Salute Sette Gallipoli 

Reni sani: bere due litri di acqua al giorno, evitare antiinfiammatori

  Siamo andati nell’Ospedale “Sacro Cuore di Gesù”, a Gallipoli, per conoscere i tre nefrologi che garantiscono la dialisi anche ai turisti: il centro gallipolino cerc...

  Siamo andati nell’Ospedale “Sacro Cuore di Gesù”, a Gallipoli, per conoscere i tre nefrologi che garantiscono la dialisi anche ai turisti: il centro gallipolino cerca di essere un punto di riferimento per il territorio. Ecco i consigli per salvaguardare i nostri reni: bere tanta acqua e limitare l’uso di FANS e antibiotici. Fin da giovani sono consigliate le analisi delle urine almeno ogni due anni. I problemi ai reni cominciamo in maniera silente e scoppiano all’improvviso: a Gallipoli il Centro di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale “Sacro Cuore di Gesù” continua a organizzare iniziative per spiegare quanto sia importante la prevenzione, anche dal punto di vista del risparmio economico per le famiglie e per il sistema sanitario. “Il malfunzionamento del rene, nelle fasi iniziali, non dà segno di sé - spiega il nefrologo Oronzo Lazzari - I problemi di questo tipo lavorano in sordina all’inizio, quindi se si adotta uno stile scorretto di vita è inevitabile che i reni ne risentano. La prevenzione primaria consiste essenzialmente nel fare sport, nel mangiare cibi sani e nell’evitare l’abuso di medicinali. Solo quando c’è un’insufficienza renale avanzata i problemi che riguardano i reni si manifestano. L’ipertensione, i gonfiori agli arti inferiori e gli edemi sono i campanelli d’allarme che devono spingerci a contattare subito uno specialista. Tra i segnali, che invito tutti i pazienti a non sottovalutare, c’è la nicturia, cioè alzarsi 2 o 3 volte la notte per orinare (è un bisogno impellente: tra gli uomini si può erroneamente pensare che sia legato alla prostata, ma si tratta spesso di insufficienza renale)”. I controlli devono essere fatti ai primi segnali che il corpo ci dà. “Bisogna controllarsi quando si è sani - spiega l’esperto - Un esame delle urine, anche dai 15 anni non costa nulla. Bisogna controllare la microematuria ( e anche la più evidente macroematuria), cioè se c’è sangue nelle urine: questo è un segnale chiaro di patologia renale, che può essere legato a calcolosi. Bisogna stare attenti, perché in giovane età si gioca la partita per dopo: una patologia diagnosticata in tempo può essere sconfitta con molta meno sofferenza. Bisogna cercare di giocare d’anticipo con l’insufficienza renale, partendo subito con una terapia mirata ed efficace. Le cause che fanno scatenare l’insufficienza renale possono riguardare l’organo, ma anche la setticemia, che colpisce diversi organi. In ogni caso interveniamo con la dialisi per cercare di rimuovere quelle sostanze che vengono prodotte dall’organismo e che fanno male al rene. Dal 2012 in questo centro siamo specializzati in trattamenti dialitici continui in terapia intensiva e lavoriamo in maniera multidisciplinare, soprattutto nei casi di setticemia: i trattamenti possono durare dalle 24 alle 72 ore, quindi ci coordiniamo con il personale di rianimazione per seguire il paziente, passo dopo passo in quelle ore”.  BERE ALMENO 2 LITRI DI ACQUA ED EVITARE L’ABUSO DI ANTINFIAMMATORI Se siete consumatori abituali di antinfiammatori anche per un minimo mal di testa, questo articolo dovrebbe servire a cambiare questa abitudine pericolosa per i vostri reni. “In qualità di giovane nefrologo mi sforzo di sensibilizzare tutti i giovani a non abusare dei medicinali come gli antinfiammatori, che troppo spesso vengono utilizzati incautamente (senza conoscere le criticità di un utilizzo cronico) - chiarisce il nefrologo Giuseppe Leonardi - I reni anche nei più giovani possono dare problemi: si pensi alla calcolosi che è una patologia così sottovalutata. Molto spesso ci si dimentica di bere, presi dalla routine quotidiana ma bisogna sapere che sono necessari almeno 2 litri d’acqua al giorno. Bisogna ricordarsi di portare sempre con sé una bottiglietta d’acqua”. Dunque, un soggetto sano e giovane deve mantenere una media di due litri d’acqua al giorno. È necessario non arrivare a sentire la sensazione di sete, soprattutto con le temperature estive che sfiorano i 40 gradi.    Quello che preoccupa di più i nefrologi è l’abuso di antinfiammatori per combattere qualsiasi sintomo: le donne li usano molto spesso nella fase premestruale. “Dobbiamo limitare al massimo l’uso di antinfiammatori, se necessario meglio optare per la tachipirina, che non ha gli effetti dannosi di un antinfiammatorio preso con troppa frequenza: l’effetto è più blando, ma meno deleterio” - spiega il dottor Leonardi. La società spesso ci impone dei ritmi frenetici: non arrestare mai la produzione è il tipico mantra delle società capitalistiche. Quindi, ci automedichiamo velocemente con un antinfiammatorio anche per un mal di testa che ci può far lavorare male. “Questo abuso di FANS, sempre più evidente dell’ultimo decennio, è una delle cause dei peggioramenti della funzione renale. L’antinfiammatorio inibisce la sintesi di prostaglandine,  fattori che vasodilatano una componente vascolare del glomerulo renale filtrante. In questo caso il danno può essere cronico, quindi molto grave”. L’OSPEDALE DI GALLIPOLI PUNTA A DIVENTARE UN RIFERIMENTO PER LA NEFROLOGIA SALENTINA “A Gallipoli si sta realizzando una nefrologia di alto livello” - ha spiegato il presidente dell’Ordine dei Medici Donato De Giorgi, intervenuto nel convegno sul danno renale acuto nel paziente critico, che si è tenuto nella sala stampa del presidio ospedaliero del Sacro Cuore di Gesù. “La nefrologia in questo ospedale è un segnale assolutamente positivo, un’inversione di tendenza. Finalmente c’è il personale in un numero che può dare garanzia dal punto di vista della completezza dell’offerta. È molto interessante il lavoro multidisciplinare che si fa qui: i medici nefrologi lavorano in squadra con il reparto di rianimazione e con la Cardiologia intensiva. La moderna medicina ci impone di lavorare così: del resto non è possibile nemmeno una chirurgia di livello se non c’è un buon apporto da parte della nefrologia. Il convegno di oggi è stato in grado di diffondere alcuni concetti scientifici, ma anche organizzativi per far funzionare meglio un ospedale. Per questo mi sono complimentato con il dirigente Alessandro d’Amelio”. “In questi 10 anni nefrologia è cresciuta tantissimo: naturalmente, il percorso di crescita è strettamente legato al personale. In questo momento si sta facendo molto, ma si è sempre fatto tanto in relazione alle energie che si hanno a disposizione- puntualizza il direttore dell’ospedale, Egidio Dell’Angelo Custode - Anche quest’anno siamo riusciti a garantire la dialisi estiva a tutti i turisti con problemi renali che sono venuti a fare le vacanze qui da noi. Anche quest’anno offriamo un servizio a una media di almeno 30 turisti”. “La nefrologia a Gallipoli ha fatto tanti passi in avanti, già prima che io arrivassi  - spiega il responsabile di nefrologia e dialisi dell’ospedale di Gallipoli, Alessandro D’Amelio - Io raccolgo i frutti di un lavoro lungo un decennio, che oggi ci porta a garantire anche la dialisi estiva. Serviamo un’utenza che viene pure da fuori Italia, perché Gallipoli è una meta turistica internazionale. Oggi la tecnologia ci viene incontro e noi dobbiamo essere capaci di sfruttare tutte le opportunità che vengono offerte dall’avanzamento scientifico e tecnologico.  L’obiettivo è quello di essere sempre più radicati sul territorio e di poter offrire migliori servizi alla popolazione, ma anche di continuare a fare prevenzione, come abbiamo fatto con delle manifestazioni di successo in cui abbiamo offerto gratuitamente screening e consulenze a tutti (nell’ambito della Giornata Mondiale del Rene). Noi promoviamo un lavoro d’équipe che coinvolga tutte le figure del territorio, dal medico curante a tutti gli altri centri. Il medico di base deve essere la sentinella che individua queste problematiche e che inserisce nel ‘percorso nefrologico’ il paziente. Dobbiamo riuscire a creare una gestione integrata ed efficace di questi pazienti. Specialisti, cardiologi, rianimatori, tutte le figure professionali devono essere in grado di dare un contributo e di lavorare all’interno della rete della nefrologia pugliese”.  Gaetano Gorgoni

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