Cronaca Puglia sette 

Abusi e violenze su pazienti, 30 indagati a Foggia

Operazione dei Carabinieri e del Nas in una struttura sanitaria ai danni di pazienti psichiatrici che lì erano ricoverati.

Maltrattamenti aggravati,sequestro di persona, violenza sessuale e favoreggiamento personale. Queste le accuse di cui devono rispondere 30 persone coinvolte nell'operazione ''New life'' condotta dai Carabinieri di Foggia e dal Nas.

Per tutti gli indagati adottate misure cautelari per per presunti abusi e violenze commessi ai danni di pazienti psichiatrici ricoverati in una struttura sanitaria del capoluogo dauno.

L'indagine, che si è avvalsa anche di intercettazioni,ha fatto emergere numerosi episodi di violenze e abusi ai danni in totale di 25 persone in condizioni di incapacità o inferiorità psichica.

Intanto, AIOP PUGLIA, associazione dell’ospedalità privata della regione, esprime piena fiducia nella magistratura, in merito all’inchiesta sui maltrattamenti e violenze ai danni dei pazienti della struttura associata, il Don Uva di Foggia.

Aiop sottolinea l’atteggiamento collaborativo dei vertici della RSA, nella persona dell’A.D., l'avvocato Luca Vigilante e dell’amministrazione,  che hanno sempre operato per tutelare i pazienti, rendendosi disponibili alle richieste degli inquirenti. Dirigenza che una volta emessi i provvedimenti cautelari ha provveduto a sospendere le persone coinvolte.

Aiop esprime altresì sconcerto per la vicenda, in un momento di grande difficoltà della sanità regionale, alle prese con la cronica carenza di offerta di cure.

Infine, in una nota congiunta, il segretario nazionale UGL Salute, Gianluca Giuliano, e il segretario regionale della Puglia, Giuseppe Mesto, affermano: ''E’ un vero scandalo: le accuse nei confronti degli operatori della struttura sanitaria Don Uva di Foggia, se confermate, sono agghiaccianti. Siamo vicini ai pazienti e alle loro famiglie che oltre ad avere la preoccupazione di un familiare in condizioni di inferiorità fisica e psichica, si sentono traditi da uno Stato incapace di proteggere i propri cittadini più fragili. Sintomo questo di una sanità che, deve essere riformata dalle radici, quindi chiediamo con forza alle istituzioni di valutare l’introduzione dei dispositivi di videosorveglianza in tutte le strutture sanitarie affinché atti vili e ignobili come questi non debbano più accadere. La nostra sigla manifesta piena condanna sull’accaduto concludono i sindacalisti''.


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