Società Lecce 

Lavoratrici, la realtà delle donne scende in piazza e si fa teatro

Ippolito Chiarello illustra lo spettacolo “Lavoratrici”, in scena nelle piazze di Lecce lunedì 25: venti donne si raccontano e raccontano la storia di una vittima della violenza. ...

Ippolito Chiarello illustra lo spettacolo “Lavoratrici”, in scena nelle piazze di Lecce lunedì 25: venti donne si raccontano e raccontano la storia di una vittima della violenza. La storia di una donna, anzi di due. Lo spettacolo teatrale di Ippolito Chiarello, “Lavoratrici”, non è solo 'messa in scena'. È invece un'occasione per portare a galla la realtà di ogni donna che ogni giorno, con gioia o con fatica, deve imparare il difficile lavoro dell'equilibrista, in bilico tra lavoro e famiglia. In occasione della giornata mondiale contro la violenza di genere, lunedì 25 novembre venti donne – attrici e non – diventeranno la cassa di risonanza di storie di vita. A partire dalla propria esperienza, fatta di quotidiano, di allegria, di manie e di drammi, intrecceranno le proprie esistenze con quelle di altre donne vittime di violenza sul posto di lavoro. Il progetto, arrivato alla sua seconda edizione, è partito già lo scorso 18 novembre e sfocerà nello spettacolo del 25. Ideato da Ippolito Chiarello, condiviso con le associazioni che operano all'interno della Scipione Culture House, gode del patrocinio del Comune di Lecce e del sostegno dell'Ufficio della Consigliera di Parità provinciale. “Il lavoro è soprattutto un percorso di riflessione sul tema” ha raccontato Chiarello “con le venti donne per tutta la prima parte del progetto abbiamo condiviso questa esperienza di ricerca per trarne dei contenuti. Ogni donna ha poi scelto un'altra donna, inconsapevole protagonista di un caso di cronaca recente, per donare un pezzo di sé e ridare voce a chi non l'ha più”. Attraverso le attrici , dunque gli spettatori incontreranno e ascolteranno le storie di queste altre donne, vittime di femminicidio. “Lo spettacolo però non vuole trattare il tema solo in chiave drammatica” continua Chiarello. “Ci sarà spazio per i desideri, per la felicità, persino per il racconto delle manie di ciascuna, per la vita insomma. Sarà caratterizzato da momenti più leggeri ed altri invece decisamente toccanti. Sono anni che mi occupo di questo tema” conclude “e a chi si sorprende che la regia sia di un uomo, rispondo che invece proprio gli uomini dovrebbero essere coinvolti in questo processo di cambiamento”. Le piazzette intorno alla centrale piazza Santo Oronzo a partire dalle 21 diventeranno dunque palcoscenici. Altrettanti tavolini saranno sistemati sull'ovale della lupa dove ad attendere le donne ci saranno alcuni uomini. Le attrici, partendo dall'Ammirato Culture House - trasportando in alto delle sedie, quasi trasportassero l'altra donna che rappresenteranno - si sposteranno poi prima nelle piazzette per mettere in scena delle piccole rappresentazioni, poi in piazza Sant'Oronzo. Qui gli spettatori seduti al tavolo- a rappresentare l'intimità del momento, che può celare anche la violenza domestica, come la cronaca insegna - potranno apprendere dalle loro voci le loro storie e le storie delle donne cui le attrici prestano la voce. Contento di questo lavoro - originale e impegnativo, pensato per avvicinare il linguaggio teatrale e dell'arte alla gente, pur trattando le tematiche del lavoro legate più strettamente alle discriminazioni, alle molestie e violenze di genere sui luoghi di lavoro - è anche il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, che ha dichiarato: “Sono felice per due motivi. Innanzitutto perché si continua a realizzare una realtà oramai consolidata in città come il Centro culturale ‘Scipione Ammirato’, capace di realizzare idee e iniziative effervescenti sul piano culturale, segno che avevamo colto nel segno quando abbiamo deciso di affidarlo ad alcune associazioni giovanili. E poi perché grazie a questo progetto vien lanciato un messaggio sociale al di fuori dei consueti canali informativi i quanto si tratta di un progetto di formazione basato su un’attività culturale. La cultura, non è fine a se stessa ma rappresenta il capitale sociale della nostra comunità”. mp  

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