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Scintille nel centrodestra, Fitto a Salvini: «Basta gioco al massacro»

Il leader della Lega aveva parlato di candidati inadeguati per le Regionali, in particolare in Puglia

La resa dei conti è arrivata. Le Regionali, che hanno incoronato Michele Emiliano alla presidenza della Regione, hanno lasciato evidenti strascichi nella coalizione. Ha cominciato il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando di «scelte sbagliate» al sud, dove i candidati erano stati indicati da Fratelli d’Italia - in Puglia - e da Forza Italia, in Campania. Un attacco diretto a Fratelli d’Italia che ha imposto il nome di Raffaele Fitto.

Ma l’europarlamentare non ci sta e contrattacca, scaricando proprio sulla scarsa vena di Salvini, parte delle responsabilità della sconfitta rivolgendosi direttamente all’alleato. «Dopo aver resistito per lunghe giornate alla tentazione di risponderti, dato l’ingiusto fuoco di fila di dichiarazioni da parte tua e dei tuoi, mi vedo costretto a farlo, ponendo alcune domande.

Mi chiedo infatti come sarebbe finita, se rispetto ad un anno fa la Lega, in Puglia, non avesse perso 16 punti percentuali: il doppio di quelli che sarebbero stati sufficienti per vincere. Tutti gli altri partiti della coalizione, invece, hanno tenuto molto bene o sono cresciuti.

Se il leader della Lega avesse citato il mio nome almeno una volta durante tutta la campagna elettorale;

Se non avessi dovuto rispondere almeno una volta al giorno alla domanda “perché Salvini non la cita e non la invita mai alle manifestazioni della Lega?”;

Se i dirigenti leghisti non avessero per mesi indebolito la mia candidatura senza mai proporre una opzione migliore, legittimata dal consenso».

Fitto analizza con puntualità i motivi della sconfitta sottolineando che i numeri sono dalla sua parte: «In questa elezione regionale, ho preso 30mila voti in più dei partiti che mi sostenevano. Ritengo un gravissimo errore, dunque, procedere con questo inutile e superficiale massacro mediatico, anziché con un’analisi “collegiale”, seria ed approfondita, degli errori commessi». 

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