Politica Lecce Dimissioni? Non c'è unanimità nel centrodestra. Giliberti mastica amaro: “Incomprensibile” È l’ex sindaco Paolo Perrone a chiarire lo stato confusionale del centrodestra leccese: “C’è chi non vuole dimettersi”. Deluso Giliberti: “Scelta insensata.... 20/02/2018 a cura della redazione circa 4 minuti È l’ex sindaco Paolo Perrone a chiarire lo stato confusionale del centrodestra leccese: “C’è chi non vuole dimettersi”. Deluso Giliberti: “Scelta insensata. Ora mi prenderò tempo per riflettere”. Il centrodestra lotta contro i numeri: sarebbe solo questo, stando a quanto afferma l’ex sindaco Paolo Perrone, il problema pratico che impedirebbe di chiudere anzitempo l’esperienza amministrativa di Carlo Salvemini. 17 firme necessarie a cui mancherebbe all’appello più di qualche nome disposto, invece, a valutare ipotesi differenti. Dopo i comunicati unitari delle scorse ore emerge in tutta chiarezza dalla riunione di questa sera dei consiglieri di centrodestra la frammentazione interna alla coalizione leccese, forse spiazzata dalla mossa del sindaco che ha rinviato ogni “resa dei conti” nel luogo deputato a chiarire numeri e maggioranze, ovvero il consiglio comunale, appuntando al 12 marzo la data dell’approvazione del bilancio preventivo su cui si fonda l’amministrazione stessa. Se non sarà approvato, Salvemini cadrà con la sua giunta e si farà spazio al commissariamento prima di poter votare solo all’inizio del 2019. Una soluzione che può essere scongiurata, portando alle urne già nei prossimi mesi, solo con la presentazione contestuale di 17 dimissioni di consiglieri comunali entro e non oltre il 24 febbraio: ma bisogna tener conto che il prefetto deve ufficialmente comunicare la sostituzione interna all’assise dopo la sentenza del Consiglio di Stato; inoltre, la maggioranza consiliare ora è nelle mani del centrodestra e Salvemini ha rinviato a loro la responsabilità di questo passo anticipato. Ma dopo i commenti esultanti di ieri, l’opposizione scricchiola: già poche ore fa, il coordinatore regionale di Forza Italia, seppur assicurando di non volersi far portare “a passeggio” da Salvemini, ha ribadito che se il sindaco accoglierà la linea politico-amministrativa del centrodestra potrà andare avanti persino fino a naturale scadenza. Una mossa “attendista” che sorprende chi sperava che non ci si fermasse neanche a ragionare. E, come detto, la riunione odierna dei consiglieri di centrodestra amplifica le distanze: si parla di almeno sei tra loro che non sarebbero convinti dalla linea dura. Quanto sta accadendo nel centrodestra lo chiarisce Paolo Perrone, che si dice pronto invece a dimettersi, ma evidenzia l’assenza di unanimità dentro il centrodestra: “Sono pronto a dimettermi e quindi sono favorevole, anzi favorevolissimo, a sciogliere questo Consiglio comunale e a tornare al voto. Questa fallimentare esperienza amministrativa, secondo me, deve finire perché non si può accettare che Lecce sia governata come è successo sino a oggi, da un sindaco e da assessori disorientati e senza alcuna idea”. “Purtroppo – racconta -, la mia idea non è condivisa dall’unanimità dei consiglieri di centrodestra e siccome sono necessarie 17 firme (mi risulta che anche il consigliere Valente dei 5Stelle sia contrario) per determinare lo scioglimento del Consiglio, questa strada allo stato dei fatti non è percorribile. Non approvo la scelta di chi non vuole dimettersi, ma la rispetto”. Per Perrone è singolare che un sindaco si affidi “alle decisioni degli altri” utilizzando lo “spauracchio del commissariamento per imbrigliare l’opinione pubblica”: “Per fare il sindaco - conclude Perrone - ci vuole coraggio e Salvemini in questo passaggio ha dimostrato di non averne. Speriamo lo trovi perché il destino di questa consiliatura è nelle sue mani, non nelle nostre. La città aspetta decisioni da lui, è stato eletto per questo, non per giocare a nascondino”. Dinanzi a questa evoluzione il più deluso appare Mauro Giliberti, che aveva guidato la coalizione di centrodestra alle scorse amministrative. Il consigliere di opposizione etichetta come “incomprensibile" la scelta di fare ricorso senza poi dimettersi: “Non posso nascondere – afferma - la mia amarezza. Il centrodestra ha l'occasione di alzarsi dalle sedie e superare i personalismi con le primarie ed il voto subito, partendo da un programma condiviso che è già pronto e dando voce al proprio popolo. Invece mi pare non esserci l'unanimità su questo”. “Per me – prosegue - si apre una fase di profonda riflessione, perché trovo incomprensibile, specie dopo un ricorso, questo soccorso nei confronti di chi ha apertamente detto di voler addirittura cambiare l'aria all'interno del Palazzo; salvo poi far rientrare da quelle stesse finestre tutto ed il contrario di tutto”. Signore chiarisce: “Fratelli d’Italia a Lecce come a Roma dice no ad inciuci” Intanto, Pierpaolo Signore, portavoce provinciale di Fratelli d'Italia, ribadisce la posizione del partito di Meloni: “A Lecce come a Roma nessun inciucio con la sinistra o con governi che non siano dichiaratamente espressione di centrodestra” “La posizione di Fratelli d'Italia – ribadisce - è quella che il centrodestra, unito, lavori immediatamente ad un governo per la città alternativo a quello di Salvemini. Nessun sostegno, dunque, neppure esterno, a governi di altra natura”. Pd provinciale: “Con Salvemini per il bene comune e contro tatticismi” La segreteria provinciale del Partito Democratico di Lecce esprime piena e totale condivisione per la posizione assunta dal sindaco di Lecce Carlo Salvemini nella conferenza stampa di ieri, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato: “Nelle dichiarazioni del sindaco – si legge - si evidenzia il primato della cura dell’interesse generale di una comunità rispetto a qualsiasi calcolo di natura tattica la cifra innovativa dell’agire politico sostiene. Noi Democratici, in quanto perno fondante del centrosinistra che oggi governa la città capoluogo, siamo e saremo sempre al fianco del sindaco di Lecce, pronti a contribuire col massimo impegno affinché la stagione di cambiamento, inaugurata con la vittoria di Carlo nella scorsa primavera, continui a produrre i frutti di un’azione amministrativa tesa alla ricerca del bene comune”.
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