L’ innovativa tecnologia REMS (di Echolight SpA), permette di diagnosticare in maniera rapida e non invasiva lo stato della propria salute ossea sui siti di riferimento (femore e colonna) e senza uso di raggi x. Questa nuova tecnologia italiana, unica al mondo, consente, inoltre, il monitoraggio continuo ed accurato del proprio stato osseo nei casi di terapia anticipando e prevenendo possibili rischi di frattura ossea. “Echolight promuove la campagna internazionale “YOUR BONE IDENTITY” il nuovo approccio di diagnosi personalizzata sul paziente allo scopo di prevenire le fratture invalidanti” - spiegano gli esperti. La differenza rispetto alla vecchia tecnologia è la capacità di misurare la qualità dell’osso, come ci spiega il dottor Muratore nell’intervista di oggi.
“Il metodo R.E.M.S. (Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry) supera tutti i principali limiti delle tecnologie QUS e DXA legati alla approssimativa modellazione dei tessuti, il posizionamento del paziente e la segmentazione manuale dell’immagine, fornendo misurazioni estremamente accurate - spiegano gli esperti -
Infatti, il posizionamento del paziente non influenza le misurazioni della BMD, poiché l’inclinazione fra il fascio di ultrasuoni e l’osso target dipende solo dal posizionamento della sonda, essendo questa operazione supportata, da un lato, da marcatori sullo schermo per facilitare il corretto allineamento tra fascio US e superficie ossea e, dall’altro, dalla selezione completamente automatica dei fotogrammi validi.
Inoltre, il numero di frame necessari per una diagnosi corretta è 1/25 dei dati effettivamente acquisiti: l’eccesso di dati acquisiti migliora l’affidabilità diagnostica. Questo assicura che i calcoli diagnostici siano eseguiti solo su dati acquisiti correttamente mentre i frames rumorosi e eventuali artefatti vengono eliminati e in ogni caso mai utilizzati per evitare di fornire un referto diagnostico non affidabile.
Quando l’acquisizione dei dati è completa, il processo è automatico e senza “fonti di errore che possono influenzare la ripetibilità della misura”.
Il metodo è stato sviluppato per valutare con precisione solo la regione appartenente al sito scheletrico analizzato: i tessuti e i modelli di elaborazione non influenzano le prestazioni diagnostiche.
L’INTERVISTA AL REUMATOLOGO, DOTTOR MAURIZIO MURATORE
Dottore, cos’ha di diverso questa nuova tecnologia?
“Si tratta di un nuovo densitometro a ultrasuoni: fino ad oggi i densitometri erano a raggi X. Quelli a ultrasuoni erano limitati alla zona del calcagno e alle dita delle mani. Gli strumenti standard indagano il femore e la colonna lombare, che sono più a rischio fratturativo. Però non c’è molta correlazione tra gli elementi periferici e la colonna. Questo nuovo strumento, invece, indaga a livello vertebrale a livello lombare”.
Anche gli USA hanno detto sì a questa tecnologia italiana...
“Certo, è un importante traguardo: anche perché ha dovuto superare tutta una serie di test”.
Come funziona la tecnologia R.E.M.S?
“Funziona come tutti gli apparecchi a ultrasuoni, con la sonda che indaga il segmento osseo interessato e non è operatore-dipendente: indaga e riceve uno stimolo solo per quelle ossa che deve studiare”.
Quali sono le differenze con l’apparecchio a raggi X?
“Mentre quello tradizionale misura la quantità, questo nuovo strumento misura anche la qualità dell’osso. Ci sono alcuni soggetti che presentano fratture e altri no: la densità ossea viene misurata con grande precisione. Si tratta di uno strumento che non viene condizionato dall’alterazione dell’osso, se siamo di fronte a un paziente che soffre di artrosi. L’apparecchio è stato studiato per diverso tempo, su 15 mila pazienti, ed è calibrato sulle nostre esigenze. I maggiori centri nazionali dell’osteoporosi si sono dotati di questa tecnologia. Abbiamo fatto una rete multicentrica nazionale e abbiamo validato, dal punto di vista qualitativo e funzionale, questo prezioso macchinario”.
Il grande passo in avanti e quello di poter valutare con grande precisione la qualità dell’osso, vero?
“L’osteoporosi non è soltanto quantità dell’osso o mancanza di quantità di osso, ma è anche dovuta alla qualità dell’osso. Un osso fragile può essere esposto a tanti problemi. Pensiamo al diabetico, che pur avendo una densità normale, si frattura le ossa con più facilità perché la qualità dell’osso è inferiore al livello necessario. Questa nuova tecnologia è fondamentale perché possiamo capire se un osso e effettivamente sano: una cosa difficile da appurare con certezza utilizzando altre tecnologie. Questo ci permette di monitorare meglio i soggetti diabetici, per esempio, evitando inutili interventi. Stiamo facendo degli studi importanti anche sui soggetti operati al seno, perché prendono determinati farmaci che possono danneggiare le ossa e la loro qualità. Queste pazienti sono costrette a prendere un farmaco che altera la qualità dell’osso e quindi noi attraverso questo macchinario teniamo la situazione sotto controllo e interveniamo. In questi soggetti, particolarmente esposti, ci sforziamo di utilizzare cure che migliorino la qualità dell’osso”.
Gaetano Gorgoni