Sanità Casarano Copertino Galatina Gallipoli Lecce Maglie Screening oncologici, a fare prevenzione sono i pugliesi benestanti Obesi, ipertesi e diabetici: i pugliesi non se la passano benissimo ma se qualcuno chiede come va dicono il contrario. ll report Passi mostra una realtà preoccupante: gli screening sono roba da... 28/06/2016 a cura della redazione circa 3 minuti Obesi, ipertesi e diabetici: i pugliesi non se la passano benissimo ma se qualcuno chiede come va dicono il contrario. ll report Passi mostra una realtà preoccupante: gli screening sono roba da ricchi. Il vero dato allarmante è che a presentarsi all'appuntamento con la prevenzione sono maggiormente le persone con reddito e livello di istruzione alto. Chi ha difficoltà economiche o un diploma che si ferma al più alle medie, non approfitta nemmeno degli screening che le Asl predispongono. Del resto, emerge sempre dal rapporto PASSI, sullo stato di salute dei pugliesi, poche volte c'è qualcuno tra gli operatori che ricorda ai pazienti quanto sia importante la prevenzione. La Puglia galleggia, non registra performance differenti rispetto al resto d'Italia, ciò non toglie che l'argomento è delicato e va approfondito. Tanto da indurre la Regione a pensare al ritorno di un Centro screening regionale o, comunque, ad incrementare in maniera importante l'informazione sull'argomento. Tre i dati che allarmano maggiormente: pap test, mammografie e colon retto. Nel primo caso ad effettuare il test del tumore della cervice uterina è il 70% delle donne. Un dato positivo, certo. Il punto, però, è che di queste solo il 30% effettua lo screening nelle strutture pubbliche. Tutte le altre preferiscono un percorso privato (le donne con reddito alto, appunto, e con livello di istruzione superiore). La Asl di Lecce e quella di Bari sono quelle che, in Puglia, registrano il numero maggiore di accessi dopo l'invio della lettera informativa, quella di Brindisi, invece, si ferma al 10%. Non è molto differente per la mammografia, necessaria per diagnosticare prematuramente un tumore alla mammella. Il 63,5% delle donne tra i 50 e i 69 anni effettua l'esame come da programma, ma di queste solo il 37% aderisce allo screening organizzato dalla Asl del territorio. Nel dettaglio: a Brindisi il 73,6% ma il 23% paga privatamente, nella asl di Bari il 70,6% delle donne si sottopone a mammografia ma il 37,3% per proprio conto, nella Bat il 65,1% di cui il 24,4% percorre la strada autonoma, a Taranto il 62,2% delle donne ma di queste il 21,8% procede autonomamente, a Lecce, infine, il rapporto è 58,% a 15,8%. Il problema più serio è sulla prevenzione del tumore al colon retto: solo i 13,3% dei pugliesi ha mai proceduto ad un controllo. Il punto, in questo caso, è il ritardo con cui le uniche due Asl che lo prevedono, lo hanno introdotto. E il cancro al colon retto è la seconda causa di morte per patologie oncologiche, secondo solo al tumore ai polmoni per gli uomini e alla mammella per le donne. Il campione analizzato, composto da oltre 8500 persone ha permesso di sondare anche sugli stili di vita dei pugliesi. E il quadro che emerge permette di stabilire che tutti hanno almeno un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari: il 20,5% dei pugliesi è iperteso, il 19,8% ha alti livelli di colesterolemia, il 4,6% ha il diabete. E per completare il quadro: uno su due è obeso, oltre il 25% conduce una vita sedentaria, fuma, è depresso, beve o si è messo alla guida dopo aver bevuto. Ecco perché il direttore del Dipartimento Salute, Giovanni Gorgoni, è intenzionato ad imprimere l'accelerata alla riconversione dei 31 ospedali chiusi: "Svuoteranno gli ospedali, saranno la Sanità del futuro". Quelle strutture, infatti, saranno specializzate nell'assistenza delle patologie croniche che più di tutte dipendono da quanto detto sin qui e che più di tutte affollano gli ospedali, ovvero bronchite cronica ostruttiva (bpco), diabete e scompenso cardiaco. Accanto a ciò sarà incrementata l'informazione sull'importanza della prevenzione, ma - ha chiarito Gorgoni - "il tempo dei volantini è finito". Una consolazione? Pochissimi i pugliesi che si ostinano a non usare il casco e a non mettere la cintura di sicurezza (anteriore) in auto. Fonte: BariSette.
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