Cronaca Lecce Dramma della solitudine: clochard perde la vita a due passi da piazza Mazzini Dramma sotto gli occhi dei passanti a Lecce: un clochard, soccorso dai sanitari per delle ferite al volto, muore in strada poche ore dopo. Era diventato una figura familiare per i tanti frequ... 01/09/2014 a cura della redazione circa 3 minuti Dramma sotto gli occhi dei passanti a Lecce: un clochard, soccorso dai sanitari per delle ferite al volto, muore in strada poche ore dopo. Era diventato una figura familiare per i tanti frequentatori del centro di Lecce. In silenzio, ogni giorno più o meno alla stessa ora, riponeva le sue poche cose sotto un porticato a due passi da Piazza Mazzini, nei pressi della vetrina scintillante di un negozio, e si metteva a dormire. Solo da qualche giorno, in seguito ad un diverbio con un commerciante, aveva "cambiato casa", spostandosi nella Galleria Mazzini. Ma questa notte intorno all'una il dramma. L'uomo, Sergio De Vergori di 64 anni, è stato ritrovato senza vita per strada. La prima chiamata al 118 intorno alle 20.30, in via Galilei. Un passante lo aveva notato riverso in terra con delle ferite alla testa, ma nonostante gli fosse stato consigliato il ricovero in ospedale, l'uomo aveva rifiutato di passare la notte nel chiuso del nosocomio. Era così tornato nella sua "dimora": per letto, il duro pavimento; per tetto, un cielo di stelle. Poi una nuova chiamata alle 22.30. Alcune ragazze lo avevano notato nei pressi della scuola Cesare Battisti. "Abbiamo chiamato il 118" raccontano adesso sconfortate "ed i sanitari e i carabinieri ci hanno spiegato che era già stato visitato. Dopo 5 minuti è arrivata comunque una pattuglia dei carabinieri. I militari lo ha avvicinato e hanno cercato di capire come stesse. Ma lui, visibilmente in stato confusionale, ha solo chiesto di essere portato a casa, in piazza Mazzini, spiegando che si era ferito cadendo. Poi probabilmente è arrivata di nuovo l'ambulanza. Noi eravamo andate via nel frattempo, ma abbiamo visto un mezzo di soccorso andare in quella direzione". Per poi aggiungere: "Certo, c'era tanta gente e lui era in una pozza di sangue. Nessun altro si è fermato". L'epilogo all'una, quando lo ha trovato un operatore di polizia accasciato in terra nei dintorni di piazza Mazzini. Questa volta gli operatori del 118 non hanno potuto far altro che costatarne il decesso, avvenuto presumibilmente per arresto cardio circolatorio. Sergio, nonostante stesse male, era tornato in quella che reputava la sua casa. Adesso sono in corso gli accertamenti del caso per comprendere le esatte ragioni del decesso. La salma, portata nella camera mortuaria del Fazzi intorno alle 4 di questa notte, rimane a disposizione dell'Autorità Giudiziaria. Di questa ennesima brutta storia, accaduta sotto gli occhi di una città ancora stordita dalla stagione turistica e dalle luminarie di Sant'Oronzo, rimane il ricordo di un uomo mite, invisibile per tanti. Chi lo conosceva e lo seguiva da tempo, come i volontari della Croce Rossa o i City Angels, usa lo stesso aggettivo per definirlo: "dignitoso". Leccese, con alle spalle una storia di separazione dalla moglie e dai due figli, da tre anni era stato marginalizzato, passando da una vita ordinaria alla strada. L'alcool, o meglio solo la sua amata birra, era la sua compagna di vita. Lontano il ricordo di quando tutto era normale - un lavoro da magazziniere, una famiglia - adesso soffriva dei problemi legati all'alcolismo e portava sulla pelle i segni della strada. "Sergio cercava di passare inosservato" racconta Mario Ferro, responsabile dei City Angels, "per questo non voleva creare problemi a nessuno nè elemosinare nulla. Un giorno un suo conoscente lo aveva ripulito, ofrendogli una notte in un B&B, ma lui, vestito di tutto punto, aveva preferito ancora la strada, la sua strada. Di lui non potrò dimenticare mai il nostro primo incontro: mi avvicinai presentandomi e chiedendogli se potessi essergli utile. Lui si alzò, mi strinse la mano, e mi rispose: 'Posso invece io essere utile a lei?'". mp
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