Politica Galatina 

Amministrative Galatina: nel Pd è l'ora dei veleni. Antonica accusa Metallo: «Festeggia con la Lega»

Bagarre a distanza tra il consigliere regionale Donato Metallo e Sandra Antonica che lo accusa di aver sostenuto un candidato appoggiato dal centrodestra

A elezioni concluse è tempo di veleni nel Pd dopo la vittoria di Fabio Vergine alle amministrative di Galatina. Il neo sindaco è stato eletto grazie ad una coalizione variegata che mette insieme movimenti civici e correnti politiche: la rappresentazione “plastica” di queste alleanze “allargate” si è avuta nel momento di festeggiamenti al ballottaggio quando accanto a Vergine per esultare sono comparsi esponenti della Lega, tra cui Roberto Marti, Pippi Mellone, sindaco di Nardò, esponenti del Movimento Regione Salento e il consigliere regionale Pd Donato Metallo. Proprio la presenza di quest'ultimo ha scatenato le critiche di una parte del centrosinistra cittadino e non solo. A Galatina, infatti, il Pd aveva la sua candidata Sandra Antonica. Metallo ha voluto rispondere oggi alle critiche di queste ore con un post Facebook in cui spiega perché ha scelto di appoggiare Vergine: «Motivazioni forti, personali e politiche mi hanno spinto a non poter condividere la prima scelta fatta dal nostro Partito. Credetemi motivazioni che feriscono e incidono su valori per me ma penso per tutti ancora più importanti rispetto al Partito.

Ho spiegato queste ragioni, nel dettaglio alle maggiori cariche del Partito, e questi comprendendo la gravità hanno accettato la mia posizione chiedendomi di mantenere il profilo basso. Cosa che ho fatto.

Terminata la prima parte delle elezioni, si è andati al ballottaggio, e non entro nel merito del risultato elettorale che forse dava alla mia analisi ragione.

Nel ballottaggio, nessuna riunione è stata fatta, nessuna discussione, come in realtà già nella prima fase.

Quindi mi sono sentito libero di schierarmi pubblicamente con la persona che stimo.

Riguardo poi al fatto che quella persona fosse sostenuta anche da esponenti del centrodestra fa specie la polemica solo strumentale sollevata.

Stesso schema è stato replicato in tante altre realtà amministrative, in questa e nelle precedenti tornate, dove i Pontefici e tuttologi che ora si stanno scandalizzando, erano schierati con propri uomini o partiti fianco a fianco a quegli esponenti che ora invece mi rimproverano di avere accanto».

Più violenta e diretta la risposta di Sandra Antonica: Si intravede, anzi si VEDE, un irrefrenabile Consigliere regionale del PD, gioire della vittoria del candidato suo amico dice, abbracciare e dare il cinque a tutta lo stato genrale pugliese della lega presente a festeggiare il loro legittimo candidato

Cosa ancora più grave, già al primo turno, il consigliere in questione, è stato l'ideatore ed il fautore materiale di una lista civica a favore del candidato sindaco Vergine, mentre i militanti e compagni del PD di Galatina, con enormi sacrifici, presentavano la lista ufficiale del Partito Democratico, autorizzati dal Segretario Regionale, dal Segretario Provinciale e dal Commissario per il congresso Francesco Boccia.

Tutti e tre, tra l'altro, presenti in iniziative pubbliche a sostegno della lista del pd nella campagna elettorale appena trascorsa.

Tutto questo, probabilmente, è passato inosservato al giovane erede di Berliguer di casa nostra, forse troppo impegnato da un lato a massacrare pubblicamente il Presidente Emiliano sulla nomina Assessorile di Palese, dall'altro a tramare con i vertici della Lega per garantire la loro vittoria nella terza città del Salento, arrogandosi anche il diritto di giudicare legittima una scelta politica sulla base di ragioni strettamente personali.

Beh a questa narrazione mi viene spontaneo rispondere con una sonora pernacchia.

La stessa che ho fatto a coloro, amici miei fraterni, che più di un anno fà si sono recati a casa mia per chiedermi di sostenere la candidatura alle regionali di questo giovane ragazzo. Ho detto di no, adducendo motivazioni che a me parevano dirimenti nella scelta della rappresentanza politica e istituzionale di un partito come il nostro.

Ma l'ho fatto a casa mia, con persone care e fidate. Non mi sono mai permessa in nessuna assemblea pubblica e di partito di denigrare un candidato.

E posso perdere le elezioni, prendermi bastonate nei fianchi, cadere e rialzarmi mille volte altre. Ma sono e sarò sempre la Sandra, quella che quando il partito chiama, risponde. Altri invece, evidentemente, del partito ne fanno solo un trampolino di lancio. Poi non è cosi importante se lo si dileggia con atteggiamenti pubblici sconcertanti».

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