Redazionali Lecce 

Federica De Benedetto, passione politica e grinta: “Le mie priorità? Lavoro e turismo per famiglie”

Candidata nelle liste di Forza Italia a sostegno del candidato sindaco Mauro Giliberti, 32 anni, si divide tra la politica e l'attività imprenditoriale. É giovane ma ha già alle ...

Candidata nelle liste di Forza Italia a sostegno del candidato sindaco Mauro Giliberti, 32 anni, si divide tra la politica e l'attività imprenditoriale. É giovane ma ha già alle spalle un curriculum di tutto rispetto ed un endorsement dai vertici di Forza Italia, da Silvio Berlusconi in persona. Federica De Benedetto, 32 anni, candidata nella lista di Forza Italia a sostegno di Mauro Giliberti, nonostante l'investitura dalle alte sfere non guarda alle amministrative con sdegno. Anzi, fiduciosa che si possa contare sul voto politico e coerente, è pronta a smentire chi invece è convinto che Lecce sia capace di esprimere solo un voto su base clientelare. Il suo percorso comincia presto, tra i banchi di scuola, quando ancora 14enne diventa rappresentante del suo liceo, il Banzi Bazoli di Lecce. Una passione continuata poi anche all'Università, quando conquista – prima donna a riuscirci – la nomina di rappresentante della prestigiosa Luiss. Imprenditrice nonostante i desiderata della famiglia che la volevano medico, riesce a conciliare i due impegni totalizzanti – politica e lavoro – grazie ad un atteggiamento stakanovista, che la spinge a recuperare il tempo perduto anche di notte. Donna in un mondo per lo più maschile, afferma con una punta di orgoglio di non aver mai subito discriminazioni né di aver goduto di scorciatoie. “In fondo sono le donne a stabilire il livello della relazione. Per di più mi muovo nel mondo della destra, dove gli uomini sono più galanti”, afferma. Registra più stima per il suo curriculum o simpatia perché 'giovane donna legittimata dall'alto'? “Vedo soprattutto tanto entusiasmo” risponde. “Attorno a me vedo e sento tanta energia sia tra le persone già impegnate in politica, sia tra persone che si avvicinano per la prima volta a questo mondo. É questo a regalarmi forza. Sarà per questo che nonostante il periodo impegnativo  - sono costretta a seguire la mie attività anche di notte, non posso certo abbandonare la mia professione, l'ho costruita da sola, è una mia creatura - non sono per niente stanca. Sono consapevole comunque che i risultati di questa fatica si vedranno solo il giorno dopo. L'ho imparato da mio padre, giocatore di poker, che mi ha sempre ripetuto che le fiches non si contano sul tavolo, ma solo a partita terminata. Spero che lo sforzo sia ripagato dalla fiducia dei cittadini, che scelgano e votino sulla base delle competenze. Per entusiasmo e per coerenza con la propria storia”. Fiducia nei leccesi dunque e anche idee molto chiare sul da farsi. Al centro del suo programma, presentato in 10 punti insieme al candidato sindaco Giliberti, il lavoro e il turismo, come spiega a chiare lettere. “I cittadini leccesi hanno varie necessita, una su tutte è il lavoro. Su un tema così delicato, inutile fare promesse che non si è in grado di mantenere. L'amministrazione deve dunque parlare un linguaggio di verità. Ad esempio: non si può promettere di abbassare le tasse quando questo non rientra tra le competenze di una giunta. Qualcosa però si può fare. Il Comune, se vuole, può creare posti di lavoro. È spiegato in dettaglio nei 10 punti del mio programma, centrato proprio sul turismo e la cultura intesi come volàno del mondo del lavoro. E non lo dico solo per lanciare l'ennesimo slogan. Sono stata l'unica candidata consigliera che ha dato un suo programma alla stampa. Ci credo molto, perché sono tutti obiettivi attuabili fin dal giorno dopo le elezioni, alcuni anche a costo zero. Se mi eleggeranno creerò posti di lavoro. Lo dico consapevole che questo comporta dei rischi e delle responsabilità, ma sono stata abituata ad espormi, anche quando questo comporta la possibilità di attirare eventuali inimicizie”. Lei lega la questione del turismo al lavoro. Quale tipo di turismo potrebbe funzionare in tal senso, che modello ha in mente? "Dobbiamo partire da un assunto: ad oggi abbiamo dei numeri nel comparto turismo che mai ci saremmo aspettati 10 anni fa. Ora è necessario prendere atto che siamo nella fase due: si deve puntare necessariamente ad un turismo di qualità. Che vengano i turisti, facciano la passeggiata in città e vadano via, non ci serve. Ci serve invece un turismo in grado di creare indotto economico. Di un'economia che si distribuisce tra i vari comparti, stabile e duratura. Imprescindibile allora la creazione di servizi, comunicazione, programmi. E mi permetto di dire che in questo ambito ho le idee chiare, grazie al fatto che da sette anni lavoro in quest'ambito”. Titolare di una società che organizza congressi medici, formazione e cultura, afferma difatti di vedere chiaramente tutte le potenzialità inespresse del settore. “Io vorrei sul territorio un turismo soprattutto familiare. Il turismo di altro tipo non lascia nulla in termini di ricadute positive sul territorio”. Ma il turismo familiare non è esattamente un utenza che richiede lusso. Quindi cosa pensa del progetto Twiga e degli alberghi di lusso che pure si intendono realizzare in città, come quello annunciato presso la struttura dell'ex Galateo? “Chiunque venga qui ad investire, nel rispetto delle regole, è benvenuto. Evviva gli investitori che vengono nel Salento. Rispetto al Twiga basti pensare che le 80 persone che ci dovevano lavorare erano tutte salentine e adesso, dopo lo stop dovuto all'inchiesta, non sanno cosa sarà di loro. Ma il turismo sul quale puntiamo è altro, è quello familiare. Non studentesco, ma neanche di lusso. Abbiamo bisogno delle famiglie che si spostano, quindi dobbiamo pensare ad un'offerta culturale per i più piccoli. Lo abbiamo esplicitato nel programma: dobbiamo creare delle proposte su misura. Basti pensare che a Roma, nonostante l'enorme offerta turistica, il museo dei bambini è uno dei più visitati. Una famiglia che viaggia ha bisogno di luoghi dedicati. Non solo un divertimentificio, ma qualcosa che lasci il segno, qualcosa di didattico”. Ripensare al comparto cambiando il target di riferimento, allora. Ma come stabilizzare l'offerta, come sconfiggere il precariato, problema che già affligge il Salento? Come intende offrire stabilità, quindi diritto al futuro? “Oggi siamo tutti precari. Anche i lavori visti come più forti in realtà sono precari. In questo senso hanno ruolo soprattutto le politiche nazionali, a livello locale possiamo solo creare un ambiente attrattivo per gli investimenti futuri. Siamo in piena crisi, inutile negarlo. Anche dando uno sguardo fuori da mio comitato elettorale – che si trova in pieno centro, in via Fabio Filzi – è evidente che gran parte delle attività produttive sono chiuse, i locali vuoti. É necessario allora attirare qui persone disposte a investire e a spendere. Per restare poi sul territorio, creando posti di lavoro per i salentini”. Messaggio politico elettorale.

Potrebbeinteressarti