa 1 minuto Si chiama “Moss on Mars” il progetto innovativo finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) nell’ambito del programma Discovery (I-2024-02072). Il progetto, condotto congiuntamente dall’Università Federico II di Napoli, con le docenti Chiara Amitrano e Veronica De Micco, e dall’Università del Salento con il professore di Botanica e Bioproduzione Gian Pietro Di Sansebastiano, si propone di studiare il muschio come possibile base per il supporto vitale in ambienti extraterrestri, come la Stazione Spaziale Internazionale o future basi su Marte.Una collaborazione innovativa tra due eccellenze italianeL’idea alla base del progetto è nata da un’intuizione del professor Di Sansebastiano, che ha collegato due filoni di ricerca: lo studio dei muschi per il fitorisanamento dell’acqua contaminata da metalli pesanti e il loro potenziale utilizzo nello spazio. “Anche in condizioni estremamente innaturali dobbiamo farci suggerire dalla natura le soluzioni migliori ai problemi da risolvere,” ha commentato il docente.Le specie di muschi selezionate per lo studio – Taxiphyllum barbieri, Vesicularia montagnei e Leptodictyum riparium – hanno dimostrato un’elevata adattabilità, fondamentale per sopravvivere alle radiazioni e agli ambienti estremi del Pianeta Rosso. Questi muschi, comunemente utilizzati per decorare acquari, sono multifunzionali: purificano l’acqua, producono ossigeno tramite fotosintesi e permettono di creare matrici organiche per la coltivazione di altre piante.Una visione per il futuro dell’esplorazione spazialeGrazie alle loro proprietà, i muschi potrebbero diventare parte integrante dei sistemi di supporto vitale in missioni spaziali a lungo termine. Oltre alla purificazione dell’acqua e alla produzione di ossigeno, i polimeri organici prodotti dai muschi potrebbero essere combinati con materiali extraterrestri, come la sabbia marziana, per creare un terreno fertile per la coltivazione.“I muschi sono organismi pionieri estremamente adattabili,” ha sottolineato Di Sansebastiano, evidenziando come non presentino i problemi gestionali tipici di alghe e microalghe. Questo li rende ideali per sviluppare un sistema di supporto vitale efficiente, anche in condizioni extraterrestri.Un passo verso la colonizzazione del Pianeta RossoIl progetto “Moss on Mars” rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra università italiane e l’ESA, unendo conoscenze di botanica extraterrestre e bioproduzione per affrontare una delle sfide più complesse dell’esplorazione spaziale: garantire la sopravvivenza dell’uomo in ambienti estremi.
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