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Dalla preistoria a oggi: la cripta è in una grotta nel cuore del Salento

Posto sopra un’altura, in aperta campagna, sulla strada che congiunge Ruffano a Casarano, sulle Serre salentine, si nasconde un luogo affascinante, ricco di storia ed arte, incastonato in uno sp...

Posto sopra un’altura, in aperta campagna, sulla strada che congiunge Ruffano a Casarano, sulle Serre salentine, si nasconde un luogo affascinante, ricco di storia ed arte, incastonato in uno splendido scenario naturale: la cripta del Crocifisso. Nota anche come cripta di Santa Costantina, è un ambiente ipogeo naturale, abitato sin dalla preistoria, come dimostrano i graffiti scudiformi sulle sue pareti. Poi, attorno all’anno Mille, qui fiorì una comunità monastica, prima in grotta, e poi in superficie, della cui ultima frequentazione sono rimasti i ruderi di quello che era un convento Olivetano. Il paesaggio è veramente suggestivo, l’aria pulita ed il panorama ampio e verde. Prima di scendere nella cripta-grotta, ammiriamo i resti del convento superiore di cui c’è qualche ambiente ed anche un particolare curioso: due mascheroni, che ricordano i mostri dell’iconografia cinese fanno da capitelli alle arcate. Appena si entra nella cavità, l’aura sacra subito pervade il nostro ingresso una Trinità accoglie il pellegrino, col Padre, lo Spirito Santo (sotto forma di colomba) e il Figlio crocifisso ma il Crocifisso da cui prende il nome la grotta è quello, molto più antico, che si trova in una delle due cavità attraverso le quali l’ambiente ipogeo si biforca un Cristo dalla fisionomia e lo stile che ricorda molto le opere di Giotto. L’affresco è stato realizzato utilizzando anche uno spuntone naturale della roccia per ottenere l’inarcamento del corpo di Gesù, nella crocifissione. Poi si arriva nella seconda cavità, oggi abbellita con una Natività moderna. Un altare seicentesco precede i due ambienti; fra gli altri affreschi, nella grotta ci sono anche San Giovanni Apostolo, Maria Addolorata, Santa Costantina insieme ad altre scene minori, e soggetti non più riconoscibili. Fra gli affreschi seicenteschi, si possono apprezzare anche personaggi nei quali si ritrovano i vestiti tipici dell’epoca.  Un luogo dove accaddero miracoli, uno certificato nel 1688; un posto dove il culto non è mai finito e ancora oggi accoglie comunità di pellegrini e fedeli. Una zona che, come si diceva, è stata abitata da sempre. Nei pressi, un’altra grotta naturale, nota come “della Trinità”, o “dell’Eternità”, si apre nelle viscere della terra, casa degli uomini preistorici, ma anche di monaci, in epoca medievale, come testimoniano i resti, ormai quasi illeggibili, degli affreschi in essa presenti. Il tutto, a pochi metri da un monolite, che si affaccia anche esso sulla pianura sottostante, ritirato nella solitudine pacifica e silenziosa di questa serra incantata. La cripta è curata da un’Associazione, che organizza anche piccoli eventi per tenere desto il ricordo di questo luogo per le future generazioni. Fonte: salentoacolory.it

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