Cronaca Gallipoli 

"Comprano" donne in Bulgaria per ridurle in schiavitù: arrestata banda di sfruttatori

In manette una banda di sfruttatori bulgari: "compravano" le donne e le riducevano a schiave del sesso. Hanno anche cercato di riprendere una vittima che aveva avuto il coraggio di denunciar...

In manette una banda di sfruttatori bulgari: "compravano" le donne e le riducevano a schiave del sesso. Hanno anche cercato di riprendere una vittima che aveva avuto il coraggio di denunciare. L'ennesima brutta storia di donne ridotte a schiave del sesso arriva dal Salento. I carabinieri hanno assicurato alla giustizia una banda di sfruttatori bulgari, una donna e due uomini, che prativano la tratta delle donne. "Compravano" difatti le giovani vittime in Bulgaria, quasi fossero merce, per 800 euro e poi le portavano in Italia e le costringevano a prostituirsi. Il traffico di vite umane è stato scoperto grazie alla denuncia di una vittima e a delle intercettazioni casuali. Tutto ha inizio quando i carabinieri effettuano dei controlli in una delle strade del sesso e identificano alcuni sfruttatori. Scattano così i servizi di intercettazioni che, grazie ai riscontri di qualche giorno successivo, portano ai risultati sperati. La compagnia di Gallipoli ferma difatti una donna di 33 anni costretta a prostituirsi: la sua coraggiosa denuncia della terribile condizione permette poi agli inquirenti di riannodare i fili della complicata rete di sfruttamento nel Salento. Come da prassi, la ragazza viene quindi affidata ad una struttura di accoglienza, ma i suoi aguzzini, anzichè desistere, considerandola un oggetto di loro proprietà, cominciano a mettere in atto un piano per riappropriarsi della donna. Dapprima fanno pressioni sull'interprete, bulgara anch'essa, perchè dicesse loro dove fosse nascosta, poi, non riuscendo nell'obiettivo, cominciano a cercare informazioni nella comunità. Grazie alla rete di conoscenze e ai social network, i tre  - che non riuscivano ad individuare la residenza protetta - vengono a sapere però che la donna avrebbe fatto ritorno in Patria con un pullman il 12 ottobre. La donna del gruppo criminale, Giorgieva Emiliya, raggiunge quindi la vittima e sotto minaccia la convince a prendere un treno per Brindisi, dove nel frattempo i due aguzzini - Tsvetanov Tsvetan e Georgiev Aleksandar - la stavano aspettando. Fortunatamente però i carabinieri erano a conoscenza di quanto stava avvenendo, così hanno prima fermato la Georgieva in stazione e poi si sono messi sulle tracce dei due uomini. I complici difatti, non avendo notizie della Georgieva e non vedendo arrivare la vittima, capendo che qualcosa non aveva funzionato si erano dati alla fuga nelle campagne di Squinzano, dove avevano abbandonato l'auto. Il giorno successivo sono però stati intercettati in un'abitazione di Presicce, prima che si dessero alla definitiva fuga. I militari, al momento dell'irruzione, hanno trovato gli uomini alle prese con i bagagli. Erano diretti in Calabria. I tre, Giorgieva Emiliya di 38 anni, il marito Tsvetanov Tsvetan di 40, e Georgiev Aleksandar di 27, sono stati arrestati con l'accusa di riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione. L'operazione "Robinia" - schiava in bulgaro - è stata portata a segno dai carabinieri di Maglie su ordine della Pm Carmen Ruggiero.

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