Ambiente 

Novembre bollente: 2020 il quinto anno più caldo dal 1800 ad oggi

Il caldo anomalo di novembre, con temperature a Bari e a Taranto fin oltre i 22 gradi, conferma un 2020 che si classifica fino ad ora come il quinto più bollente mai registrato dal 1800

Il caldo anomalo di novembre, con temperature a Bari e a Taranto fin oltre i 22 gradi, conferma un 2020 che si classifica fino ad ora come il quinto più bollente mai registrato dal 1800, con una temperatura di quasi un grado (+0,91 gradi) più elevata della media storica. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Puglia sulla base dei dati Isac Cnr relativi ai primi dieci mesi dell’anno, con il rischio in campagna per le colture come agrumi e ortaggi invernali a causa di una siccità grave e perdurante. 

Il caldo anomalo di novembre – continua Coldiretti Puglia - è stato accompagnato da una assenza quasi totale di pioggia nel mese che tradizionalmente è il più piovoso dell’anno. Una anomalia che – precisa Coldiretti Puglia - ha provocato un abbassamento dei livelli di acqua negli invasi pugliesi di 76milioni di metri cubi di acqua rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

“Le piogge sono previste a partire dalle prossime ore a Lecce e la perturbazione si estenderà a tutta la regione. Non possiamo che sperare che si tratti di fenomeni benefici per le campagne, senza ondate improvvise di maltempo che si trasformano in nubifragi e bombe d’acqua. La pioggia serve a battere la persistente siccità, ma non deve essere violenta per poter essere meglio assorbita dal terreno ed evitare il pericolo frane e alluvioni”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Si accentua quest’anno – sottolinea Coldiretti – la tendenza al surriscaldamento in Italia dove la classifica degli anni interi più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine anche il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003.

Gli effetti del clima sono visibili a tutti con la mancata caduta delle foglie, ma si fanno sentire soprattutto in campagna – aggiunge Coldiretti Puglia - per una preoccupante siccità invernale che fa temere per il mancato accumulo di scorte idriche necessarie per le coltivazioni che mette a rischio le fioriture di alcune varietà di piante da frutto.

Siamo di fronte – denuncia Coldiretti Puglia – alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione in Puglia che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con costi per oltre 3 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.

E’ indispensabile una rete di bacini di accumulo, abbinata all'utilizzo delle nuove tecnologie, dai sensori ai robot che permettono di risparmiare fino al 95% di acqua per l’irrigazione e nell’allevamento ci porteranno sicuramente ad essere ancora più competitivi. La disponibilità di acqua è ciò che permette di avere un cibo di alta qualità e consente di primeggiare livello mondiale ed è l'unica strada percorribile – conclude Coldiretti Puglia - per dare certezze e redditività economica alle aziende agricole e affrontare le nuove sfide dei cambiamenti climatici.

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