Società Lecce 

Decreto Pillon, sit-in di sindacati e associazioni a Lecce per dire no

Si è svolto questa mattina un presidio organizzato dalle sezioni territoriali di Anpi, Arci, Cgil e Uil davanti alla Prefettura di Lecce. Consegnato un documento al vice prefetto Walter Spadafi...

Si è svolto questa mattina un presidio organizzato dalle sezioni territoriali di Anpi, Arci, Cgil e Uil davanti alla Prefettura di Lecce. Consegnato un documento al vice prefetto Walter Spadafina. Una mobilitazione pacifica per dire “no” ad un disegno di legge che, se approvato dal Parlamento, riporterà indietro di 40 anni l’orologio del diritto di famiglia. Anche a Lecce, come in molte altre città d’Italia, sindacati, associazioni e cittadini sono scesi in strada questa mattina, per manifestare la propria contrarietà al Disegno di Legge numero 735 presentato in Senato dal senatore Simone Pillon il 9 agosto 2018, ai più noto come «Decreto Pillon», che modifica il diritto di separazione e affido. Il presidio, organizzato dalle sezioni territoriali di Anpi, Arci, Cgil e Uil, si è svolto in viale XXV Luglio, davanti all’ingresso della Prefettura di Lecce. Insieme ai segretari generali di Cgil e Uil di Lecce, Valentina Fragassi e Salvatore Giannetto, alla responsabile provinciale Uil Pari Opportunità Lucia Orlando e ai rappresentanti delle sezioni provinciali di Anpi e Arci, rispettivamente Silverio Tomeo e Loris Novelli, ha partecipato alla mobilitazione anche l’assessore del Comune di Lecce Silvia Miglietta. Durante la mattinata, è stato consegnato un documento al vice prefetto di Lecce Walter Spadafina. Nel documento, sindacati e associazioni esprimono netta contrarietà al disegno di legge e dicono con forza no alla mediazione obbligatoria e a pagamento, all’imposizione di tempi paritari e alla doppia domiciliazione/residenza dei minori, al mantenimento diretto, al piano genitoriale, all’introduzione del concetto di alienazione parentale. Sono 5 NO che l’associazionismo democratico ribadisce da tempo anche attraverso una petizione di Donne in rete contro la violenza (D.i.Re.) che ha già raccolto 95mila sottoscrizioni su Change.org. Se verranno approvati il Disegno di legge Pillon e gli altri 3 disegni di legge sulla stessa materia attualmente in discussione al Senato, separazione e affido rischiano di diventare un campo di battaglia permanente. L’intero impianto di fatto vieta il divorzio a chi e? meno ricco, perché le separazioni saranno fortemente disincentivate dagli alti costi imposti dalla mediazione obbligatoria e a pagamento. I figli e le figlie diventeranno ostaggi di un costante negoziato sotto tutela per far funzionare il mantenimento diretto a pie? di lista e il piano genitoriale con doppio domicilio. Le donne, la parte in genere economicamente più debole delle coppie perché su di esse grava il lavoro di cura e perché hanno mediamente stipendi più bassi anche a parità di lavoro, rischiano di restare stritolate in un percorso pensato soprattutto per imporre e arricchire una nuova figura professionale, quella del mediatore familiare, anche disconoscendo la pervasiva violenza maschile che e? causa di tante separazioni. Per tutte queste ragioni, sindacati e associazioni chiedono il ritiro immediato del Disegno di legge Pillon.  

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