Cronaca 

Scu, comandava sodali dal carcere con pc nascosto: scatta arresto

L’operazione della DDA di Lecce nei confronti di un sodalizio criminale attivo a San Pietro Vernotico

Nella mattinata di oggi nella Casa Circondariale di Brindisi, Lecce e Napoli Secondigliano, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Brindisi, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Lecce – Ufficio del GIP - Dott.ssa Giulia Proto– su richiesta della Procura della Repubblica di Lecce - Direzione Distrettuale Antimafia - Dott.ssa Carmen Ruggiero– nei confronti di 5 persone, indagate a vario titolo per i reati di “associazione di tipo mafioso” con l’aggravante dell’essere una associazione armata, tentata estorsione, porto e detenzione di armi da fuoco, danneggiamenti con esplosivi. Il gip del Tribunale di Lecce ha disposto l' applicazione della misura cautelare della custodia in carcere per : De Simone Omar; Fellini Carmine Antonio; Poso Daniele; De Michele Antonio. Il gip del tribunale di Lecce, in accoglimento della richiesta della Direzione Distrettuale antimafia di Lecce, ha disposto con la medesima ordinanza cautelare la custodia in carcere anche nei confronti di Tarantino Cristian, detenuto presso la casa circondariale di Napoli Secondigliano, gravemente indiziato di essere il capo e promotore della associazione di tipo mafioso, già affiliato di Raffaele Renna nonché mandante di gravi episodi di danneggiamento con esplosivo ed estorsione. L’indagine, è stata avviata a seguito di gravi atti intimidatori ad alcuni esercizi commerciali, verificatisi a San Pietro Vernotico sin dall’ottobre 2022, e ha consentito quindi di documentare l’esistenza di un sodalizio criminale riconducibile a un’associazione di tipo mafioso operante in quel comune.  Cristian Tarantino affiliato alla SCU, sebbene detenuto, avrebbe di fatto diretto, promosso e costituito il sodalizio mafioso, esercitando l’azione di controllo del territorio, per il tramite di propri sodali, a cui riusciva a impartire le direttive, facendo uso di dispositivi mobili o personal computer illecitamente detenuti, relative all’organizzazione ed esecuzione delle attività illecite di detto clan, adottando ogni decisione e pianificando interventi punitivi, intimidatori ed estorsivi, nei confronti di imprenditori di San Pietro Vernotico e dei loro familiari. In particolare, comunicava con De Simone che ricopre il ruolo di organizzatore del gruppo criminalista , il quale ricevute disposizioni, coordinava e impartiva all’occorrenza ordini ai vari soggetti ritenuti partecipi dell’associazione mafiosa, i quali divenivano materiali esecutori di plurime azioni delittuose, tutte consumate nel territorio di San Pietro Vernotico e provvedeva a raccogliere il “pensiero” che i sodali e terzi erano costretti a corrispondere al detenuto capo promotore. Sul conto dei soggetti gravati a vario titolo dai reati contestati con l’odierna ordinanza sono state documentate nel corso delle attività d’indagine gravi elementi di reità, circa l’appartenenza alla citata organizzazione mafiosa, e alle dinamiche improntate al controllo del territorio da parte del clan, facendo ricorso anche all’uso di armi ed esplosivi a scopo intimidatorio; svariate tentate estorsioni in danno di imprenditori locali; collaudati meccanismi intimidatori posti in essere dal detenuto, anche nei confronti della ex moglie rivendicati attraverso mezzo Social Network, poiché ritenuta responsabile di aver instaurato un nuovo legame sentimentale; azioni di delegittimazione nei riguardi del Comandante della Stazione di San Pietro Vernotico, attuate tra settembre e ottobre 2023, messe in atto dall’organizzazione mafiosa e dal capo promotore del sodalizio detenuto, per ottenere il trasferimento del Comandante della Stazione, ritenuto particolarmente attivo nel contrasto alle condotte illecite del clan a San Pietro Vernotico, attuato mediante le attività di servizio svolte dall’Arma sul territorio, e per screditarne la sua immagine considerato che il Comandante avrebbe testimoniato in un processo a carico del capo clan. L’attività investigativa ha consentito inoltre di arrestare in flagranza di reato un soggetto minorenne per porto e detenzione di materiale esplosivo- il minore è stato fermato e arrestato nel mentre era intento a collocare presso un esercizio commerciale un ordigno esplosivo artigianale contenente polvere pirica del tipo micidiale del peso di circa 900 grammi-; arrestare in flagranza di reato un soggetto responsabile di porto e detenzione di armi clandestine con matricola abrasa, con il contestuale sequestro di un’arma da guerra del tipo AK 47 Kalashnikov; denunciare in stato di libertà un soggetto responsabile di detenzione di arma da fuoco e materiale esplodente. Nel corso di perquisizione domiciliare è stata
rinvenuta e sequestrata un’arma lunga clandestina munita di silenziatore e un ordigno esplosivo artigianale del tipo “candelotto” del peso di gr.60. Un telefono cellulare e un computer portatile completo di caricabatterie, mouse e la relativa borsa di trasporto, sono stati rinvenuti nel corso di perquisizione delegata dalla DDAA di Lecce, da personale della Polizia Penitenziaria in servizio presso il luogo di detenzione, nella cella del capo promotore dell’associazione mafiosa investigata, nella sua diretta disponibilità. È stato inoltre arrestato in flagranza di reato un soggetto resosi responsabile di detenzione di materiale esplosivo (nella fattispecie due candelotti) e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti (Marijuana per circa 411 grammi e Hashish per 187 grammi e vario materiale di confezionamento).

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