Ambiente Puglia sette 

«Mare Monstrum», Puglia ancora sul podio, Legambiente: «Salento preda preferita dagli abusivi»

Il report annuale fa il punto sulle infrazioni rilevate dalle forze dell'ordine in un anno. La prima regione per illegalità è la Campania, la seconda la Puglia

La Puglia è ancora sul podio del “mare illegale” secondo il report “Mare Monstrum” 2020 di Legambiente che analizza come e quanto le coste italiane siano preda del cemento selvaggio, dell'inquinamento e della pesca senza scrupoli. In testa alla classifica delle regioni con più reati ambientali accertati nei passati dodici mesi c'è la Campania, seguita dalla Puglia e dalla Sicilia. Le infrazioni accertate dalle forze dell'ordine (Arma dei carabinieri, Guardia di finanza, Corpi forestali delle Regioni a statuto speciale e Capitanerie di porto) in Puglia sono state 2.808 e i sequestri effettuati 843.

Le località più martoriate del Bel Paese sono sempre le più belle perchè non mancano di attirare gli appetiti degli abusivi: «La costa del Salento è, tradizionalmente, l’altra vittima pugliese dell’opera degli abusivi. [la prima è il Gargano n.d.r.] Da Lecce a Porto Cesareo, da Nardò a Gallipoli, sono tanti i manufatti fuorilegge che costellano la battigia: basti pensare che a Porto Cesareo, come nella vicina Nardò giacciono ancora migliaia di richieste di condono edilizio inevase e la grande maggioranza riguarda illeciti commessi sul demanio. Tra i casi più curiosi rimbalzati sulle cronache, quello di uno svedese che lo scorso gennaio è stato denunciato dai carabinieri a Torre Chianca perché, per migliorare il comfort nella casa da poco acquistata, ha pensato bene di spianare e includere nella sua pertinenza una duna “ribelle” che impediva un facile accesso al mare».



«Anche nel 2019, l’abusivismo edilizio e i reati legati al ciclo del cemento hanno dominato la partita con il 42,5% dei reati sanzionati dalle Forze dell’ordine, oltre 10mila infrazioni, più di ventisette ogni giorno – si legge nel report pubblicato oggi - le regioni più colpite sono state, nell’ordine, Campania, Puglia, Lazio, Calabria e Sicilia: cinque regioni, che da sole pesano il 64,5% del totale. Segue con il 33,1% dei reati, l’inquinamento, che deriva dalla maladepurazione degli scarichi civili, ma anche dagli scarichi industriali, dagli impianti petroliferi e dalla “maledetta” plastica, con il fenomeno del littering che colpisce pesantemente la biodiversità marina. Prima è anche in questa classifica la Campania, con quasi il 25% dei reati, seguita da Puglia, Lazio, Calabria e Toscana. La pesca illegale, quella che depreda il mare con pratiche e strumentazioni fuorilegge, rappresenta il 22% delle infrazioni accertate, con 555mila chili di pescato, quasi 69mila metri di reti killer e oltre 7.500 attrezzi da pesca finiti sotto sequestro. Chiude il quadro delle diverse tipologie di sanzioni contestate da Capitanerie di porto e Forze dell’ordine il reato di infrazione al codice della navigazione, che rappresenta il 2,4% del totale, con 571 infrazioni e altrettante persone denunciate in un anno, tra diportisti che oltrepassano i divieti di tutela delle aree marine più delicate o pirati che minacciano la sicurezza di altri natanti o dei bagnanti lungo le spiagge».

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