Calcio Lecce Pagellone andata: Cosenza e Mancosu trascinatori, il top player è Liverani Bene anche Perucchini, Lepore, il sorprendente Arrigoni e Di Piazza, Pacilli e Marino i meno scintillanti. Bilancio positivo dopo un girone da capolista con un solo ko al passivo. Con la rotonda vi... 22/12/2017 a cura della redazione circa 13 minuti Bene anche Perucchini, Lepore, il sorprendente Arrigoni e Di Piazza, Pacilli e Marino i meno scintillanti. Bilancio positivo dopo un girone da capolista con un solo ko al passivo. Con la rotonda vittoria nel derby con il Monopoli si è concluso un girone d’andata a tinte giallorosse. Il Lecce è campione d’inverno a cinque anni dall’ultima volta: un dato certamente parziale, ma che può fungere da incoraggiamento perché la compagine salentina, dopo anni passati all’inseguimento per gran parte della stagione, si ritrova finalmente a girare la boa dopo aver guidato (quasi) la prima metà del torneo. Il gran lavoro svolto sinora da Lepore e compagni, soprattutto dopo l’arrivo di mister Liverani (ma, sia chiaro, le basi per fare bene c’erano tutte), non è servito a distanziare Catania e Trapani, ma il bilancio non può che essere positivo, alla luce dei 41 punti conquistati, della sola sconfitta al passivo e delle tredici giornate consecutive passate in vetta. In questo panorama spiccano le gesta dei protagonisti in campo, dalle giocate di Mancosu alla combattività di Cosenza, dalle parate di Perucchini alle infinite sgroppate di Lepore e ai gol della coppia Di Piazza-Caturano. Il tutto raccolto nel Pagellone di metà campionato che, come di consueto, vi proponiamo. PORTIERI: Perucchini 7 – Il rinnovo del suo prestito è stato uno dei colpacci del mercato estivo targato Mauro Meluso, e per capirlo non ci è voluto tantissimo. Elemento di categoria superiore, in ben cinque casi è stato decisivo (su tutti spiccano i miracoli di Matera) per portare a casa punti preziosi, steccando solo in un paio di occasioni (Catania e Reggina) del suo girone d’andata di cui non ha perso un minuto. La sua affidabilità è fondamentale nell’economia di una difesa che non ha ancora trovato la perfetta quadratura (18 presenze 17 reti subite, media voto 6,36). Chironi sv – Una solo presenza, e che presenza, in Coppa con il Bisceglie. Un rigore parato e qualificazione in tasca: secondo indigeno su cui si può contare (0 presenze 0 reti subite, media voto sv). Vicino sv – Terzo portiere e sinora oggetto misterioso poiché mai impiegato (0 presenze 0 reti subite, media voto sv). DIFENSORI: Ciancio 6 – Tra i pochi giallorossi confermati a non essere apparso particolarmente in crescita rispetto alla passata stagione. Se da un lato infatti terzino veneto sembra migliorato sul piano offensivo rispetto ai troppo timidi approcci di un anno fa, dall’altro a risentirne è stata la sua condotta a difesa della propria porta, si vedano i clamorosi errori con Virtus Francavilla e Catania. Molto meglio dopo l’arrivo di Liverani, con acme raggiunto in seguito all’eurogol con la Reggina per un rendimento complessivo appena sufficiente (12 presenze 1 rete, media voto 5,91). Cosenza 7,5 – Un gigante in mezzo alla difesa, un difensore in grado di annientare pressoché ogni centravanti avversario, ma soprattutto uno che ha sposato in pieno la causa giallorossa fino a diventare uno dei leader (e vice-capitano) del gruppo di Liverani. Le sue prestazioni sono una garanzia, e solo in qualche caso non è riuscito ad apporre pezze rilevanti agli errori saltuari dei compagni. Tra i pochi a uscire a testa alta dalla debacle etnea, è tornato ad esultare grazie alle due reti all’attivo. Un girone d’andata quasi perfetto (17 presenze 2 reti, media voto 6,59). Drudi 6 – Anche a causa di una condizione fisica non sempre al top, il centrale romagnolo non è ancora riuscito a ripetere le buone cose fatte vedere un po’ a sorpresa l’anno scorso. Costretto da subito a contendersi una maglia da titolare, è dapprima partito dietro a Marino e, quando sembrava poter essere nuovamente titolarissimo dinanzi a Perucchini, ecco il baby Riccardi ad approfittare delle sue prove altalenanti. Alla ricerca della continuità da abbinare a qualità tecniche invidiabili per un difensore (12 presenze 0 reti, media voto 6). Marino 6 – Arrivato in estate per essere il centrale mancino da affiancare all’insostituibile Cosenza, il siciliano è partito con i favori del pronostico e con aspettative che non sempre ha rispettato. Dopo un buon avvio alcuni guai fisici lo hanno debilitato, e una volta richiamato in causa ha dato risposte contrastanti, dalla partitona di Matera ai pasticci con Juve Stabia e Cosenza, sua ultima gara da titolare. Deve ritrovare sicurezza ancor prima di una maglia da titolare (9 presenze 0 reti, media voto 5,94). Riccardi 6,5 – Tra i due litiganti, il terzo gode. Preso per coprire le spalle ai tre centraloni giallorossi, con l’inoltrarsi dell’autunno ha saputo cogliere al balzo guai fisici e qualche strafalcione della premiata ditta Drudi-Marino. Ha esordito con qualche imbarazzo, ha commesso qualche errore, ma le sue prove sono state un continuo crescendo impreziosito dalle perle nei finali con Fidelis Andria e Casertana che sono valse da sole tre punti. Ha già dimostrato di essere il migliore tra i nuovi under in rosa, ma ha le doti per fare molto, molto di più (9 presenze 2 reti, media voto 6,13). Di Matteo 6,5 – Partito letteralmente a razzo, nelle sue prime uscite in giallorosso (bis) è apparso incontenibile tanto da essere da subito indicato come uno dei principali colpi di mercato in entrata dell’intera Serie C. La sua abilità nel dribbling palla al piede è andata a coprire una delle principali falle del Lecce della passata stagione, quella del terzino sinistro con licenza di offendere eccome, visti che molti dei gol di inizio stagione sono nati dalle sue incursioni. Da fine ottobre in poi ha registrato un tangibile calo che è poi culminato nell’infortunio di Siracusa, da cui sembra comunque essersi pienamente ripreso tanto da essere in rampa di lancio per tornare titolarissimo (15 presenze o reti, media voto 6,21). Valeri sv – Arrivato come giovane promessa, è sceso in campo una sola volta in campionato lasciando una buona impressione, ma alla sua prima da titolare in Coppa ha completamente steccato facendo capire di non essere ancora pronto per avere un ruolo da protagonista. Il tempo è dalla sua parte (1 presenza 0 reti, media voto 6). Gambardella sv – A differenza di Valeri il tappeto verde in campionato l’ha tastato solo nel fare due palleggi con i compagni di panchina, mentre in Coppa con il Bisceglie è apparso all’altezza della situazione. Meriterebbe una chance (0 presenze 0 reti, media voto sv). CENTROCAMPISTI: Costa Ferreira 6,5 – Il colpaccio dello scorso mercato invernale nella nuova stagione ha faticato molto a carburare, non per colpa sua ma a causa di un susseguirsi di fastidi fisici che ne hanno compromesso l’integrità in tre riprese. Peccato non averlo avuto pienamente a disposizione (avrebbe potuto far rifiatare soprattutto un iper-utilizzato Armellino), perché quando chiamato in causa ha pressoché sempre messo in mostra le sue grandissime qualità, sia da mezzala sia da trequartista. Vedi le prove super con Bisceglie e Monopoli, condite rispettivamente da un bel gol e da due assist (13 presenze 1 rete, media voto 6,05). Armellino 6,5 – E’ il colpaccio del centrocampo messo a segno da Meluso che però, a dirla tutta, non ha ancora risposto in maniera completa alle aspettative. Questo non perché le sue prestazioni siano apparse inadeguate (sempre presente, solo in tre casi su diciotto è stato insufficiente), quanto alla luce delle sue qualità ancora superiori a quanto espresso sul campo sino ad oggi, soprattutto sul piano balistico. Il suo è stato infatti un contributo molto spesso sottotraccia, da lavoro sporco in prezioso aiuto di Arrigoni, e può entrare molto di più nel vivo del gioco leccese (18 presenze 2 reti, media voto 6,11). Mancosu 7,5 – Elemento di maggiore classe e qualità della rosa giallorossa, per larghi tratti ha dimostrato di essere il trascinatore di cui una squadra che punta dritta alla vetta ha bisogno, e solo raramente, complice una condizione non sempre al top, non è riuscito a esprimersi sui suoi livelli. Quando prende per mano la squadra con le cavalcate alla Kakà e i lanci millimetrici alla Pirlo è uno spettacolo. Senza dimenticare l’abilità in fase di finalizzazione: tre le magie in altrettante vittorie di misura con Rende, Matera e Cosenza fruttate di fatto nove punti (15 presenze 3 reti, media voto 6,43). Lepore 7 – Il capitano giallorosso è tornato al top dopo una stagione, quella passata, trascorsa a subire l’ambiguità tattica di Padalino. Per carità, anche quest’anno ha saputo mettere a disposizione della squadra le sue qualità da jolly, giocando anche ala e interno. E’ però soprattutto da terzino che si è espresso al massimo, risultando da subito un fulcro del gioco di mister Liverani, concludendo a rete con continuità (per giocare da difensore) e soprattutto mettendo in mezzo una quantità di ottimi palloni non sempre raccolti come meritavano dai compagni. In chiave difensiva concede qualcosa, ma così non fosse sarebbe da Serie A (18 presenze 1 rete, media voto 6,38). Arrigoni 7 – E’ probabilmente la più bella sorpresa della stagione. Con la valigia in mano da gennaio a settembre, in estate è stato a sorpresa confermato da Rizzo, che voleva farne il vice-Armellino. Le sue prestazioni iniziali confermavano le voci secondo cui ai giallorossi sarebbe servito qualcosa di diverso lì in mezzo, ma con l’approdo in Salento di Fabio Liverani tutto è cambiato. L’ex Cosenza è diventato (o meglio tornato ad essere) un regista di qualità e quantità, che non tira fuori dal cilindro verticalizzazioni da paura (quelle sono affare di Mancosu) ma difficilmente sbaglia scelta, mettendo ordine e conferendo equilibrio al bel Lecce di Liverani. Riscoperto e stakanovista (18 presenze 0 reti, media voto 6,28). Tsonev 7 – Nel suo caso più che di sorpresa si tratta di una piacevole conferma, anche se visto il poco utilizzo iniziale si pensava a una stagione da rincalzo per lui. Con il tempo il giovane bulgaro a trovato fiducia e spazio, sopperendo a qualche uscita a vuoto (vedi Akragas, quando è prima sceso in campo e poi è stato subito richiamato da Liverani) con delle giocate da stropicciarsi gli occhi (vedi le prestazioni da fenomeno con eurogol annessi con Siracusa e Reggina). Fondamentale da novembre in poi, in concomitanza con le difficoltà fisiche di Mancosu, quando la fantasia del Lecce dipendeva da lui (12 presenze 2 reti, media voto 6,42). Megelaitis sv – Inizialmente il più chiamato in causa tra i giovanissimi, soprattutto da Rizzo. In molti si attendevano una sua esplosione con il passare dei mesi, ma è sembrato adagiarsi nel ruolo da comparsa proprio quando sembrava addirittura pronto a sopperire a qualche mancanza tra i titolari (4 presenze 0 reti, media voto 6). ATTACCANTI: Di Piazza 7 – Di questo Lecce è il bomber, e probabilmente il miglior elemento offensivo. Il suo impatto con i colori giallorossi è stato devastante nel bene e nel male: sei gol nelle prime cinque uscite tra campionato e Tim Cup, culminate però nel clamoroso rosso con il Trapani che gli è costato la pesante assenza in quel di Catania. Tornato in campo è tornato anche a segnare seppur con cadenza maggiormente dilatata, dimostrandosi comunque, almeno dal punto di vista tecnico e atletico, elemento di categoria superiore. Trovasse maggiore costanza e soprattutto concentrazione (qualche volta di troppo è apparso egoista, su tutti l’episodio con l’Akragas in cui da posizione di off-side ha rubato a Pacilli un gol fatto), per gli avversari resterebbero le briciole (15 presenze 7 reti, media voto 6,22). Caturano 6,5 – Penalizzato dall’arrivo di un accentratore di palloni come Di Piazza nonché dal cambio di modulo che lo vede troppo spesso a spendere energie in mezzo al campo, la punta di Scampia non è riuscito a ripetere la prima metà di stagione da fenomeno di un anno fa. Il male è poco, perché spesso ha comunque saputo valorizzare il minor numero di occasioni avute (sempre con riferimento al passato) e si è soprattutto sempre messo a completa disposizione dei compagni, sacrificando la fase di finalizzazione in nome del gioco di squadra. Chissà che non si produca in un percorso inverso rispetto al passato, chiudendo in crescendo quella che, ad oggi, resta un’annata positiva (17 prsenze 6 reti, media voto 6,09). Torromino 6 – Probabilmente l’elemento della rosa che meno si è saputo esprimere sui suoi livelli, batte in volata Di Piazza conquistando l’oscar alla discontinuità. Capace di alternare prestazioni da campione con altre da “Chi l’ha visto”, il 7 crotonese è certamente, tra gli attaccanti, il meno avvezzo a sfoderare le proprie qualità in un attacco a due. Eppure nelle giornate di grazia ha messo in campo un’intesa con i compagni di reparto da far rabbrividire gli avversari. Potrebbe essere proprio lui il colpo di mercato di gennaio del Lecce, qualora riuscisse a ritrovarsi appieno (18 presenze 3 reti, media voto 5,85). Pacilli 6 – Il giocatore che sicuramente più di tutti ha risentito del passaggio dal 4-3-3 al 4-3-1-2 è l’ala aquilana, che da trequartista ha pure saputo esprimersi bene senza mai però riuscire a convincere del tutto Liverani. A differenza di un anno fa si approccia alla nuova stagione nello scomodo ruolo di riserva di lusso, tanto da trovare il campo solo a sprazzi. Quando chiamato in causa ha saputo mettersi bene al servizio dei compagni, ma può e deve fare molto, molto di più (12 presenze 0 reti, media voto 6,25). Dubickas sv – Arrivato in estate come oggetto misterioso per rinfoltire il parco-under, non ha saputo ancora dare del suo alla causa. Con il Bisceglie in Coppa è stato decisivo per il passaggio del turno, dimostrando di avere le carte in regola per poter avere più spazio (5 presenze 0 reti, media voto sv). Persano sv – Dopo aver subito i disastri del Modena, torna in patria per poter dire la sua, e in quanto under ha tutte le possibilità per farlo. Gettato subito nella mischia da Liverani, a Fondi non ha regalato i tre punti ai suoi per questione di centimetri (2 presenze 0 reti, media voto 6,5). ALLENATORI E DIRIGENTI: Rizzo e Maragliulo 6 – Additare l’esperienza di Rizzo come fallimento ci sembra scorretto e ingeneroso, perché sul tutto peserebbe in maniera spropositata la debacle di Catania che ha portato alla rivoluzione di inizio stagione. Prima di quel match non ben impostato, ma comunque sfortunato, c’è stato un Lecce certamente non ai livelli di quello di Liverani, ma comunque capace di porre basi solide a quanto di buono fatto di seguito. E anche di raccogliere risultati positivi, come le vittorie con Pro Vercelli, Trapani e Rende, quest’ultima sotto la gestione provvisoria del suo vice Maragliulo. Molti dei perché del suo addio restano ancora oggi un mistero Liverani 7,5 – E’ lui il vero top-player di questo Lecce. Premesso che non ha dovuto partire da zero, vista la buona qualità della rosa in comunione con uno spogliatoio non certo sfasciato dopo la vicenda Rizzo, il giovane tecnico ha saputo metterci subito del suo, impostando una precisa idea tattica attorno ad un 4-3-1-2 mix di corsa e fantasia che ha trovato subito risposte importanti in chiave offensiva, e successivamente anche difensiva. Vista la concorrenza adagiarsi sugli allori sarebbe errore imperdonabile, ma cercare di migliorarsi partendo dai presupposti creati e un lusso per pochi Dirigenza 7,5 – Sul piano delle scelte di vertice, c’è davvero poco da commentare. La società ha ancora una volta lavorato tantissimo per accontentare sia i tifosi, grazie a numerose iniziative che consentono al Via del Mare di essere ancora una volta palcoscenico da Serie A, sia i tecnici, per mezzo di un mercato da club ambizioso. Il ds Meluso ha lavorato bene, non rivoluzionando al rosa ma assicurandosi elementi come Perucchini, Di Matteo, Armellino e Di Piazza che hanno consentito ai giallorossi di fare ancora di più del già ottimo girone d’andata di un anno fa. Per non dimenticare il colpo-Liverani, vera sliding door della stagione. Unica piccola imperfezione il mercato-under, già mitigato dal rientro di Persano Fonte: Salentosport.net
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