Cronaca Gallipoli Militare salentino morì a causa dei vaccini, la Cassazione conferma la sentenza della Corte d'Appello Il giovane militare fu stroncato da una leucemia a vent'anni: durante il servizio militare in ferma breve gli furono somministrati undici vaccini in nove mesi 29/11/2020 Maria Grazia Maci circa 1 minuto Morì di leucemia fulminante a soli 20 anni a causa di una serie di vaccini – undici in appena nove mesi – somministrati mentre era volontario in ferma breve. Sulla triste vicenda del militare di Gallipoli morto nel 2001 si era già pronunciata la Corte d'Appello di Lecce nel 2014 condannando il ministero della Salute a risarcire i familiari e qualche giorno fa è arrivata la conferma della Corte di Cassazione. Il ministero della Salute si era opposto a quella sentenza escludendo il nesso eziologico tra l'insorgenza improvvisa della malattia letale e le vaccinazioni somministrate al giovane nei mesi precedenti ma il ricorso è stato repinto: la «Corte territoriale - si legge nella sentenza n.26842 pubblicata lo scorso 25 novembre -demandando l'indagine sul nesso causale all'ausiliare officiato in giudizio, ha ritenuto suffragata l'eziologia della malattia non dalla sola possibilità, come concluso dall'ausiliare, ma dall'alta probabilità statistica che il considerevole numero di vaccinazioni somministrato in brevissima sequenza temporale avesse causato o comunque favorito la malattia acuta letale, valorizzando un quadro, fortemente indiziario, con argomentazioni insindacabili in questa sede di legittimità». Di fatto, quindi, restano valide per la Cassazione le valututazioni tecniche fatte a suo tempo per individuare il nesso di causa effetto tra i vaccini e la malattia. «La Corte territoriale- continua ancora la sentenza- accertato il nesso eziologico tra la patologia letale manifestatasi nel sistema emolinfatico del giovane [...]e le undici vaccinazioni somministrategli quale volontario di ferma breve, nel periodo dal 3 luglio 2000 al 7 marzo 2001, ha valorizzato, come presupposto costitutivo, la residenza del giovane militare presso l'abitazione dei genitori e ne ha desunto la convivenza con i genitori». Alla madre e al padre del militare, difesi dall'avvocato Francesco Terruli di Martina Franca – spetta dunque un indennizzo la cui quantificazione deve essere definita dalla Corte d'Appello di Lecce alla quale la Cassazione ha rinviato il giudizio in accoglimento della richiesta del ministero della Salute. «Non si tratta di contrarietà ai vaccini tout-court – ha dichiarato Terruli a Noi Notizie - ma di necessità di valutare preventivamente, caso per caso, la possibilità di effettuazione dei vaccini».
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