Economia e lavoro Lecce 

Alcar Industrie srl, rassicurazioni dal vertice in Prefettura: stop allo sciopero

Davanti al prefetto arrivano rassicurazioni sul futuro: i dipendenti interrompano la protesta, dopo 48 ore, e sciolgono il presidio davanti ai cancelli. Sciopero revocato e presidio sciolto. Dopo l...

Davanti al prefetto arrivano rassicurazioni sul futuro: i dipendenti interrompano la protesta, dopo 48 ore, e sciolgono il presidio davanti ai cancelli. Sciopero revocato e presidio sciolto. Dopo la bufera delle ultime e 48 ore, prime schiarite in Alcar Industrie: i vertici aziendali hanno rassicurato sindacati e lavoratori. Il verbale del 5 febbraio sarà rispettato, come tutti gli impegni presi in questa lunga vertenza. L’impegno è stato preso in Prefettura, in seguito all’incontro in sede istituzionale chiesto dalle segreterie territoriali di Fiom e Fim. Domani i lavoratori torneranno in fabbrica. Il tavolo è stato programmato per oggi pomeriggio alle 16.30, alla presenza del capo di gabinetto del prefetto, Beatrice Mariano. Una folta delegazione dei lavoratori ha momentaneamente abbandonato il presidio davanti ai cancelli dell’azienda per recarsi in viale XXV Luglio. I segretari generali territoriali di Fiom e Fim, Annarita Morea e Maurizio Longo, hanno illustrato i motivi che hanno creato un clima di diffusa sfiducia tra i lavoratori e chiesto l’immediata conferma degli impegni presi il 5 febbraio. Infine hanno chiesto una frequente interlocuzione con la parte datoriale, anche con l’individuazione di figure apicali di riferimento nella sede di Lecce. Di Cursi, da ieri a Lecce in rappresentanza del presidente Matteo Ginatta, ha confermato la volontà di adempiere agli impegni presi all’inizio del mese: entro il 28 febbraio sarà versato il cosiddetto bonus Renzi ai lavoratori che avevano scelto di riceverlo in un’unica soluzione. Il dirigente si è anche detto disponibile ad inserire figure apicali nello stabilimento salentino già a partire dal mese di marzo, rassicurando i sindacati anche sulle relazioni industriali. Entro la fine di marzo, Alcar Industrie srl illustrerà il piano industriale e pianificherà incontri trimestrali per la sua verifica, mentre già dalle prossime settimane sarà definita la graduale regolarizzazione di buoni pasto e welfare aziendali. Rassicurazioni sono giunte anche in merito alla capitalizzazione dell’azienda, al versamento al fondo Cometa ed all’Inps, come pure alle Finanziarie per quei lavoratori che hanno aperto prestiti attraverso la cessione del quinto dello stipendio. Il verbale del 5 febbraio prevedeva: il pagamento il 15 febbraio dello stipendio di gennaio e il cosiddetto “bonus Renzi” ai lavoratori che nello scorso anno hanno scelto l’erogazione in un’unica soluzione (960 euro), la retribuzione di febbraio e un quarto di tredicesima il 15 marzo, la retribuzione di marzo e l’ultimo quarto di 13esima il 15 aprile. Al primo step, l’azienda non ha rispettato in toto questo accordo, avendo erogato solo il salario: così i lavoratori hanno proclamato lo sciopero con presidio permanente per 48 ore. “Situazioni che si sommano alle precarie condizioni di sicurezza all’interno dello stabilimento, con operai non dotati di guanti, scarpe anti infortunistica e occhiali per saldatori. Tutta una serie di segnali che non ci fanno stare sereni, anche alla luce degli impegni che Alcar Industrie srl deve affrontare nei prossimi mesi: ricapitalizzazione e versamenti alla procedura concorsuale”. La vertenza Alcar Industrie srl ha affittato il ramo d’azienda di Alcar nel 2016. Dopo il fallimento di Alcar (luglio 2018), la curatela fallimentare ha cercato di salvare Alcar Industrie, scongiurando la cessazione dell’attività e la “retrocessione” al fallimento con conseguente perdita dei posti di lavoro di Alcar Industrie. A patto però che si raggiungesse un accordo sindacale che stabilisse il destino dei 264 lavoratori dipendenti di Lecce. La vertenza è partita in salita. Nei numerosi tavoli che si sono succeduti negli ultimi mesi, l’azienda aveva determinato una sovraccapacità produttiva di 100 unità e paventato la riassunzione dei lavoratori confermati senza diritti maturati e inquadrandoli con un livello di entrata inferiore all’attuale. Tutte richieste che hanno incontrato la ferma opposizione dei sindacati. L’accordo del 29 gennaio Il verbale firmato il 29 gennaio nella sede della Regione Puglia alla presenza della Task Force regionale sul lavoro, cristallizza una realtà diversa. La “sovraccapacità produttiva” scende da 100 a 66. Di queste solo 45 (e non 100 come si temeva in un primo momento) sono ex dipendenti di Alcar transitati in Alcar Industrie srl (gli altri sono 15 apprendisti in capo all’azienda interinale e 6 dipendenti di Alcar Industrie). Ora l’azienda “retrocederà” tutti i lavoratori ex Alcar nella procedura fallimentare e ne riassumerà 219, garantendo loro diritti, inquadramento e livelli di retribuzione invariati. I 45 lavoratori che resteranno in capo al fallimento saranno individuati applicando i criteri di legge e potranno accedere agli ammortizzatori sociali (un anno di cassa integrazione straordinaria) ed ai corsi di formazione organizzati dalla Regione per essere ricollocati in Alcar Industrie o in altre aziende.      

Potrebbeinteressarti