Ad Otranto, nel castello aragonese, la personale dell’artista che vuole essere un viaggio al centro del concettuale, tra foto e immagini iconiche, che raccontano la guerra e la follia umana con gli effetti degenerativi della tecnologia.
S’intitola “Questa mostra non vuole offendere nessuno” la personale dell’artista Marco Biscardi, ospitata fino alla fine d’agosto nel castello aragonese di Otranto. Un viaggio al centro del concettuale, in cui Biscardi rielabora sia proprie fotografie, sia immagini iconiche, catapultandole in un universo parallelo, in una sorta di luogo - non luogo, dove la tecnologia bombarda e nelle città, ancor più alti dei grattacieli, svettano gli emblemi della comunicazione e del progresso.
Biscardi segna così il suo ritorno nella città dei Martiri, a distanza di un anno dalle due mostre organizzate la scorsa estate, scegliendo di rivisitare la guerra e la follia umana.
Nel voler spiegare il perché della scelta di tale titolo, l’artista rinuncia alla parola “provocazione”, fin troppo sbandierata e riciclata nel panorama dell’arte contemporanea. La sua proposta semmai risulta un invito al curiosare, un'esca per spingere i visitatori ad entrare nella sala circolare, situata sulla terrazza dell’antico maniero otrantino, in un sottile gioco psicologico che coinvolge lo sguardo dell’interlocutore.