Economia e lavoro 

Quale ruolo per la Cooperazione Sociale nel sistema del Welfare Locale leccese?

L’Amministrazione Comunale di Lecce ha effettuato una scelta rivolta a sostituire la cooperativa sociale “Solidarietà” con una Azienda Pubblica di Servizi alla Persona

Negli ultimi anni si stanno verificando due fenomeni divergenti: per un verso molte istituzioni (A.S.L. ed Enti Locali, in primis), tendono ad affidare a società ed enti “in house” servizi e prestazioni rivolti ai cittadini e alle comunità; per altro verso molte altre istituzioni stanno promuovendo forme di coinvolgimento attivo delle organizzazioni di terzo settore (in primis Imprese e Cooperative Sociali) attraverso gli istituti della coprogettazione e coprogrammazione.
Di recente anche l’Amministrazione Comunale di Lecce ha effettuato una scelta rivolta a sostituire la cooperativa sociale “Solidarietà” con una Azienda Pubblica di Servizi alla Persona per la gestione del “Centro Sociale Polivalente per Diversamente Abili (ex Art. 105 R.R. 4/2007)” e del “Centro Diurno Socio Educativo Riabilitativo (ex Art. 60 R.R. 4/2007 – R.R. n.5/2019 art. 3)” ubicati alla via Vecchia Carmiano snc“.
Si tratta di una scelta che, al di là della legittimità giuridica, determina un ben preciso orientamento “politico”. Scegliere in maniera diretta l’ente a cui affidare la gestione di un servizio di welfare, senza attivare procedure di selezione o di coprogettazione, di fatto priva la comunità locale e la società civile di poter elaborare proposte per sviluppare servizi il più possibile coerenti con i propri bisogni. Inoltre viene a mancare anche la possibilità che le organizzazioni sociali possano apportare contributi di risorse e competenze per l’implementazione dei servizi.
Ne consegue che cresce notevolmente il rischio di attivare procedure che di fatto si concretizzano solo in scambi tecnico-amministrativi fra l’ente pubblico e l’azienda pubblica di servizi alla persona, senza che il territorio possa realmente far sentire la propria voce sulle prestazioni che devono essere erogate.
Confcooperative ritiene che questo modo di operare possa produrre più criticità che non benefici e chiede all’Amministrazione Comunale di Lecce di dimostrarsi più “coraggiosa” nell’attivazione di procedure di co-progettazione e di coinvolgimento degli attori presenti sul territorio, a cominciare dalle Cooperative Sociali. Queste ultime hanno dimostrato di avere grossi potenzialità nell’attivare le risorse presenti nelle comunità locali, a cominciare da quelle meno evidenti. In numerosi casi, infatti, hanno ai vertici persone con condizioni di fragilità o loro familiari, a garanzia del loro orientamento a rendere un servizio in cui i beneficiari siano realmente posti al centro dell’operatività. Quasi mai le aziende pubbliche di servizi alla persona hanno manifestato una tale capacità e, anche nei casi

migliori, il rischio del prevalere di forme di burocratizzazione nell’offerta delle prestazioni rimane molto elevato.
Per le ragioni suddette, Confcooperative chiede un confronto con l’Amministrazione Comunale al fine di individuare le soluzioni più opportune per permettere a tutti gli attori presenti nel territorio di esprimere le proprie aspettative e potenzialità nella progettazione e gestione dei servizi di welfare.

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