Enogastronomia 

“La buona tavola”: appuntamento con la cucina della Settimana Santa

Terzo appuntamento del progetto “La Buona Tavola”, dell’aps Tempo Presente

Dai vermicelli al vin cotto a quelli conditi con miele, mollica di pane fritta o tostata, mandorle e cannella; dalla pasta con la ricotta acida, permessa esclusivamente nella domenica di Quaresima, ai tredici piatti che componevano le Tavole di San Giuseppe, evidenziando la ricchezza di una cultura agricola e agroalimentare legata alla terra e alla stagionalità; dalla napoletana frittata “di scammaro” al trionfo di verdure di campagna all’agro o stufate, al calzone con gli “sponsali”, al baccalà del venerdì santo e agli spaghetti della vigilia: sebbene definita di magro, la cucina della quaresima è una sarabanda di sapori e creatività stratificate nel tempo.

Ed è dedicata proprio al “Mangiare di magro. La cucina della Settimana Santa”, la conversazione con Eugenio Imbriani, docente di antropologia culturale e storia delle tradizioni popolari nell’Università del Salento, giovedì 30 marzo, a Cavallino, Osteria del Pozzo Vecchio, start ore 19, terzo appuntamento del progetto “La Buona Tavola”, ideato e curato dall’aps TempoPresente.

“Il cibo che consumiamo e il modo in cui lo consumiamo ci raccontano, dicono qualcosa di quello che siamo nel tempo, di quelle mescolanze di cose che costituiscono la nostra particolarità”, dice Eugenio Imbriani. “Mangiare è un atto condizionato: dalle abitudini dei luoghi, dal calendario, dalle ore del giorno. Non mangiamo tutto ciò che è commestibile ma normalmente rispettiamo convenzioni e istruzioni che abbiamo appreso, o delle prescrizioni che, particolarmente se sono ispirate dal verbo religioso, diventano indiscutibili. Non assumiamo semplicemente il cibo, ma norme condivise che, peraltro, in tempi più o meno lunghi si modificano, come è normale per le pratiche culturali.

Allo stesso tempo, proprio come ci raccontano i sacrifici agli dei per accattivarsi il favore divino o le Tavole di San Giuseppe che ancora vengono allestite come dono e pratica cultuale, il legame tra religione e cibo, che segna tuttora l’intero periodo della Quaresima, è talmente forte tanto da incidere su comportamenti, gusti, proibizioni, pratiche di conservazione e di trasmissione della cucina di tradizione ma anche capacità di elaborare, e qui viene il bello, come racconterà Titti Pece, storia dell’arte e studiosa di cucine e gastronomie, sapori e ricette capaci di aggirare le proibizioni e i tabù per, appunto, “godere senza peccare”, in modo assolutamente segreto e misterioso. Che verrà svelato, forse senza scoprirne troppo il segreto, giovedì.
L’appuntamento è in collaborazione con la Libreria Palmieri di Lecce, che cura il corner libri.


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