Cultura Curiosità Acaya Acquarica del C. Acquarica di Lecce Alessano Alezio Il lato oscuro del Salento: sulle tracce di antichi esorcismi e stregonerie Nelle opere d'arte del Salento diverse testimonianze dell'atavica “lotta tra male e bene”: il racconto per immagini di Salento a colory. Un viaggio nel lato oscuro del Salento, tra le ant... 28/11/2016 a cura della redazione circa 5 minuti Nelle opere d'arte del Salento diverse testimonianze dell'atavica “lotta tra male e bene”: il racconto per immagini di Salento a colory. Un viaggio nel lato oscuro del Salento, tra le antiche testimonianze presenti nei luoghi sacri e nelle opere d'arte. La pagina Salento a colory racconta una storia poco conosciuta, ricostruendo attraverso le opere d'arte nelle chiesette disseminate nei numerosi paesi del Tacco d'Italia, l'antica lotta tra il bene e il male, tra esorcismi e stregonerie. “Il lato oscuro dell’uomo ha generato da sempre paure ancestrali mai sopite, che in ogni epoca sono state combattute con infinite tecniche di esorcismi” scrive Alessandro Romano sulla pagina Salento a Colory. “Il bene e il male si sono incontrati e scontrati anche qui nel Salento, lasciando tracce vistose in importanti opere d’arte, che come in un fotogramma rubato al passato ci riportano indietro nel tempo, in un viaggio allucinante per la sua palese semplicità iconografica. Un impressionante viaggio in questa macchina del tempo si può fare all’interno della chiesa dell’Annunziata, a Galugnano, incantevole borgo presso San Donato di Lecce. Qui, sull’altare posto sul lato sinistro del tempio rispetto a quello maggiore, una tele seicentesca racconta, con nome e cognome, gli uomini e le donne che in quell’epoca furono liberati da attacchi del maligno. Le scene, riprese quasi con uno stile fumettistico, si susseguono come cornice attorno all’immagine centrale di San Domenico”. "Ecco il primo esempio: racconta di una certa Angela Theriu, di Sternatia, ventottenne, dichiarata 'ossessa del demonio', a cui il sacerdote pratica l’esorcismo per liberarla… e difatti notiamo quella sorta di pipistrelli che le fuoriescono dalla bocca… il prete è riuscito nella pratica!" "Qui invece vediamo raffigurata una donna di Lequile anch’essa 'spiritata', anzi, che addirittura 'teneva una compagnia di demoni'. Anche in questo caso il male fugge, grazie all’intervento del sacerdote, aiutato dalla Madonna Annunziata". "Nell’immagine sopra (chiesa matrice di Corigliano d’Otranto) un esorcismo viene praticato stavolta non sopra una sola persona ma sull’intera cittadinanza. Succedeva anche questo all’epoca! Come leggiamo anche nel prezioso libro di Antonio De Ferrariis, detto il Galateo (De Situ Iapygiae), vissuto a cavallo fra 1400 e 1500, il Salento è una regione che 'produce cavallette. Esse superano i confini della penisola, sono una calamità tipica di questo territorio: sono animali che devastano ogni cosa, tutto divorano e distruggono, non vi è nulla che sopravviva al loro passaggio, come sogliono fare i nemici. Neanche gli alberi risparmiano, talvolta'. Possiamo ben immaginare la paura e la disperazione delle genti che allora coltivavano la terra. Ecco dunque il motivo dell’esorcismo che si vede raffigurato in questa tela, evidenziato nel particolare più in basso dell’opera (foto sotto). Continua Alessandro Romano: "Tutta la cittadinanza di Corigliano è in processione, dietro il clero, e la vediamo nel momento in cui rientrano nelle mura cittadine (interessante anche notare la città medievale), dopo aver fatto un giro nei campi, e praticato i riti per scongiurare l’arrivo delle locuste! Nella tela si notano, in alto, San Nicola, che è il protettore della città, accompagnato da San Trifone, che è per così dire il Santo 'specializzato' nella protezione contro le locuste! Per restare al Galateo, riportiamo un altro stralcio del suo libro che ci conduce verso un altro aspetto sinistro… 'questa provincia genera gente assai tranquilla e per nulla assetata di sangue umano, ma ad alcuni sembra che la natura abbia guastato i suoi doni. Essa infatti fece nascere qui una specie di ragno pericolosissima, gli effetti del cui veleno possono essere inibiti dal suono dei flauti e dei tamburelli: non lo avrei ritenuto possibile, se non lo avessi visto di persona, facendone esperienza moltissime volte… c’è anche quel maligno serpente dei monti della Calabria'. Il fenomeno del tarantismo si ritrova dunque anche in queste antiche tele, ben prima che il fenomeno fosse letto in chiave scientifica attraverso la lente dell'antropologia. "Siamo giunti allora nell’esorcismo più famoso di questa terra" aspiega Romano "quello del tamburello contro il ragno!" "La cappella di San Paolo, a Galatina, ospita la tela che raffigura il Santo, appunto, mentre aiuta un uomo morsicato. Ai piedi di quest’ultimo (lo vediamo meglio nella foto sotto) notiamo gli animali che scatenavano la 'malattia' di questi uomini e sopratutto donne, che venivano morsi nelle campagne: il ragno, lo scorpione ed il serpente" "Anche Giurdignano custodisce un altro affresco di questa fatidica tela del ragno… posto sotto il menhir San Paolo"... …"una tela che ricorda molto quella che sovrasta la scena dell’indemoniata salvata da San Francesco di Paola, raffigurata nello stupendo altare posto all’interno della Basilica di Santa Croce a Lecce"… …"una scena, quella della donna che si divincolava forsennatamente fra le braccia che la serravano, ripetutasi per secoli, in questo angolo solare del Mediterraneo visto attraverso la sua anima nera". "Nella foto dell’archeologo Stefano Cortese rivediamo ancora San Francesco di Paola in azione durante uno dei suoi miracoli, in una scena dipinta dal grande pittore gallipolino Giovanni Andrea Coppola e custodita all’interno della chiesa di Sant’Agata (Gallipoli): si vedono benissimo i diavoli uscire dal corpo di quelle tre fanciulle, dipinte in toni più scuri, preda del maligno. Lo studioso Gigi Manni ha messo in evidenza come nel Medioevo ci fossero persone che svolgevano una vera e propria 'professione' dell’occulto. Ed ha ritrovato negli archivi storici un processo seicentesco intentato contro Leonarda Castellano, 'macara' di Soleto, una strega, che effettuava a pagamento stregonerie e fatture contro malcapitati. Un processo svoltosi nelle prigioni del castello di Gallipoli, che non portò poi a condanna della donna perché quest’ultima riuscì misteriosamente a fuggire. Una storia, come chissà quante altre, da mettere insieme ed approfondire!" Fonte: Salento a colory
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