Politica Sanità Lecce Asl, Silvana Melli si congeda da dg. Il bilancio: “Al lavoro sino all’ultimo” La direttrice dell’Asl si congeda dopo la nomina del suo successore e traccia un bilancio del lavoro svolto alla guida dell’azienda sanitaria. “Al lavoro sino all’ultimo ist... 14/01/2018 a cura della redazione circa 4 minuti La direttrice dell’Asl si congeda dopo la nomina del suo successore e traccia un bilancio del lavoro svolto alla guida dell’azienda sanitaria. “Al lavoro sino all’ultimo istante utile, al servizio dei cittadini del Salento. E centrando gli obiettivi prefissati - e possibili - che mi sono stati richiesti dal presidente Emiliano. Com’è stato in questi due anni e sino al triangolo dell’ultimo chilometro, quando bisogna dare tutto quello che si ha in corpo e anche qualcosa di più”: è quanto afferma Silvana Melli, direttore sanitario uscente dell’Asl di Lecce, all’indomani della nomina di Ottavio Narracci come suo successore. Melli spiega di passare il testimone da “civil servant”, servitrice delle istituzioni e delle persone che in esse ripongono aspettative e richieste e, nello stesso tempo, reclamano diritti e doveri: “Sono abituata – dichiara - da 38 anni a vedere il lavoro pubblico non come una (impossibile) missione solitaria ma come la costruzione di un ‘processo’ comunitario, da giugno ad ora non ho fatto altro, assieme a tanti collaboratori, che provare a chiudere le partite ancora aperte, sebbene in una condizione di inusuale precarietà. Ammetto, però, che lasciare le cose a metà non fa parte del mio bagaglio umano e professionale e, per questo, ho chiesto alla Regione di continuare sin dove fosse stato ritenuto più opportuno e utile, così da consegnare al mio successore i risultati migliori possibili e da cui poter ripartire. Ripartire con meno affanni, senza troppe patate bollenti da maneggiare, ma con una strada in buona parte tracciata”. Melli sottolinea che si dovrà lavorare, con più serenità e tranquillità alla luce di quanto è stato già fatto in tal senso, soprattutto sul versante del Piano di Riordino, dove l’Asl di Lecce ha dovuto condurre “una durissima battaglia politico-giudiziaria prima che culturale e di riorganizzazione sanitaria”; e ancora tra gli obiettivi che lascia in eredità il pieno utilizzo dei fondi FESR: 126 milioni già incasellati su tutte le schede progettuali, senza dimenticare di “ridare l’input giusto all’Area Tecnica, le cui criticità interne hanno reso difficile l’utilizzo di macchinari già acquistati, a fronte del lavoro portato a termine positivamente dall’Area del Patrimonio”. Non fa l’elenco invece dei risultati raggiunti, ma evidenzia lo stato di avanzamento lavori del Dea, l’avvio dell’istruttoria di accreditamento per le Unità di Degenza Territoriale (UDT) di Poggiardo, Maglie e Nardò e un sistema di Assistenza Domiciliare Integrata per pazienti fragili e complessi innovativo e omogeneo sui dieci Distretti Socio Sanitari. Melli si dice convinta che “sarà un fiore all’occhiello, per il Salento e per la Puglia, il Polo Pediatrico che abbiamo costruito pezzo dopo pezzo: l’ultimo è arrivato poche ore fa con il parere positivo, da parte del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Brindisi, per la Chirurgia Pediatrica trasferita al ‘Vito Fazzi’”. Risultati nella media anche sulle liste d’attesa: “Il Piano Nazionale di Governo – afferma -, la cui rilevazione più recente risale al 3-7 aprile 2017, conferma che la ASL di Lecce rispetta sostanzialmente i tempi previsti per le priorità sia per le visite specialistiche (14 quelle censite) sia per gli esami diagnostici (29 le specialità monitorate). Esami e visite urgenti: le richieste vengono evase entro i tre giorni previsti praticamente nel 100 per cento dei casi (tranne due, Rmn colonna e ecocolordoppler); priorità breve: entro i dieci giorni rientrano 29 tipologie su 43, con un’attesa che va da un minimo di 3 ad un massimo di 13 giorni (per la Tac addome completo); priorità differibile: per la soglia dei 30 giorni, l’attesa minima è di 13 giorni (visita ginecologica), quella massima registrata è di 46 (visita endocrinologica), mentre per il limite di 60 giorni sforiamo il tetto in un solo caso (93 giorni, ecocolordoppler dei tronchi aortici). Per le prestazioni programmabili, per le quali la legge non prevede un limite massimo ma convenzionalmente si adotta quello di 180 giorni, registriamo solo tre prestazioni in cui questo tetto virtuale viene valicato. Tutte le altre prestazioni programmabili vengono erogate in tempi d’attesa decisamente più ridotti”. “Non mi resta – conclude - che ringraziare il presidente Emiliano per avermi consentito di tornare a Taranto e di poter dare un contributo fattivo sui temi delicatissimi della Salute, dell’Ambiente e del Lavoro, che stanno a cuore a lui come a tanti cittadini tarantini, me compresa. Questo nuovo incarico sarà l’occasione per rendermi ancora molto utile, per il tempo a disposizione e per ciò che potrò fare, essendo intimamente convinta che nessuno possa dirsi veramente indispensabile”.
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