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Baia di Sant’Isidoro liberata da barche, cime e corpi morti

Sommozzatori della Capitaneria di Porto in azione, la soddisfazione del delegato Verardi. I sommozzatori della Capitaneria di Porto di Gallipoli hanno effettuato ieri la pulizia dei fondali della b...

Sommozzatori della Capitaneria di Porto in azione, la soddisfazione del delegato Verardi. I sommozzatori della Capitaneria di Porto di Gallipoli hanno effettuato ieri la pulizia dei fondali della baia della marina di Sant’Isidoro dai corpi morti, dalle cime e dalle catene, “eredità” dei natanti occupanti abusivamente questo specchio d’acqua e rimossi appena 24 ore prima. La stessa Capitaneria, infatti, insieme al personale dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo e del Comune di Nardò, per esigenze di tutela della sicurezza dei bagnanti, hanno condotto lo scorso martedì una operazione finalizzata a intimare ai proprietari di abbandonare questo spazio e il relativo attracco abusivo e di sequestrare i mezzi inadempienti. Ieri poi l’intervento di pulizia di quello che le imbarcazioni hanno lasciato, cioè appunto corpi morti, cime e catene varie che rendevano impraticabile la balneazione e indecoroso il fondale di quest’area. Una novità importante per Sant’Isidoro che risolve finalmente il problema antico dei natanti che senza alcun titolo autorizzativo hanno occupato per anni questo spazio, rappresentando soprattutto un elemento di pericolo per i bagnanti. Per l’amministrazione comunale ha seguito personalmente questi interventi il consigliere delegato alla marina di Sant’Isidoro, alla pesca e alla valorizzazione delle risorse del mare Giuseppe Verardi. “In questa baia - spiega Giuseppe Verardi - il fenomeno degli attracchi abusivi era diventato quasi normalità, un inaccettabile sopruso illegale perpetrato in barba alla legge, al senso civico e al rispetto degli altri. Questo è un luogo bellissimo, che d’estate è molto frequentato, per cui liberarlo da queste imbarcazioni abusive era l’esercizio di un dovere sacrosanto. Un’altra buona notizia per la marina di Sant’Isidoro, che credo stia conoscendo una stagione di rinascita dopo essere stata per tanto, troppo, tempo, la cenerentola del litorale neretino”.       

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