Politica Lecce Piano Coste, sfogo di Prete: "Cancella 86 anni di sacrifici", il sindaco: "Via solo cabine in cemento" Sotto accusa il nuovo Piano Coste del Comune in via di approvazione che prevede l'abbattimento delle strutture in cemento a ridosso della battigia. “Non riuscirete a cancellare 86 a... 20/09/2019 a cura della redazione circa 5 minuti Sotto accusa il nuovo Piano Coste del Comune in via di approvazione che prevede l'abbattimento delle strutture in cemento a ridosso della battigia. “Non riuscirete a cancellare 86 anni di storia perché in quel tratto di mare ci sono i sacrifici ed il sangue di mio nonno e di mio padre”. E' lo sfogo amaro di Alfredo Prete, presidente della Camera di Commercio, presidente del sindacato balneari della Confcommercio nonché titolare dello storico Lido York di San Cataldo che, in una lettera aperta, affidata a Facebook si rivolge direttamente al sindaco Carlo Salvemini e al vicesindaco Alesandro Delli Noci. L'argomento del lungo post riguarda il Pianop Coste del Comune in via di adozione e che, secondo quanto anticipato oggi dal Nuovo Quotidiano di Puglia, prevede l'abbattimento delle strutture in muratura costruite a ridosso della battigia. “Nel 1972 quando papà York costruì quel lido si affidò ad un architetto romano, che progettó un lido secondo i dettami dell architettura mediterranea, perciò lasciatemelo dire, fu edificato un bel lido con questi gruppi di cabine a staffa di cavallo che proteggevano dai venti ed un bar ristorante dalle forme armoniose, veramente una bella struttura - scrive Prete nel suo post notturno - oggi questa struttura invece di essere difesa perché oggettivamente bella deve essere demolita e ridimensionata in base alla concezione da voi sviluppata del piano delle coste. La cosa più tragica è che di fronte a queste prospettive non concedete neanche la proroga della concessione demaniale così come prevista da una legge nazionale, trincerandovi dietro al fatto che le concessioni scadranno nel 2020, forse non lo sapete ma il 2020 per un imprenditore è domani.Eppure io come tanti miei colleghi abbiamo già inviato le domande e son passati abbondantemente i fatidici 60 giorni, senza aver avuto uno straccio di risposta mentre avete introitato il canone demaniale 2019 entro il 15 settembre Ora mi dite come c... faccio a programmare il benché minimo investimento, le banche giustamente di fronte a queste incertezze sono pronte a revocare mutui e finanziamenti. E dove siete stati cari amministratori in questi anni, dove con enormi sacrifici in una marina di merda (scusatemi) noi imprenditori balneari abbiamo cercato di tenere alta la bandiera del turismo balneare leccese offrendo servizi di qualità. Se la sera non ci fossero state le luci e la vita del lido York a ravvivare quel tratto di lungomare, il lungomare sarebbe stato un vero e proprio mortorio. Qualcuno/a della vostra amministrazione, io l'ho visto solo in campagna elettorale girare per San Cataldo, non mi ricordo mai di averlo visto passeggiare per la marina durante l'estate, forse San Cataldo è troppo nazional popolare, meglio gli yacht a largo di Tricase o Gallipoli. Cari Carlo ed Alessandro scusate lo sfogo, ma alla fine della stagione dopo tutto il lavoro mio, di mia moglie e del mio staff sapevamo che non avremmo avuto una medaglia al merito, ma si pensava già a programmare la prossima stagione, partendo da marzo 2020 in un ottica di destagionalizzazione così come ormai faccio da tre anni a questa parte. Invece cosa devo programmare se non so neanche se esisterò più, se dovrò demolire se sarò ridimensionato, ma vi sembra normale giocare sulla pelle degli imprenditori. Forse come ente invece di fare i primi della classe vi sareste dovuti raccordare attraverso l'Anci anche con gli altri comuni costieri salentini, iniziando dal comune di Vernole (San Cataldo ha due amministrazioni competenti ed è assurdo non pensare ad un unico piano delle coste) poi Melendugno, Otranto fino a Gallipoli e Porto Cesareo, perché non si può avere disparità di trattamento. Forse vi potrà sembrare un post dai toni troppo alti invece sono totalmente deluso ed amareggiato più che incazzato, perché oggi il mio futuro e quello della mia famiglia non ha prospettive ma è in mano alle “paturnie” ed alle convinzioni politiche (spero non vendette politiche)di alcuni soggetti che decideranno se la mia azienda dovrà continuare ad esistere ed in che modo”. Una risposta diretta del sindaco Carlo Salvemini è arrivata come commento al post che nel frattempo ha suscitato moltissime reazioni. “Stupisce la reiterazione di argomenti da parte tua che davo per acquisiti ma che evidentemente - non so se consapevolmente o meno - torni a mettere in discussione. Cosa prevede la proposta del piano comunale delle coste nello specifico che ti riguarda? Che entro due anni dalla sua approvazione le strutture in cemento armato devono - in applicazione di una legge e non di una valutazione discrezionale del Comune o del capriccio del sindaco - essere riconvertite in materiale removibile. In ragioni di un interesse pubblico legate alla tutela del paesaggio e alla difesa dell'erosione costiera. Il sindaco e gli amministratori pubblici sono sottoposti alla legge, in questo caso quella regionale. Quindi non c'è nessuna previsione di chiudere il lido York, come lasci intendere: il Piano non mette in discussione la concessione balneare sul quel tratto di litorale ma solo e soltanto la permanenza dei famosi archi così come sono stati realizzati negli anni passati. l'aver sostenuto che noi vogliamo fare chiudere il tuo stabilimento - nel quale la mia famiglia ha trascorso tanti estati e dove tutt'ora villeggia la famiglia di Alessandro - è quindi una clamorosa falsità che mi sorprende dover leggere in ragione delle tanti discussioni avute, anche recentissimamente. Sul tono complessivo del tuo sfogo che lamenta addirittura una nostra latitanza dalle marine leccesi preferendo yacht e altro tralascio perché è offensiva di una stile di vita - il mio e quello di chi mi è accanto in giunta - che dovresti conoscere meglio e rispettare di più. Non considero come scrivi San Cataldo una "marina di merda": è una ricchezza del nostro territorio che soffre di alcune mancanze sulle quali stiamo da due anni convintamente e appassionatamente lavorando. Il piano delle coste- insieme alla proposta delle rigenerazione delle marine e agli investimenti strategici inseriti nel cis - puntano ad una nuova centralità della nostra costa perchè dopo anni di inconsapevolezza stiamo mettendo al centro lo slogan che Lecce e' il suo mare. Quanto al rinnovo delle concessioni il tema è talmente normativamente complicato, impervio che il tar di Lecce nei prossimi giorni ha organizzato un convegno ad hoc chiamando i migliori amministrativisti d'Italia per offrire un contributo di chiarezza che saremmo interessati ad acquisire. Essere sindaco non è meno gravoso del ruolo di imprenditore balneare, te lo garantisco. ogni giorno si è chiamati a prendere decisioni difficili, ogni giorno si è chiamati a rispondere del proprio operato. quindi la tua preoccupazione è anche la nostra di amministratori”.
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