Cronaca Lecce Lecce, scoperto sistema fraudolento per ottenere la Naspi I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno accertato come fosse coinvolta un'intera famiglia. 19/05/2025 circa 2 minuti Un’articolata attività investigativa condotta dal Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) di Lecce, congiuntamente al personale dell'Area di Vigilanza INPS della sede territoriale, ha portato alla luce un complesso sistema fraudolento finalizzato all'indebito accesso alla prestazione NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego, sostitutiva dell'Indennità straordinaria di disoccupazione.Le indagini hanno avuto origine da specifici accertamenti amministrativi condotti in fase di liquidazione delle domande NASPI, nel corso dei quali è emersa la reiterata instaurazione di rapporti di lavoro domestico di brevissima durata da parte di un soggetto residente in provincia di Lecce. Tali rapporti, della durata inferiore a 10 giorni e con un impegno massimo settimanale di 10 ore, risultano avvenuti in un arco temporale di circa tre anni a partire dal novembre 2020.Dai riscontri investigativi è emerso che anche i familiari del soggetto in questione avrebbero attivato numerosi rapporti di lavoro domestico con modalità analoghe, per un totale complessivo di oltre 80 contratti simulati. Tutti i rapporti risultavano registrati regolarmente presso l'INPS ed i Centri per l'Impiego tramite la procedura telematica UNILAV, ma privi di effettiva esecuzione lavorativa.In particolare, il luogo di lavoro dichiarato per la quasi totalità dei rapporti fittizi era sito a Lecce, presso un indirizzo corrispondente alla sede di un'associazione di un patronato operante a livello provinciale risultato coinvolto nelle attività oggetto di indagine.È emerso che, in cambio di somme comprese tra i 150 ed i 200 euro, diversi soggetti si rivolgevano al patronato per attivare fittiziamente un contratto di lavoro domestico, utile a soddisfare i requisiti formali per la richiesta della NASPI. Il contributo previdenziale versato era minimo, grazie al regime agevolato per questo per il settore domestico (circa 13,52 euro per singolo rapporto) importo totale percepito dai soggetti coinvolti come pseudo lavoratori ammonta a circa 200.000 euro.Grazie all'attività di indagine condotta, sono stati inoltre bloccati ulteriori esborsi da parte dell'Istituto per un importo dl 150.000 euro, contribuendo così a tutelare le risorse pubbliche.Ulteriori elementi di gravità sono emersi da diverse denunce-querela presentate da cittadini che hanno dichiarato di non aver mai instaurato rapporti dl lavoro domestico, né di aver mai autorizzato l'utilizzo delle proprie credenziali SPID. Le vittime riferivano di essersi rivolte al patronato esclusivamente per pratiche previdenziali e di aver fornito in quella sede le proprie credenziali digitali, successivamente utilizzate - all‘insaputa degli interessati - per trasmettere false assunzioni all'INPS.Le verifiche tecniche condotte in collaborazione con la Direzione Tecnologie Informatiche dell’INPS - Sede Centrale, hanno confermato l'utilizzo non autorizzato delle identità digitali per l'attivazione di rapporti di lavoro inesistenti. In alcuni casi, è stato inoltre ravvisato che nei moduli UNILAV è stato erroneamente indicato l'indirizzo reale dell‘intestatario inconsapevole del contratto, anziché quello del patronato coinvolto.Nonostante l'avvio delle indagini, le attività fraudolente sarebbero proseguite, come dimostrato da una successiva denuncia per uso illecito di identità digitale presentata nell'ottobre 2024. Tuttavia, le somme erogate dall’INPS nel periodo in esame, si aggirano intorno a 200.000 euro. L'attività d'indagine ha consentito il blocco dei pagamenti ed un ulteriore esborso da parte dell'Istituto Previdenziale di ulteriori 150.000 euro.Alla luce degli elementi raccolti, gli investigatori ritengono di aver ricostruito un vero e proprio schema criminale, presumibilmente ideato e gestito all'interno di un contesto familiare, volto a simulare rapporti di lavoro domestico al solo scopo di ottenere indebitamente prestazioni a carico dell'INPS: II sistema prevedeva II coinvolgimento di lavoratori dimissionari, privi dei requisiti di legge per l'accesso alla NASPI, e l'occultamento delle responsabilità tramite l'intestazione fraudolenta dei contratti a soggetti ignari.Le denunce spontanee presentate dalle vittime si sono rivelate determinanti per far emergere il sistema illecito e confermare l'ipotesi investigativa. L'intera documentazione è stata trasmessa all'Autorità Giudiziaria per ulteriori provvedimenti di competenza.
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