Cronaca Politica Taviano 

Cade l’amministrazione Tanisi: 9 firme dal notaio contro di lui

Un declino lento, dopo che 6 consiglieri di maggioranza avevano formato un gruppo autonomo.

Il sindaco Giuseppe Tanisi andrà a casa prima della conclusione del suo secondo mandato: 6 consiglieri di maggioranza e 3 di minoranza hanno sfiduciato il sindaco depositando le loro firme davanti a un notaio.

I restanti 8 consiglieri di maggioranza non hanno cambiato le sorti di Taviano. Il mandato sarebbe scaduto nel 2027, ma i numeri non perdonano.

Maggioranza e opposizione hanno unito le forze: Stefano, Santacroce, Calsolaro, Fonseca, Burlizzi e Piccinno, consiglieri di maggioranza, e Palamà, Portaccio e Meneleo, consiglieri di minoranza, si sono dimessi.

Il sindaco giura che sarebbe stato disponibile a farsi da parte e che non avrebbe corso il terzo mandato, ma per i dimissionari il primo cittadino si era affezionato troppo alla poltrona. La crisi dura dal 26 novembre del 2024, quando viene costituito un gruppo alternativo in Consiglio, dove sono confluiti i 6 consiglieri di maggioranza. Un avvertimento chiaro della tempesta in arrivo.

“Con nota di protocollo n. 411/2025, 9 consiglieri comunali, di cui 6 di maggioranza, tradendo palesemente il mandato elettorale e la fiducia che i cittadini avevano in essi riposto, hanno rassegnato le loro irrevocabili dimissioni notificate la sera precedente davanti ad un notaio in quel di Casarano, determinando cosi, volutamente, lo scioglimento del Consiglio comunale, la fine anticipata della consiliatura e portando la Città ad un commissariamento che non ha precedenti nella nostra storia politico amministrativa - scrive il sindaco Giuseppe Tanisi - Un atto indubbiamente di scelleratezza e di irresponsabilità, dettato da interessi che non sono della città e fondato altresì su false motivazioni, di oltraggio ai cittadini tutti, nonché di codardia; scappando vigliaccamente da un confronto in sede di Consiglio comunale che avevamo convocato per il mercoledì 15 gennaio. A noi resta pertanto la serenità di aver finora svolto, con coscienza e onestamente il nostro dovere, di aver servito fedelmente la nostra Taviano, di aver ricercato quel dialogo e quel confronto da quale essi invece, evidentemente per bieche motivazioni, hanno preferito fuggire, e la determinazione a riprendere quanto prima le fila di un discorso di impegno in una attività amministrativa da tutti riconosciuta virtuosa e densa di importanti risultati a beneficio di tutti i nostri concittadini”.

Il gruppo della ex maggioranza che ha voltato le spalle al sindaco spiega il gesto in una lunga lettera: “Nella mattinata di ieri, abbiamo protocollato presso la sede del Comune di Taviano le dimissioni da consiglieri comunali, opportunamente validate con atto notarile - scrivono i sei ex dí maggioranza del gruppo consiliare “Per la Città” - Quando ci si trova di fronte a un sindaco  che non rispetta e non sa tenere la maggioranza che lo ha fatto eleggere e non rappresenta la città, non resta che prenderne atto e ridare la parola agli elettori, in tempi brevi e senza ulteriori disagi per la Città. Ci saremmo aspettai, da oltre un anno, una iniziativa di recupero dei rapporti umani e politici attraverso momenti di riflessione di coalizione o di maggioranza per cercare di risolvere una serie di problemi segnalati da tempo e sempre ignorati, ma non abbiamo visto nulla di tutto questo, salvo appelli “tattici” a situazione ormai compromessa.
La nomina di una nuova giunta con due assessori esterni (senza potere di voto in consiglio) è stato l’ennesimo, e per fortuna ultimo, tentativo del Sindaco di provare a tenersi aggrappato alle leve di comando, attraverso un’operazione puramente di facciata che camuffava uno stallo foriero di ritardi su ritardi e oggettivi ostacoli politico-amministrativi.  Provare a restare in sella nonostante non ci sia più la squadra che ti ha sostenuto in questi anni è un atteggiamento un po’ stravagante che sottende alla fine l’unico e solo obiettivo dell’ex sindaco, ovvero l’eterna centralità della sua figura; e infatti lui vuole stare sempre là, da circa 40 anni, non importa con chi, l’importante per lui è decidere da solo i destini di una comunità intera. Non è più capacità o bravura. È occupazione ostinata degli spazi democratici”.

Per gli oppositori, dunque, si tratta di una grande opportunità democratica per Taviano, quella di voltare pagina definitivamente.

G.G.


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