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Bike sharing, il servizio si ferma ancora. La mobilità sostenibile resta un’idea

Nel silenzio generale, da febbraio il progetto di stazioni cittadine con bici che devono favorire la mobilità sostenibile, si blocca: l’ufficio traffico davanti alla scarsa utenza e risch...

Nel silenzio generale, da febbraio il progetto di stazioni cittadine con bici che devono favorire la mobilità sostenibile, si blocca: l’ufficio traffico davanti alla scarsa utenza e rischio di atti vandalici, ferma tutto come già in passato. Ma la vicenda lascia perplessi. Tanto rumore per nulla. Potrebbe raccontarsi e riassumersi così la storia del bike sharing a Lecce, ovvero il servizio di mobilità alternativa che avrebbe dovuto col meccanismo della “condivisione di bici” nei luoghi pubblici favorire lo sviluppo di città più sostenibile. Meno traffico, più ambiente e salute. Parole riprese, ribadite in più occasioni dall’amministrazione comunale per sottolineare l’impegno nella diffusione di un servizio visto anche come una buona pratica. Tutto, grazie ad una bici appostata ad una colonnina e ad una tessera magnetica da acquistare in un info point. Ebbene, nonostante la riapertura nell’aprile scorso di “Bicincittà” con l’installazione di altre undici stazioni in tutta la città, lo bike sharing leccese si ferma ancora, anzi si è già fermato. Da febbraio, tutto fermo. Solo che questa volta da “tanto rumore per nulla” si è passati a “qualcosa che avviene sotto silenzio”. Nessuna comunicazione ufficiale da parte dell’ufficio traffico di Palazzo Carafa, responsabile del servizio, eppure le colonnine hanno smesso di funzionare. A domanda diretta, dall’ufficio hanno risposto che si tratta di una misura cautelare per evitare atti vandalici e furti (a proposito, ma le colonnine non dovevano essere video sorvegliate proprio per prevenirli?), nata dalla constatazione che il servizio, in questo periodo, sia poco utilizzato. Una sorta di resa rispetto agli annunci ambiziosi che avevano pure accompagnato la riapertura del bike sharing, dopo una precedente ed ulteriore chiusura per diversi mesi. In quella occasione, l’assessore al traffico Luca Pasqualini aveva chiarito come fosse stato necessario apportare alcune correzioni al servizio. A questo punto, sarebbe giusto chiedersi se non sia più coerente renderlo solo stagionale, visti i problemi riscontrati. Il dato di fatto, però, è che questo ennesimo stop, dimostra ancora una volta che qualcosa non ha funzionato e che dover ricorrere a pause per eventuali correzioni non possa permettere al bike sharing di prendere piede e crescere. Una valutazione più ampia poi dovrebbe tener conto del perché evidentemente il servizio non stia funzionando, se per una questione di costi o per la difficoltà culturale dell’utenza leccese a liberarsi dalla dipendenza dei mezzi a motore. C’è anche da verificare quanto lo stesso Comune faccia in termini di promozione per scardinare abitudini consolidate e agevolare gli spostamenti in città sulle due ruote. Nei mesi scorsi da Palazzo Carafa avevano professato di “credere” alla mobilità sostenibile. Ma credere senza analizzare e praticare rischia di risultare fideismo fine a se stesso. Mauro Bortone

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