Cronaca Economia e lavoro Politica Casarano Copertino Galatina Gallipoli 

Sicurezza sul lavoro, oggi sciopero nazionale dei metalmeccanici

Due morti sul lavoro in poche ore: Fim, Fiom e Uilm incontrano il Prefetto per chiedere condizioni di lavoro più favorevoli. I sindacati Fim, Fiom e Uilm dichiarano un’ora di sciopero ...

Due morti sul lavoro in poche ore: Fim, Fiom e Uilm incontrano il Prefetto per chiedere condizioni di lavoro più favorevoli. I sindacati Fim, Fiom e Uilm dichiarano un’ora di sciopero nazionale a fine turno di lavoro per la giornata di mercoledì 21 settembre, invitando le Rsu a realizzare assemblee in tutti i luoghi di lavoro.  “Sosteniamo con ogni mezzo lo sciopero nazionale di un’ora proclamato da Fim, Fiom, Uilm. È il momento non più di chiedere, ma di pretendere garanzie concrete per la sicurezza dei lavoratori, affinché di lavoro, finalmente, si possa solo vivere e non morire, come purtroppo è tragicamente successo a Giacomo. Le litanie del giorno dopo, gli annunci epocali e le frasi ad effetto, le lasciamo volentieri ad altri”. Aldo Pugliese, segretario generale della UIL di Puglia, ricorda come il lavoratore deceduto sul nastro trasportatore dello stabilimento siderurgico appartenesse “a un’impresa, la Steel Service, che annovera circa 190 dipendenti e che, assieme ad altre aziende dedite alle pulizie industriali come la Semat o la Semat Engineering, fanno parte del gruppo bresciano Trombini, da oltre vent’anni – ovvero dai tempi della gestione Riva – nell’appalto, un chiaro segnale di continuità con un passato nefasto per l’Ilva. Un’azienda, tra l’altro, che svolge attività che non richiedono alcuna specializzazione e nessun know how, che potrebbero essere tranquillamente assegnate a realtà locali, con conseguenti maggiori garanzie e sicurezze per i lavoratori. Facile dire che ‘l’azienda è vecchia e decrepita’: eppure ci chiediamo come mai tanti commissari che si sono succeduti in questi anni alla guida dell’Ilva o la stessa Confindustria non abbiano speso una parola o non abbiano effettuato neanche un controllo serio sulla costellazione di aziende che affollano l’appalto del più grande stabilimento siderurgico d’Europa. Intanto, a Taranto, così come nel resto d’Italia, si continua a morire sul posto di lavoro”. Dall'inizio del 2016, in Italia sono circa 500 i morti sul lavoro, senza contare i casi ignoti ai dati ufficiali. Solo negli ultimi giorni, a distanza di poche ore una dall'altra, la morte di un lavoratore all'Ilva di Taranto e quella di un lavoratore dell'Atac, azienda dei trasporti romana. Queste morti non sono mai la conseguenza della fatalità, ma sempre della mancanza di rispetto delle imprese per le procedure e le regole di sicurezza e, in generale, dell’inadeguatezza dei sistemi di prevenzione tali da assicurare effettive garanzie per i lavoratori. Nel territorio provinciale, pur di garantire un reddito alle proprie famiglie, i lavoratori si vedono costretti ad accettare condizioni di rischio e pericolo costante sui posti di lavoro, perché la crisi ha profondamente minato il sistema di tutele, di prevenzione e protezione. Una situazione che lede la dignità di tutti i cittadini e pone i lavoratori davanti a un drammatico ricatto occupazionale: o si accettano queste condizioni oppure non si lavora. Film, Fiom, Uilm confermano il loro impegno perché sia garantita salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e dichiarano contrarietà a qualsiasi intervento che peggiori le norme sulla sicurezza. (foto di repertorio) Foto: Barisette. 

Potrebbeinteressarti