Spettacoli 

Davide Van De Sfroos nella ˜rete˜ della Taranta

Prosegue il progetto del Comune di Melpignano e dell’Istituto Diego Carpitella volto alla valorizzazione delle musiche e delle culture di tradizione orale. Mercoledì 21 marzo spazio al &l...

Prosegue il progetto del Comune di Melpignano e dell’Istituto Diego Carpitella volto alla valorizzazione delle musiche e delle culture di tradizione orale. Mercoledì 21 marzo spazio al “dialetto comasco” di Davide Bernasconi-Van De Sfroos   Una mappa sonora territoriale, un concorso per band musicali, borse di studio, workshop ed incontri d’autore: proseguono le attività del progetto La Taranta nella Rete, organizzato dal Comune di Melpignano e dall’Istituto Diego Carpitella, a cura di Vincenzo e Sergio Torsello, all'interno del programma Rete dei Festival aperti ai giovani, promosso dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e sostenuto dal Ministro della Gioventù. Nel corso del 2009 La taranta nella rete ha coinvolto numerosi comuni salentini attraverso seminari ed iniziative culturali volte alla conoscenza, alla conservazione ed alla valorizzazione delle musiche e delle culture di tradizione orale. Eventi che hanno ospitato, tra gli altri, Alessandro Portelli, Anna Cinzia Villani, Franca Tarantino, Maurizio Agamennone, Brizio Montanaro e Luigi Cinque. Ora il programma degli incontri d'autore prosegue mercoledì 21 aprile a Melpignano, dove ospite sarà il cantautore lombardo Davide Van De Sfroos.  Davide Bernasconi (alias Van De Sfroos), classe ’65, è cresciuto a Mezzegra, nel “cuore” del lago di Como. Quasi tutte le sue canzoni fanno capo allo specchio d’acqua che ispirò Alessandro Manzoni nell’incipit de “I Promessi Sposi”, al suo spirito profondo, ai suoi lati sporchi e puliti, alle sue luci ad alle ombre, ruotando attraverso tutti i paesi rivieraschi, senza mai però perdere d’occhio la Città. La maggior parte dei testi è pensata, scritta e cantata in dialetto tremezzino (o laghée); una lingua più che un dialetto, resa ancor più realistica e forte da storie e personaggi che, anche se scomodi, sono assolutamente poetici.  Il suo percorso musicale parte da lontano, ma è il cd “Manicomi” (del 1995) a sancire la consacrazione di un nuovo artista. All’inizio del 1997 Bernasconi dà alle stampe il libro di poesie “Perdonato dalle lucertole”, quindi nel 1999 riapproda sulle scene musicali ripresentandosi in veste solista con il cd “Breva & Tivan”, un’opera matura e qualitativamente elevata. Sempre nel 1999 vince il Premio Tenco in qualità di “Miglior autore emergente” e nell’ottobre del 2001 pubblica il lavoro discografico “…E Semm partii”. L’album entra subito in classifica e registra un successo clamoroso, corroborato dalla vendita di 50.000 copie. L’exploit vale al musicista com’asco il disco d’oro e, nell’ ottobre del 2002, la Targa Tenco spettante al miglior album in dialetto. Nel gennaio del 2003 Davide Bernasconi, sempre più Van De Sfroos, pubblica il disco quasi interamente registrato dal vivo “Laiv”, e nel 2005 esce “Akuaduulza”, album di quattordici brani inediti che coagula un ampio consenso di pubblico e di critica.  Nel 2008 ecco “Pica!”, (in dialetto laghèe “picchia”), termine che rappresenta il suono, la parola e l’invocazione che accompagnava i minatori di Frontale. Anche qui successo e riscontri positivi degli addetti ai lavori che diventano pretesto per l’aggiudicazione di una nuova Targa Tenco.  E come tutti gli artisti completi, Davide Bernasconi si è anche cimentato con l’arte della scrittura, pubblicando per i tipi della Bompiani il romanzo dal titolo “Il mio nome è Herbert Fanucci”. Un opera in perfetto stile Van De Sfroos, scritta “on the road” che altro non poteva ambientarsi tra la Tremezzina e “quel ramo” del lago di Como.     

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