Sanità Società Lecce Prevenzione suicidi tra i detenuti, protocollo d’intesa tra Asl Lecce e Casa circondariale Protocollo d’intesa per un percorso che aiuti nella prevenzione e nella gestione del rischio suicidio tra i detenuti. Persone fragili esattamente come le altre, anzi di più: sono i det... 10/03/2017 a cura della redazione circa 3 minuti Protocollo d’intesa per un percorso che aiuti nella prevenzione e nella gestione del rischio suicidio tra i detenuti. Persone fragili esattamente come le altre, anzi di più: sono i detenuti che attendono il giudizio o scontano la pena e hanno un loro vissuto, fuori e dentro un carcere, che si portano dietro e, talvolta, può diventare troppo pesante da sopportare. Con conseguenze anche drammatiche che le direzioni della Asl Lecce e della Casa Circondariale di Lecce intendono prevenire, individuare e gestire. Le modalità operative per affrontare “il rischio suicidario nella popolazione carceraria” sono state fissate in un Protocollo d’intesa siglato, oggi pomeriggio nella Direzione generale di via Miglietta, dal direttore generale Silvana Melli e dal direttore della Casa Circondariale Rita Russo, assieme al direttore del Dipartimento di Salute Mentale della Asl Lecce Serafino De Giorgi. «Con questa intesa – ha detto il direttore generale Silvana Melli - stiamo lavorando – ha rimarcato - in ogni direzione e a sostegno di tutte le fragilità, con l’obiettivo di costruire una Sanità che non lasci nessun bisogno senza risposta e sia in grado di farlo con le professionalità adeguate e gli strumenti migliori di cui Asl Lecce dispone”. Il percorso appena tracciato affronterà la dimensione suicidaria in tutta la sua complessità, proprio per la natura stessa di un evento che può essere determinato da diverse cause e fattori: biologici, psicologici, sociali e culturali. Una “costellazione di variabili”, compreso il disturbo psichico, che possono combinarsi nel tempo e avere effetti devastanti che, invece, vanno ridotti e neutralizzati. Il suicidio, secondo i dati dell’OMS, è un fenomeno che riguarda ogni anno un milione di persone nel mondo e ha una marcata incidenza tra i detenuti. Tra di essi, infatti, circa il 50 per cento ha un disturbo della personalità, il 10 un disturbo psichiatrico importante, il 30 soffre di disturbo da abuso di sostanze. Sarà perciò fondamentale la formazione del personale, così come i nuovi strumenti a disposizione, a cominciare da uno screening diagnostico riguardante sia i cosiddetti “nuovi giunti” sia, retrospettivamente, la popolazione carceraria già presente e formata da detenuti in attesa di giudizio e condannati. Quanto sia delicato questo terreno, lo certificano le cifre dell’Istituto Superiore di Studi penitenziari, da cui emerge che il tasso dei tentativi di suicidio, rispetto alla popolazione generale, è più alto di 6 volte nei detenuti condannati e di 7,5 in quelli in attesa di giudizio. Uno scenario critico da gestire con strumenti, risorse e competenze che il direttore Rita Russo ha deciso con convinzione di mettere a disposizione dei quasi mille detenuti dell’Istituto di pena leccese: «Il Protocollo d’intesa condiviso con la ASL di Lecce – ha commentato il direttore della Casa Circondariale - è una conquista di rilievo che consente di dare specificità e professionalità negli interventi di sostegno che riguardano il rischio suicidario. Il protocollo elaborato a cura dell’équipe di psichiatri del Dipartimento di Salute Mentale, diretto da Serafino De Giorgi, stabilisce regole e prassi per la gestione appropriata delle persone detenute che sono a rischio suicidario e questo sarà un ulteriore strumento di lavoro innovativo ed efficace per la Polizia penitenziaria, già chiamata a re-inventare un nuovo modo di fare sicurezza all’indomani della chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG). Per questo è necessario ringraziare il direttore generale Silvana Melli, che è costantemente impegnata a migliorare l’area sanitaria penitenziaria con intelligenza e consapevolezza del ruolo che riveste». La rete assistenziale specialistica psichiatrica così disegnata dalla ASL Lecce si compone di un’équipe dedicata alle attività di consulenza a favore di tutti i detenuti, che verrà a breve integrata con l’apertura della Sezione Intramuraria per la Tutela della Salute Mentale, dotata di 20 posti letto e con assistenza garantita sull’intero arco delle 24 ore. Alla stesura del protocollo ha collaborato un team di lavoro qualificato, frutto della collaborazione tra ASL e Casa Circondariale: Paola Calò (direttore UOC Campi – DSM Lecce), Maria Rosaria Grimaldi (dirigente medico SPDC Casarano – DSM Lecce), Sergio Papagni (dirigente medico CSM Casarano – ASL Lecce), Antonio Lezzi (direttore UOC Psicologia Clinica DSM Lecce), Alessandra Moscatello (direttore UOS Medicina penitenziaria), Riccardo Secci (comandante Polizia penitenziaria Casa Circondariale) e Alberto Tortorella (direttore Uo Rischio Clinico ASl Lecce).
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