Economia e lavoro Lecce 

Oltre 700 aziende salentine chiedono al Prefetto la deroga per riaprire. Allarme della Uil: «Occhio ai furbi»

Il sindacato mette in guardia le istituzioni su una corsa alla riapertura che potrebbe creare gravi danni

In provincia di Lecce le aziende che hanno già richiesto alla Prefettura di riaprire in deroga alle disposizioni del Dpcm ‘Chiudi Italia’ sono già 700. I dati provengono da uno studio effettuato dalla Uil nazionale: in Puglia le richieste avanzate sono più di 5.300, il numero in assoluto più alto tra le regioni del Sud Italia.  Per le domande basta una autocertificazione in cui le imprese dichiarano di svolgere attività legate alle filiere essenziali e dunque autorizzate ad operare. L’elenco di queste ultime è riportato dal Dpcm del 22 marzo e nel decreto del Mise del 25 marzo con i codici Ateco, sequenze di numeri che indicano le diverse attività produttive. Per la richiesta delle deroghe vale la regola del silenzio-assenso: se le Prefetture non risponde l’attività si può fare. 

«Non mettiamo in dubbio che tra queste realtà ci siano davvero imprese la cui produzione sia borderline, ma l’impressione è che si celino molti furbetti dell’Ateco, che non appartengono alle filiere così dette essenziali o che hanno chiesto sul filo di lana alle Camere di Commercio di cambiare il codice in vista dello stop imposto dal decreto – commenta critico Franco Busto, segretario generale della Uil di Puglia - con le autorità sanitarie che invitano alla cautela e al massimo rispetto delle misure di sicurezza e del distanziamento sociale, la corsa a scavalcare il decreto ci pare inopportuna e potenzialmente dannosa non solo per la salute di cittadini e lavoratori, ma anche per il tessuto produttivo locale, che nel caso di una impennata dei contagi rischia un allungamento del lock down, con conseguenze disastrose dal punto di vista economico e sociale, oltre che sanitario». 

«Grazie all’impegno dei nostri rappresentanti sindacali aziendali e di categoria, che non mi stancherò mai di ringraziare, stiamo indirizzando tutte le informazioni ai Prefetti affinché la valutazione sulle autocertificazioni presentate in Prefettura abbia tutti gli elementi utili per risultare quanto più oggettiva possibile. Inoltre, stiamo monitorando le singole situazioni per assicurarci che tutte le misure di sicurezza contenute nell’accordo nazionale tra Governo e organizzazioni sindacali siano effettivamente rispettate nelle aziende del territorio».

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