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La costa di Melendugno si sgretola da un decennio, ma la Regione mette solo 150mila euro

Due giorni fa la Regione ha autorizzato una spesa straordinaria per la messa in sicurezza della costa di Melendugno, nello stesso giorno ha stanziato 650mila euro per la comunicazione regionale.

Non bastano le risorse che la giunta regionale ha messo a disposizione del Comune di Melendugno: ieri, è stata autorizzata la spesa straordinaria per l’erogazione del contributo finanziario a favore del comune di Melendugno per 150.000 euro, “finalizzata all’esecuzione dell’intervento di messa in sicurezza e ripristino dei luoghi della costa salentina soggetti a rischio frane, come le falesie sulle spiagge”.

Il sindaco di Melendugno, Maurizio Cisternino ha chiarito che, per gli interventi strutturali, “le risorse appena stanziate a livello regionale non basterebbero nemmeno a piazzare un blocco di pietra per non far crollare la Torre costiera a Torre dell’Orso”.

Oggi si è tenuta una riunione della giunta comunale alla presenza del  responsabile dell’ufficio opere pubbliche, l’ingegnere Pietro Millefiori, per discutere come investire le risorse regionali. Le marine di Melendugno sono dei veri e propri tesori turistici noti in tutto il mondo, ma i crolli continui e l’erosione stanno cambiando molte cose. La costa si sta sbriciolando: si è perso troppo tempo.
A San Foca, in località “Le Fontanelle”, a ridosso del “lungomare Matteotti”, nel 2013, si è verificato un crollo impressionante.

Nel 2018 è toccato alla zona nord di Torre Sant’Andrea e a Torre dell’Orso, dove una parte di roccia che sostiene la Torre costiera è venuta giù. Nel 2019 è toccato alla Grotta della Poesia con un altro crollo a 500 metri dalla Grotta della Poesia. Nel 2021 la spiaggia dei laghetti di Torre dell’Orso ha visto collassare un’importante parte di roccia.  Un anno dopo (2022) è stata la volta della zona nord di Torre dell’Orso. Sempre nel 2022 è venuta giù una parte di roccia nella zona adiacente a “Punta Cassano”, a Torre Specchia.

I crolli non si sono fermati nemmeno nel 2023, a San Foca, in località “Fontanelle”.

Tra i crolli più impressionanti della falesia, che hanno spinto le autorità a inibire ai bagnanti un lungo tratto di costa, c’è anche quello dell’Arco magno di San Foca.
Nello stesso giorno in cui la giunta pugliese stanziava 150mila euro per Melendugno, poi investiva 650mila euro «per il sostegno pubblico al pluralismo e all’innovazione dell’informazione e della comunicazione regionale».

Si poteva fare di più per quest’emergenza che riguarda le località tra le più gettonate del Salento.

«Dal punto di vista strutturale queste risorse non servono a nulla, ma se ci permettono di utilizzarli per investire sulla progettazione, vanno bene – chiarisce l’ingegnere Millefiori – In questo modo punteremmo ai 20 milioni di euro di fondi comunitari da reperire entro il 2027. Parliamo di interventi con autorizzazioni molto complesse e c’è una complessità anche progettuale. La cantierabilità è la caratteristica da raggiungere. Nessun Comune tra quelli costieri ha progetti cantierizzabili perché i pareri ottenuti scadono dopo 5 anni. Per un intervento strutturale serio ci vogliono milioni di euro. Ci vuole un progetto nuovo e cantierizzabile e bisogna investire ingenti risorse per farlo come si deve». Intanto, la torre costiera di Torre dell’Orso rischia ogni giorno di franare in mare.

di Gaetano Gorgoni


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