Salute Sette Lecce Tumori rari, le radiofrequenze dei ripetitori e cellulari sotto accusa Abbiamo già parlato in passato delle pericolose conseguenze delle radiofrequenze sul cervello: da tre mesi, però, stanno facendo discutere tantissimo le ricerche dell’Istituto Rama... 31/05/2019 a cura della redazione circa 4 minuti Abbiamo già parlato in passato delle pericolose conseguenze delle radiofrequenze sul cervello: da tre mesi, però, stanno facendo discutere tantissimo le ricerche dell’Istituto Ramazzini di Bologna. La scienziata Fiorella Belpoggi ha lanciato l’allarme malattie tumorali rare. Sappiamo ancora troppo poco sulla nocività delle radiofrequenze rispetto al nostro organismo. Si fa poca ricerca in questo campo e prevale quasi sempre l’interesse economico. Non bisogna demonizzare le nuove tecnologie ed è necessario sempre avere dei dati chiari, ma le ricerche continuano a dirci che cellulari e ripetitori della telefonia mobile potrebbero essere più nocivi di quanto ne sappiamo oggi. Adesso che si comincia a parlare di 5G e delle infinite possibilità delle radiofrequenze gli studiosi si interrogano sugli effetti di queste radiazioni. Quando si parla di principi di precauzione e della pericolosità di oggetti che fanno parte della vita quotidiana, torna alla mente la vecchia storia dell’eternit: si è fatto tanto business, per cento anni, anche dopo aver scoperto che provocava un tumore rarissimo, prima di bandire definitivamente un prodotto che regnava incontrastato nelle nostre vite. Cominciamo col dire che cellulari e antenne della telefonia emanano radiazioni che incidono inevitabilmente sulle nostre cellule. Sulle scatole dei nostri telefonini possiamo notare le indicazioni relative al tasso di assorbimento specifico delle radiazioni (meglio conosciuto come SAR, Specific Absorption Rate). Il cambiamento termico che avviene sulle nostre cellule quando abbiamo un telefonino vicino non è da sottovalutare. Fiorella Belpoggi, Direttore del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini, ha diffuso alcuni dati scientifici inquietanti sulle possibili forme di tumore rarissime scatenare dall’esposizione prolungata alle radiofrequenze. LA PIÙ GRANDE RICERCA AL MONDO SULLE RADIOFREQUENZE Nell’Istituto Ramazzini di Bologna, dal 2005 al 2008, è stata portata avanti la più grande è importante ricerca a livello mondiale sugli effetti delle radiofrequenze: un approfondimento che continuerà e che non mancherà di riservare nuove sorprese. Gli esperimenti sono stati fatto sugli animali (2248 esemplari) con quattro gruppi sperimentali. Gli animali trattati hanno subito delle radiofrequenze pari a 1,8 GHz in maniera continuativa, ma con un campo elettrico diverso. Al centro di una stanza è stata collocata una specie di antenna da telefonia e intorno sono stati messi tutti gli animali. È stata simulata la situazione tipo di un condominio che ha nei paraggi un’antenna di telefonia. I ratti, essendo “uomo-equivalenti”, sono stati scelti per questo tipo di ricerca, perché sono capaci di rispondere agli stimoli in maniera molto simile agli esseri umani. Questi animali sono stati irradiati dalla fase prenatale fino alla loro morte con queste radiofrequenze di intensità pari a quelle che emettono i nostri telefonini (2G e 3G). In altre parole, è stato simulato l’impatto sull’organismo delle antenne telefoniche e dei cellulari. Contemporaneamente anche negli Stati Uniti è stato fatto uno studio simile e i risultati non cambiano: questo tipo di radiazioni possono scatenare delle forme di tumore rarissime. La direttrice Fiorella Belpoggi ha supervisionato questo studio del Ramazzini di Bologna e lo ha confrontato con lo studio fatto da autorevoli scienziati americani per il National Toxicologic Program (USA): le forme tumorali che vengono alla luce sono simili sia per quanto riguarda le radiofrequenze delle antenne che per i cellulari. Stiamo parlando di malattie rare delle cellule nervose. La ricerca è stata finanziata dall’Istituto Ramazzini, da Arpa, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Carisbo, Inail, Protezione Elaborazioni Industriali (P.E.I.), Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Children With Cancer (UK) e dall’Environmental Health Trust (USA). LE RADIOFREQUENZE E LE MALATTIE RARE DELLE CELLULE NERVOSE Gli studiosi del centro bolognese, pur avendo lavorato su esposizioni inferiori a quelle dei ricercatori americani hanno individuato un aumento dell’incidenza delle lesioni, già riscontrate nello studio USA: sono stati riscontrati tumori rarissimi nel cuore (si è verificata la mutazione delle cellule di Schwann) sia nei ratti maschi che femmine, oltre a gliomi maligni (tumori del cervello) nei ratti femmine alla dose più elevata. Uno su cento ratti aveva contratto uno Schwannoma del cuore: un tumore rarissimo. Poi, i ricercatori hanno constatato altri casi simili ogni 20 ratti. Stessi tumori del cuore riscontrati nell’esperimento americano, che indicano un’amara realtà: l’esposizione eccessiva ai telefonini e alle radiofrequenze delle antenne non solo danneggia il cervello, ma anche il cuore. Questa diventa una scoperta epocale, se si riflette sul fatto che le radiazioni wireless hanno effetti biologici e che il 5G (la nuova tecnologia che avanza, capace di far circolare le auto senza guidatore) immette nell’atmosfera radiazioni ancora più potenti. “Anche con il cloruro di vinile, che è una plastica, ci si accorse che era tossico perché provocava un tumore rarissimo: l’angiosarcoma del fegato. L’evenienza di un tumore raro è sempre la dimostrazione che c’è qualcosa che non va. Oggi si cerca di fuorviare un evidenza consolidata per motivi di business. Siamo in balìa di un’industria che non ha speso un centesimo per la sicurezza dei loro prodotti”- dichiara la scienziata Belpoggi alla Rai. La ricerca è ancora in atto e c’è la necessità di approfondire altri tipi di tumori riscontrati sugli animali. Secondo gli esperti, la tecnologia 5G dovrebbe passare uno scrupoloso esame sulla sicurezza. Il principio di precauzione e le leggi europee di difesa dei consumatori lo impongono. Gaetano Gorgoni
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