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Scoliosi estrema, intervento straordinario su bimbo di 5 anni

Al Bambino Gesù sono riusciti a fare un altro “miracolo”: hanno operato una difficile deformità strutturale della colonna vertebrale che affliggeva un bambino di soli 5 anni....

Al Bambino Gesù sono riusciti a fare un altro “miracolo”: hanno operato una difficile deformità strutturale della colonna vertebrale che affliggeva un bambino di soli 5 anni. Il piccolo paziente è stato operato con barre di accrescimento magnetiche. A 4 mesi dall’operazione il miglioramento è del 50%. Questa è la storia di uno dei tanti successi da raccontare della sanità che l’Italia garantisce a tutti.   La scoliosi è una deformità che si presenta durante la crescita e peggiora nella fase della maturazione ossea (frontalmente si manifesta con un movimento di flessione laterale). Il problema raggiunge l’apogeo nella fase adolescenziale. Il polmone è l’organo più a rischio quando si soffre di questa deformità, ma anche il midollo spinale è fortemente in pericolo quando il problema si aggrava. In età adulta il problema può diventare doloroso, con deformità progressiva e problemi cardiorespiratori: è nella fase della crescita che si deve intervenire. Durante la crescita non si manifestano sintomi chiari: spesso la patologia viene individuata tramite uno screening con radiografia. Ci sono, invece, casi molto più gravi ed evidenti alla vista, già quando il paziente è nei primi anni di vita. Questo problema colpisce circa il 3% della popolazione pediatrica: può essere corretto con busti e corsetti e, nei casi più gravi e complessi, con la chirurgia. La correzione chirurgica è la strada rara, ma in alcuni casi la sola da percorrere. Non è ancora chiaro quale sia la causa della deformità: solo nel 20% dei casi si tratta di malformazioni congenite del rachide o del torace (oppure correlate a disordini neurologici o muscolari). La scoliosi può essere strutturata se presenta vertebre e dischi deformati e la curva laterale si associa a una rotazione che si traduce in gibbo o in una salienza paravertebrale. Si tratta di una patologia genetica multifattoriale complessa che può spiccare già dalla tenera età. Gli esperti del Bambino Gesù classificano la scoliosi anche a seconda dell’età: infantile (tra 1 e 7 anni), giovanile (tra 7 e 10) e adolescenziale (tra 10 e 15). La diagnosi deve essere tempestiva e bisogna subito applicare sistemi idonei a bloccare il peggioramento. Spesso si utilizzano delle cure non chirurgiche: l’applicazione di busti correttivi, come abbiamo accennato sopra, esecuzione di gessi correttivi in narcosi e corsetti rimovibili. IL TRATTAMENTO CHIRURGICO: UN SUCCESSO SU UN BAMBINO DI SOLI 5 ANNI  L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha raggiunto un importante traguardo: ha operato un paziente piccolissimo affetto da una scoliosi estrema, 116 gradi a livello toracico, con l’impianto di un sistema di barre di accrescimento magnetiche. Il piccolo è stato operato a 5 anni non ancora compiuti. Il bimbo affetto dalla Sindrome di Prader Willi, nel giugno scorso è stato sottoposto a un delicato intervento per correggere la deformità della colonna che metteva a rischio la funzione del cuore e dei polmoni. La malattia genetica rara, i problemi cardiaci, la grave scoliosi e l’età, facevano del piccolo un paziente ad altissimo rischio. «Abbiamo ricevuto tanti “no” prima di trovare una soluzione» -  racconta il papà in una lettera indirizzata all’Ospedale Pediatrico. «Siamo arrivati sino in Francia, ma la risposta era sempre la stessa: l’intervento è troppo rischioso». Il bambino è stato preso in carico dall’Unità Operativa Complessa di Ortopedia del Bambino Gesù diretta dal prof. Pier Francesco Costici. Il caso è stato sottoposto a una analisi approfondita per verificare la fattibilità di un intervento di alta complessità in cui vanno attentamente valutati i rischi e i possibili benefici. Al termine dell’iter, l’équipe guidata dal dott. Leonardo Oggiano ha eseguito l’operazione. «Non affrontare una scoliosi così grave voleva dire condannare il bambino a una qualità e a un’aspettativa di vita molto bassa. L’unica prospettiva di salute e di crescita era l’intervento» - spiega il chirurgo ortopedico Oggiano. «Nonostante la complessità del quadro clinico, abbiamo valutato che ci fossero tutte le premesse per procedere: l’operazione si è svolta senza problemi in meno di 3 ore e il piccolo paziente ha avuto un recupero perfetto». I GRANDI RISULTATI DOPO 4 MESI Oggi, a distanza di 4 mesi dall’operazione, la curva scoliotica del bambino è passata da 116 a 60 gradi. Le barre di accrescimento magnetiche hanno la finalità di guidare la crescita della colonna vertebrale durante l’età infantile, permettendo il controllo della scoliosi e, contestualmente, la crescita della colonna. Raggiunta la pubertà, verranno sostituite con un sistema permanente di viti e barre che correggeranno definitivamente la deformità vertebrale. La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale caratterizzata da curvatura e rotazione delle vertebre. Al Bambino Gesù, all’interno dell’Unità Operativa Complessa diOrtopedia e dell’Unità di Funzione di Chirurgia della Colonna, negli ultimi 3 anni sono stati eseguiti oltre 400 interventi di chirurgia vertebrale con varie tecniche. Una delle opzioni chirurgiche disponibili in età infantile è l’impianto delle barre di accrescimento magnetiche. Il Bambino Gesù è stato il primo ospedale pediatrico italiano a introdurre, nel 2011, questo sistema di correzione della colonna che oggi rappresenta lo standard mondiale del trattamento delle scoliosi in età precoce. È una tecnica mininvasiva: attraverso due piccole incisioni vengono inserite due barre metalliche a scorrimento magnetico che vengono successivamente manovrate dall’esterno. Questo sistema consente l’allungamento progressivo della colonna vertebrale senza necessità di ulteriori interventi chirurgici nel periodo di crescita del bambino. Le manovre vengono eseguite in regime ambulatoriale, con pazienti svegli. Dal 2011 ad oggi, i bambini trattati con le barre magnetiche sono stati oltre 50. «Era un intervento con tanti rischi - scrive ancora il papà di Fioel -ma siamo stati accompagnati passo dopo passo. Sono profondamente grato per l’aiuto dato a mio figlio e spero che possa essere salvata la vita di tanti altri bambini bisognosi di cura».  Gaetano Gorgoni

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