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Caos rifiuti, Emiliano firma l’ordinanza: aumentata la capacità di Cavallino

La filiera dello smaltimento del materiale derivante dall’indifferenziata aveva causato disagi per diversi giorni, non solo nel Salento ma anche nel Barese




Aumentata la capacità di stoccaggio per tre settimane dell’impianto di Cavallino. È stata tamponata così l’emergenza rifiuti che per diversi giorni aveva condizionato la raccolta nel Salento e nel Barese. È stata un’ordinanza di Emiliano, ieri sera, a sbloccate l’impasse concedendo anche a Conversano di poter incrementare per tre settimane la capacità di stoccaggio del Css, cioè il Combustibile solido secondario ottenuto dalla componente secca (plastica, carta, fibre tessili) degli scarti non pericolosi, sia urbani sia speciali, tramite appositi trattamenti di separazione da altri materiali non combustibili, come vetro, metalli e inerti. La gestione del rifiuto sarà possibile «per il tempo strettamente necessario a consentire agli impianti l'immediata ripresa dell'accettazione dei rifiuti in ingresso e l'allontanamento delle ecoballe prodotte».

Tutto nasce dalla difficoltà dei gestori delle strutture (la Progetto Ambiente Bacino Bari Cinque surl per Conversano e la Progetto Ambiente Provincia di Lecce surl per Cavallino) di «individuare impianti alternativi per conferire il Css prodotto». Problemi che  a Conversano sono nati il 28 febbraio scorso, quando la società Progetto Ambiente Bari cinque comunicava che «a causa di una avaria alla centrale di Appia Energy» (impianto di valorizzazione energetica di Massafra che produce energia elettrica da fonti rinnovabili con l'impiego di Css), «erano in fase di saturazione le aree di stoccaggio del rifiuto prodotto». Dall'altro, a Cavallino la Progetto Ambiente Bacino Lecce Due comunicava che «dopo il mancato conferimento della Fsc (cioè la Frazione secca combustibile) presso l'impianto, provocato dallo sciopero degli autotrasportatori, sono risultati esauriti gli spazi autorizzati per il deposito del rifiuto combustibile e tutte le biocelle sono colme».

L’impossibilità di trasferire il rifiuto trattato e finito da Cavallino si era trasmessa a catena a Poggiardo dove il materiale viene biostabilizzato e ha un primo trattamento. I Comuni a loro volta si sono trovati nell’impossibilità di portare non solo il “secco” ma anche gli altri materiali differenziati a causa del mancato svuotamento degli autocompattatori.





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