Calcio Lecce 

La lotta per il sogno, la festa, il ritorno tra i big: i giallorossi salutano un 2019 da favola

Dodici mesi di sofferenze, qualche paura, ma soprattutto gioie. Dodici mesi giallorossi da favola, quasi perfetti. Si può brevemente riassumere così il 2019 del Lecce, che dopo tanti ...

Dodici mesi di sofferenze, qualche paura, ma soprattutto gioie. Dodici mesi giallorossi da favola, quasi perfetti. Si può brevemente riassumere così il 2019 del Lecce, che dopo tanti anni, sportivi e per estensione solari, fatti di delusioni, si trovano finalmente a festeggiare la fine di un anno e l’inizio del nuovo dalla vetta della piramide del calcio italiano: la Serie A. Eppure in pochi lo avrebbero detto solo nel precedente inverno. Sì, perché questo 2019 il Lecce lo approcciò da neopromossa che stava sorprendendo in Serie B, tutt’altro che favorita per la promozione. Prima della ripresa delle ostilità dalla pausa natalizia, i giallorossi erano quarti, e a pari punti con il Verona. Pensare di superare una tra le battistrada Palermo (a +7) e Brescia era quasi impensabile, così come tenere ancora dietro una corazzata come il Benevento. Eppure il bello doveva ancora venire. Sì, perché da quel Lecce-Benevento 1-1 di metà gennaio in poi, i ragazzi di Liverani sbaglieranno davvero poco. E quando lo faranno (Cittadella, Palermo, Cremonese e Padova), si rialzeranno sempre con vigore, spaventando ogni avversario fino a prendersi un posto, il secondo, che non lasceranno più fino a fine stagione. Il 7-0 all’Ascoli, la vittoria di Perugia, il successo nel big match con il Brescia: queste le battaglie cardine condotte da Mancosu e compagni, che ne segnarono in positivo il cammino. E poi, il trionfo: 11 maggio 2019, Lecce-Spezia 2-1. Uno degli incontri destinati a scrivere la storia di un club piccolo e orgoglioso come quello salentino. Un match senza storia, che poteva finire in un solo modo. Questo perché a spingere Petriccione, La Mantia e soci non c’erano solo i 25mila del Via del Mare, ma un’intera terra in cerca di riscatto. E promozione fu. Dalla gloria al lavoro. Dal sogno realizzato, al sogno da mantenere. Il ritorno in Serie A andava onorato al meglio, lo sapevano Sticchi Damiani e soci che in estate hanno duramente lavorato per presentare un Lecce all’altezza del palcoscenico dei big dal quale mancava da sette, interminabili stagioni. Il Via del Mare è stato rinnovato, il boom degli abbonamenti ha segnato un biglietto da visita da Champions e il resto lo ha fatto il mercato. Tredici innesti per far capire che il Lecce non vuole essere una comparsa in Serie A. L’approccio con la quale non è stato facile: poker al passivo a San Siro con l’Inter, e ancor più bruciante sconfitta interna con il Verona. A spazzar via le paure la voglia di un collettivo di sorprendere come fatto già l’anno prima in B. Le imprese con Torino e Spal hanno rilanciato le quotazioni di un Lecce capace di fare i miracoli dopo la seconda sosta. Pari in casa Milan, pari interno con la corazzata Juve. Poi tanta lotta, qualche ko immeritato e la nuova prodezza di Firenze. Sul più bello, a fine anno, le amare sconfitte con Brescia e Bologna, segno che sarà una stagione di sofferenza. Ma il Lecce ha dimostrato di esserci, ha dimostrato di poter realizzare i propri sogni. Affinché anche il 2020, come l’anno che sta per finire, possa portare i colori giallorossi lì, dove meritano di stare: a battagliare con passione con il top del calcio italiano. Fonte: Salentosport.net 

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