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Export in Puglia: il rilancio passa anche dal digitale

Ripartire dalle innovazioni legate alla logistica e alle nuove tecnologie per rilanciare le esportazioni delle eccellenze pugliesi, scese del 2,2% nel 2017. È l'obiettivo che le imprese della R...

Ripartire dalle innovazioni legate alla logistica e alle nuove tecnologie per rilanciare le esportazioni delle eccellenze pugliesi, scese del 2,2% nel 2017. È l'obiettivo che le imprese della Regione, con particolare attenzione a quelle salentine, si porranno nei prossimi anni per aumentare il proprio livello di competitività sui mercati nazionali e internazionali. La strada è obbligata e passa dal digitale. Nel 2017 le imprese salentine hanno registrato un -2,2% nel fatturato legato all'export, a fronte di una media nazionale che parla di un +7,4%. Se le province di Barletta Andria Trani, Bari e Taranto hanno contributo alla crescita nazionale (seppur con medie leggermente inferiori), il territorio di Lecce ha fatto un passo indietro e le sue esportazioni rappresentano soltanto il 6% dell'intero dato regionale. Come ripartire quindi da un dato non positivo e guardare a un futuro prossimo in cui le imprese leccesi possano tornare a vendere le proprie eccellenze all'estero garantendo benefici a tutta l'economia del territorio? Una soluzione c'è, ed è quella dell'export digitale. Lo confermano i dati relativi alle esportazioni digitali di prodotti Made in Italy pubblicati dall'Osservatorio Export. Nel 2017 il settore ha toccato il fatturato di 9,2 miliardi di euro per una crescita del 23% in un anno. Di questi, 2,3 miliardi sono stati generati da vendite dirette di beni di consumo. I restanti 6,9 miliardi da esportazioni indirette abilitate da operatori stranieri (grandi retailer e marketplace in primis). Un settore, quello dell'export digitale, in forte e costante crescita ma dalle potenzialità ancora del tutto inesplorate, se pensiamo che rappresenta appena il 6,4% del totale delle esportazioni nazionali. Tra le categorie di prodotti più richiesti all'estero ci sono quelle legate al fashion (66%) al food (15%) e all'arredamento (7%). Utilizzano l'e-commerce per l'export un terzo delle imprese italiane, il 2% di esse come canale esclusivo. I mercati di riferimento restano ancora quello Europeo e quello Statunitense con Russia, Sud-Est Asiatico ed Estremo Oriente in forte ascesa. L’80% delle imprese italiane esporta almeno il 10% del fatturato in un anno. La scelta privilegiata resta però quella dei canali tradizionali, scelta dal 43% delle realtà aziendali oggetto dello studio. Cresce la percentuale di chi alterna export online e offline (il 35%) mentre resta stabile al 2% la percentuale di chi esporta all'estero esclusivamente via web. Un settore estremamente “giovane” quello dell'export in rete. Basti pensare che il 56% di chi utilizza i nuovi canali per esportare lo fa da non più di due anni e il 22% da non più di 5. Una situazione in continua evoluzione in cui le imprese salentine possono trovare nuovi spunti di espansione verso i mercati interni ed esteri. Realtà aziendali, quelle di Lecce e dintorni, che hanno a disposizione molti strumenti per entrare nel mondo dell'export digitale. Dalle innovazioni legate ai software per l'e-commerce a quelle legate alla logistica e ai nuovi servizi offerti dai corrieri espressi per il commercio online. Tra i primi rientrano programmi gestionali come Prestashop e WooCommerce, piattaforme open source accessibili gratuitamente. WooCommerce è facilmente configurabile ed è particolarmente adatto alle piccole attività che vendono anche occasionalmente online i propri prodotti, che possono così creare un negozio online e gestirlo in tutta semplicità. Nel campo della logistica ci sono oggi a disposizione delle aziende di ogni dimensione servizi appositamente pensati per l'e-commerce. Un esempio su tutti Crono Express e Crono Internazionale, due opzioni create da Poste Italiane per assecondare i tempi di consegna e la copertura di distribuzione necessarie a chi commercia i propri prodotti in rete. Servizi che possono essere acquistati anche direttamente online nella pagina Poste Italiane di Packlink, un comparatore delle tariffe dei corrieri espressi italiani e internazionali, tra cui BRT, SDA, Nexive, UPS, TNT e Poste Italiane. Il comparatore di spedizioni calcola i servizi di consegna più veloci ed economici per ogni pacco da spedire – in base a peso, volume e destinazione del pacco stesso – consentendo a chi spedisce di scegliere il servizio migliore. In più su Packlink le tariffe di Poste Italiane e degli altri corrieri sono disponibili a prezzi ulteriormente scontati, sia per le spedizioni nazionali, sia per quelle internazionali. Un’opportunità, grazie anche a servizi come Crono Internazionale, che consente anche alle piccole realtà locali di esportare i propri prodotti con tempi e costi competitivi. Nonostante il ritardo nell'export, c'è un settore in cui le imprese pugliesi si dimostrano estremamente competitive: quello delle vendite online dei prodotti locali sul mercato italiano. A conferma del trend è arrivata un'indagine condotta da Coldiretti Puglia su produttori vinicoli, aziende olearie e imprese agricole che hanno scelto di organizzare un servizio di prenotazione online di ortofrutta sui social network (Terra d’Incontro a Casamassima e l’Orto Accanto di Altamura, solo per citare i due esempi più conosciuti) e che ha confermato come dal 2014 ad oggi le vendite in rete di prodotti agroalimentari siano cresciute del 7%. Dati che confermano che il web è diventato il canale preferito per la ricerca di idee regalo e di prodotti tipici legati alle tradizioni territoriali. Una crescita aiutata da vari fattori come la possibilità di avere la spesa effettuata online direttamente a domicilio, dall'ampia possibilità di scelta e dall'opportunità di confrontare i prezzi dei prodotti direttamente dal divano di casa. Un’opportunità da cogliere per le imprese locali, che hanno oggi maggiori opportunità per esportare online i propri prodotti, che già conquistano i mercati esteri. Lo scorso anno, infatti, le esportazioni di prodotti agricoli pugliesi sono cresciute del 9%, dato positivo accompagnato da un buon +4,9% sull’export dell’agroalimentare. 

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