Salute Sette Lecce 

La depressione: la lezione del professor Mario Maj e le proposte degli psichiatri

Un importante incontro all’Hotel Hilton di Lecce ha fatto il punto sulle ultime ricerche in questo campo. Il disturbo depressivo maggiore è una patologia psichiatrica o disturbo dell&rsq...

Un importante incontro all’Hotel Hilton di Lecce ha fatto il punto sulle ultime ricerche in questo campo. Il disturbo depressivo maggiore è una patologia psichiatrica o disturbo dell’umore caratterizzata da perdita di autostima, di interesse e di piacere in attività considerate piacevoli. È uno “svuotamento” graduale che porta a una vera e propria disabilità che coinvolge la sfera affettiva e cognitiva del paziente. Il degrado della qualità della vita è evidente: rapporto con la famiglia, studio, lavoro, sonno e salute vengono travolti da questa malattia. “La depressione dovrebbe essere concettualizzata come una condizione analoga ad altre patologie comuni, come l’ipertensione e il diabete, per le quali si può osservare nella popolazione un continuum di stati, con la possibilità di fissare diverse soglie per vari scopi”. La lettura magistrale di apertura di un importante convegno psichiatrico svolta dal professor Mario Maj, luminare riconosciuto per autorevolezza didattica e scientifica maturata negli anni, svela ai partecipanti accorsi all’Hotel Hilton Garden di Lecce tutti i segreti della diagnosi e cura del “mal di vivere”. La depressione è un disturbo mentale comune che colpisce più di 300 milioni di persone (11 milioni in Italia, circa il 20 per cento della popolazione: secondo l’AIFA, un’incidenza superiore quattro volte rispetto alla media europea), in ogni età della vita. Si tratta di una patologia più diffusa nel sesso femminile. Uno stato depressivo acuto, in assenza di trattamento, può portare al suicidio. Inoltre, la depressione è la principale causa di disabilità a livello mondiale e tra tutte le malattie si piazza al primo posto nel generare costi per la società. Esistono trattamenti efficaci e sostenuti da evidenze scientifiche: bisogna, però, saper riconoscere i sintomi per tempo e intervenire subito con una terapia adeguata. Oggi il problema principale è saper distinguere la depressione rispetto a una forma passeggera di tristezza. Diagnosticare e trattare in tempo la depressione significa evitare pericolose degenerazioni. “Bisogna tenere conto della natura dei sintomi depressivi per capire la gravità - spiega Maj - le depressioni sono eterogenee per livelli di gravità, per i diversi sottotipi, per le modalità di decorso e per tanto altro”. Esistono diversi sottotipi di depressione, come quella ansiosa, che ha un rischio suicidario più elevato. I livelli di gravità e le terapie sono diverse a seconda che si tratti di depressione lieve (pochi sintomi), moderata (quella che con più sintomi rispetto alla prima) e grave (numero di sintomi in eccesso, grave disagio e compromissione lavorativa e sociale). Nel corso della prima giornata del Convegno Scientifico Internazionale “Tailored strategies for the treatment of depression and psychotic disorders” sono state approfondite le problematiche correlate ai modelli eziopatogenetici e terapeutici della Depressione, alla luce delle nuove opzioni terapeutiche disponibili. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che ha più volte richiamato l’attenzione sull’importanza di prevenire e trattare la Depressione, ha lanciato nel 2017 la campagna di informazione “Depression. Let’s talk”. I TRE APPROCCI PER DISTINGUERE LA DEPRESSIONE DALLA TRISTEZZA PASSEGGERA Ci sono tre tipi di approcci diagnostici. Approccio “contestuale”: la depressione al contrario della tristezza normale non è collegata a un evento esistenziale o è sproporzionata rispetto all’evento che la precede per la sua intensità e durata e per la compromissione funzionale che produce. Approccio “qualitativo”: esiste una differenza qualitativa tra depressione e tristezza, il depresso perde la capacità di esperire il piacere in genere. Approccio pragmatico: dal momento che esiste un continuum dello stato depressivo, il confine tra la depressione e la tristezza normale dovrebbe essere fissato su basi pragmatiche (cioè secondo il criterio dell’utilità clinica). IL TRATTAMENTO La depressione si può curare con i farmaci antidepressivi e la psicoterapia, in modo complementare. Può essere necessario anche il trattamento ospedaliero nei casi di grave auto-abbandono e quando il paziente comincia ad essere pericoloso per se stesso e per gli altri. LE CAUSE Gli studi sulle cause che procurano il mal di vivere non sono ancora completi ma i fattori scatenanti non sono mai unici: le cause sono psicologiche, psicosociali, ambientali, ereditare, evolutive e biologiche. Oggi è provato che le droghe e l’abuso dei farmaci a lungo termine possono causare oppure peggiorare la depressione. La maggior parte delle teorie biologiche si concentrano sui neurotrasmettitori monoamine come la serotonina, la norepinefrina e la dopamina, che sono naturalmente presenti nel cervello per facilitare la comunicazione tra le cellule nervose. DISTURBI DEPRESSIVI I disturbi depressivi si distinguono in disturbi depressivo maggiore, che si può presentare anche con un solo episodio, disturbo distimico (episodi di gravità minore), disturbo depressivo non altrimenti specificato, disturbo bipolare (che si manifesta con manie), disturbo ciclotimico. DEPRESSIONE RESISTENTE AL TRATTAMENTO “Tutti come clinici abbiamo difficoltà a individuare il giusto trattamento, il giusto antidepressivo. La verità è che dobbiamo chiederci se il trattamento può migliorare la qualità di vita, la vita sociale e il mondo del lavoro. Dobbiamo cercare di guardare alle dimensioni funzionali. Se posso migliorare il piacere, la vita di un paziente, la terapia è efficace - spiega lo psichiatra Roger Mac Intyre - Il paziente non ha voglia di vivere e di stare con gli amici ed è lì che dobbiamo incidere. Dobbiamo lavorare sulla anedonia, l’incapacità di provare piacere. La depressione resistente al trattamento ha un elevato tasso di mortalità e ci costa un sacco di soldi. Noi dobbiamo pensare a nuovi farmaci che migliorino la cognitività e la motivazione: questo è il vero obiettivo. Non possiamo provare tante medicine e poi non riuscire a far tornare il paziente sul posto di lavoro. In America si sta percorrendo la strada della combinazione dei geni, ma questo non sembra portare a grandi risultati. La stimolazione transcranica nemmeno sembra così tanto efficace per la depressione resistente. Litio e ormone tiroideo sono un’altra strada che si sta seguendo, insieme a tutti i nuovi farmaci come quello a base steroidea che si sta sviluppando in Canada. La vortioxetina è stata riconosciuta come avente un effetto pro-cognitivo: è capace di stimolare la memoria e la funzione esecutiva”. La medicina è ancora alla ricerca di un farmaco capace di migliorare lo stimolo alla socialità del paziente. Il congresso, con la direzione scientifica del dottor Serafino De Giorgi, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL Lecce e Presidente della Società Italiana di Psichiatria Sociale (SIPS), è patrocinato dalla ASL Lecce (il dottor Ottavio Narracci, Direttore Generale, nel concedere il patrocinio ha enfatizzato l’importanza dell’evento e ribadito l’attenzione che la ASL Lecce da sempre dedica ai temi della salute mentale) e dalla stessa SIPS, e vede la partecipazione di prestigiosi esperti nel campo della Psichiatria. L’incontro fa il punto sulle strategie per il trattamento moderno e personalizzato delle due più importanti dimensioni psicopatologiche: oggi è stata trattata la depressione e domani si parlerà dei disturbi psicotici (Schizofrenia). G.G.  

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