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Puglia: stop per 3 anni alla pesca dei ricci di mare

Il fermo si è reso necessario per non perdere definitivamente questa specie ormai a rischio estinzione, per darle il tempo di riprodursi.

Il Consiglio regionale ha approvato oggi a maggioranza la proposta di legge sulla salvaguardia per la tutela del riccio di mare, che vede primo firmatario il consigliere regionale Paolo Pagliaro.

Nei mari pugliesi il fermo si è reso necessario per non perdere definitivamente questa specie ormai a rischio estinzione, per darle il tempo di riprodursi.

La proposta di legge è stata sottoscritta da 49 consiglieri su 51, incluso il presidente Emiliano ed è un passo decisivo per bloccare il prelievo massiccio dei ricci di mare, anche al di sotto della misura minima consentita per legge di 7 centimetri di diametro. Se infatti cinquant’anni fa si potevano contare fino a 10 esemplari per metro quadrato, oggi sono rarissimi e spesso di dimensioni inferiori a quelle consentite per il prelievo.

Come sottolinea lo stesso Pagliro: ''Resta il rammarico per l’assenza di finanziamento per la seconda parte della legge, che prevede azioni di monitoraggio del rinascimento dei fondali e il risarcimento dei pescatori autorizzati con patentino per la durata del fermo pesca. Un vero paradosso, visto il plebiscito di firmatari della pdl. Eppure si tratta di un provvedimento che riguarda l’intera regione e che avrebbe dovuto avere una corsia preferenziale in bilancio. Confidiamo che siano stanziati almeno i fondi per la campagna di comunicazione e sensibilizzazione necessaria per informare i cittadini sullo stop alla pesca. Fondi assicurati oggi in aula dal presidente Emiliano''.  

''Intanto, incassiamo un primo risultato importante, per impedire fin da subito l’ulteriore accaparramento. Già da diversi anni i ricci e la polpa di riccio serviti nei ristoranti salentini e pugliesi non provengono dai nostri mari ma da quelli di altri Paesi, anche extra mediterranei: Spagna, Grecia, Portogallo, Croazia e Albania, addirittura Cile. E i nostri ristoratori potranno continuare a servire prodotto di importazione, regolarmente certificato''.  

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