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Aria polare sul Mediterraneo: freddo anomalo a maggio

Freddo fortemente anomalo, per il periodo! Possiamo riassumere così i primi 20 giorni di questo anomalo mese di maggio. In tal senso, risulta molto utile considerare non solo le anomalie, ossi...

Freddo fortemente anomalo, per il periodo! Possiamo riassumere così i primi 20 giorni di questo anomalo mese di maggio. In tal senso, risulta molto utile considerare non solo le anomalie, ossia gli scarti dalle medie di riferimento, ma anche la variabilità climatica tipica del luogo. A tal proposito, come ormai consuetudine, utilizziamo un potente indice statistico, l’Indice di Temperatura Standardizzato (STI – Standardized Tempearture Index, in inglese), che si ottiene dividendo lo scarto dal valore medio del periodo per la deviazione standard. E’ proprio la deviazione standard a fornirci informazioni importanti relativamente all’intervallo di normalità climatica di una data località, ossia quell’insieme di valori di temperatura da considerarsi “normali” per un dato periodo in esame. L’STI è quindi un indice molto più robusto rispetto al semplice scarto dalla media e, pertanto, ci permette di quantificare l’anomalia definendola: Caldo anomalo, se l’indice è maggiore di 1; Freddo anomalo, se è minore di -1; Normalità climatica, se l’indice è compreso tra -1 e 1. Alla luce di questa doverosa premessa, l’analisi del grafico in Figura 1 mette chiaramente in risalto una situazione di freddo fortemente anomalo soprattutto per la stazione di S.M. di Leuca dell’Aeronautica Militare e, in misura minore, anche per la stazione di Galatina. L’analisi si può ovviamente estendere al resto del territorio salentino, per il quale infatti le prime due decadi di maggio 2019 terminano con uno scarto dalla media 1981-2010 pari rispettivamente a -1.75° e -2.26°. (Figura 1 in gallery: Standardised Temperature Index giornaliero riferito alle stazioni di Galatina e Santa Maria di Leuca dell’Aeronautica Militare. Fonti: dati 2019 a cura del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare; storico dal 1981 a cura di SCIA – Ispra). La causa di questo clima decisamente freddo oltre che piovoso, con accumuli che localmente hanno letteralmente sbriciolato record storici dal 1928, è da ricercarsi nell’anomala presenza in sede mediterranea di figure di bassa pressione, “incastonate” in aree invece con un’anomala presenza dell’alta pressione (Figura 2). Davvero ragguardevole il fatto che l’anomalia del geopotenziale raggiunga il picco negativo, pari a ben -10 dam, proprio sull’Italia Centrale. L’analisi si fa ancora più interessante se analizziamo l’intensità e la direzione media, per il periodo in esame, delle correnti alla quota di riferimento di 250 hPa. Si tratta di una quota strategica, collocata a circa 10000 metri di altezza, dove scorrono mediamente la corrente a getto polare e sub-tropicale, forti correnti responsabili degli scambi di calore tra l’area calda equatoriale e quella fredda polare. La mappa in Figura 3 (in gallery) evidenzia chiaramente un’anomala quanto intensa presenza della corrente a getto polare proprio in sede mediterranea, con un ingresso dall’Atlantico e una risalita verso i settori nord-orientali europei. La corrente a getto subtropicale, invece, è confinata ben più a sud, a latitudini tropicali e quindi non visibile in figura. Senza entrare in dettagli tecnici, semplificando il discorso, le oscillazioni meridiane della corrente a getto, note come Onde di Rossby o onde planetarie influenzano pesantemente il tempo di vaste regioni del pianeta. Un’ondulazione del jet stream polare mediamente stazionaria proprio in corrispondenza del Mediterraneo può dunque considerarsi una tra le cause principali di questa anomala persistenza di figure di bassa pressione sul Mediterraneo e, quindi, anche sul nostro territorio.  Foto in copertina: Prime due decadi di maggio 2019 su scala europea: rianalisi delle anomalie del geopotenziale a quota 500 hPa (circa 5000 metri). Fonte: NOAA Earth System Research Laboratory, rielaborazione grafica SuperMeteo. Fonte: supermeteo.com

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