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Stato di emergenza climatica: consiglio comunale di Melendugno approva all'unanimità

Anche il Comune di Melendugno ha deciso di adottare lo stato di emergenza climatica. La dichiarazione è stata approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale con grande partecipazione ...

Anche il Comune di Melendugno ha deciso di adottare lo stato di emergenza climatica. La dichiarazione è stata approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale con grande partecipazione della cittadinanza che già ha sottoscritto in numero crescente la petizione, aperta sulla piattaforma on line "www.petizioni.com" e intitolata "Dichiarazione emergenza climatica", contenente la richiesta, rivolta al Governo italiano ma anche alle Regioni e ai Comuni italiani, di "dichiarare lo stato di emergenza climatica" attraverso un impegno concreto di contrasto al fenomeno antropogenico dei cambiamenti climatici. Partendo dal presupposto che “L’emergenza climatica non deriva affatto da una situazione naturale o da un evento imprevisto o imprevedibile, ma dal persistente inadempimento degli obblighi internazionali degli Stati, rispetto all’accordo di Parigi, al  “rapporto speciale” 2018 dell’Ipcc e ai Sdgs al 2030 dell’Onu", il 1 luglio il Comune di Melendugno ha deliberato lo stato di emergenza climatica mettendo nero su bianco otto punti che si impegna a rispettare per cominciare a dare una risposta alla crisi ambientale. Alla seduta consiliare ha preso parte anche il professore Carducci, ordinario di Diritto Costituzionale Comparato e Diritto climatico dell'Università del Salento, facoltà di Giurisprudenza, il quale ha illustrato i punti cardine di questa dichiarazione e il perché è così importante adottare un documento che già è stato fatto proprio da alcuni comuni salentini e italiani e da diverse istituzioni a livello mondiale. "Il clima - spiega il professore nella sua lettera aperta - definisce una situazione intergenerazionale e interspaziale di "sistema", che richiede assunzioni di responsabilità diverse, rispetto alle normali decisioni e deliberazioni assunte sul solo fronte ambientale. Determinante è la sua proiezione temporale. Di conseguenza, discutere di clima significa discutere di futuro in termini di "sicurezza" sulle conseguenze che le nostre decisioni od omissioni di oggi consegneranno a chi verrà dopo di noi, qui e altrove; discutere di clima significa discutere di responsabilità intergenerazionale e interspaziale sulle nostre volontà di oggi sul domani". Ecco perché risulta fondamentale che i Comuni approvino e dichiarino lo stato di "emergenza climatica" assumendo la responsabilità di controllare in qualche modo l'avanzare di tale fenomeno tentando di ridurne al minimo gli effetti nel lungo periodo garantendo condizioni di sicurezza climatica alle generazioni future attraverso delle misure di mitigazione, resilienza, adattamento, non regressione. Facendo un parallelismo con il "Codice della strada", il diritto climatico internazionale "serve a ridurre al minimo i rischi della mobilità della vita di oggi e di domani, previsti dalla scienza e dalla statistica, fissando obblighi e divieti in funzione del principio "in dubio pro securitate". Pertanto, lo si rispetta in "buona fede" come si rispetta in "buona fede" il codice della strada: ossia al di là delle proprie convinzioni, ma per garantire che la sicurezza prevalga sui dubbi". Dichiarare lo stato di "emergenza climatica", quindi, vuol dire assumere consapevolezza di questa responsabilità e richiedere che da tutti sia rispettata in "buona fede": in questo i Comuni hanno una precisa responsabilità essendo gli enti più prossimi alla vita delle presenti e future generazioni. L'ammissione e la dichiarazione dell'emergenza, inoltre, comporta maggiori possibilità di un'apertura al dibattito pubblico diffuso, sempre più informato e plurale a beneficio della collettività. “Sono soddisfatto e particolarmente orgoglioso per la scelta compiuta ieri dal Consiglio Comunale di Melendugno in rappresentanza della totalità della comunità di Melendugno e Borgagne circa questa dichiarazione che affianca il nostro Comune a tante altre città italiane ed europee e ad interi Stati come il Regno Unito e l’Australia – ha affermato a margine il Sindaco di Melendugno, Marco Potì - . Si tratta di una scelta di civiltà e rispetto per le future generazioni. Aderiamo all’appello che hanno lanciato il 100% degli scienziati raccolti intorno agli organismi delle Nazioni Unite che per il 97% riconosce l’emergenza climatica e il clima come uno dei problemi principali della vita di ognuno di noi. La nostra delibera impegna da subito il Governo e i decisori a ogni livello di dire stop all’utilizzo delle fonti fossili come il carbone, in particolare in riferimento al nostro territorio Cerano ed ILVA, e il metano, responsabili delle alterazioni climatiche. Il metano e i gasdotti in particolare, con le perdite delle tubazioni e le emissioni delle centrali, sono 27 volte più clima alteranti del carbone. Bisogna agire subito: i prossimi 12-13 anni sono cruciali per impostare le strategie future perché dal 2030 al 2015 potrebbe verificarsi una catastrofe. Siamo determinati ad applicare il principio di precauzione: nel dubbio fermiamoci e cambiamo. Le rivoluzioni partono dal basso, dalle città, dai Comuni, per poter affrontare i cambiamenti dell’intero pianeta”. 

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