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“Laforgia? Appartiene al passato. E deve dimettersi”

È l’opinione di Manfredi De Pascalis, rappresentante Cgil nell’Università del Salento, che sottolinea: “All’inaugurazione dell’anno accademico il rettore no...

È l’opinione di Manfredi De Pascalis, rappresentante Cgil nell’Università del Salento, che sottolinea: “All’inaugurazione dell’anno accademico il rettore non ci ha invitato”. La scorsa settimana è stato inaugurato il nuovo anno accademico dell’Università degli Studi del Salento, dopo gli scandali che hanno caratterizzato l’ateneo negli ultimi mesi; l’atmosfera è però ancora pesante, tanto è vero che la cerimonia ha registrato l’assenza dei sindacati, tra cui Manfredi De Pascalis, il rappresentante Cgil che ha presentato in Procura le registrazioni della sua conversazione insieme al direttore amministrativo Miccolis. De Pascalis, perché non avete presenziato all’inaugurazione dell’anno accademico? Semplicemente perché non siamo stati invitati. Prima dell’arrivo di Laforgia, i sindacati a turno intervenivano durante queste cerimonie, ma dopo il suo insediamento il rettore ci ha prima tolto questo diritto assegnandolo al coordinatore della Consulta del personale tecnico e amministrativo, comunque un rappresentante dei lavoratori, mentre quest’anno anche a quest’ultimo è stata negata questa possibilità. Laforgia ci ha quindi oscurati, forse spaventato dalle nostre critiche. Avreste però potuto partecipare anche senza invito. Lo avremmo fatto solo in presenza del ministro, al quale avremmo chiesto di adoperarsi per convincere Laforgia a dimettersi; lui è la causa di quanto accaduto e le sue dimissioni rappresentano l’unica soluzione; sarebbero un atto di responsabilità che rasserenerebbe tutta la situazione e che aprirebbe le porte ad un dialogo ampio con il quale ricostruire un tessuto di civile convivenza. Qual è la principale colpa di Laforgia? È sempre stato refrattario al confronto e alle regole democratiche. Ha una visione tecnocratica, in cui solo chi gode della sua fiducia può avere un ruolo importante nella vita accademica. Gli altri vengono invece esclusi. L’immagine dell’ateneo però è stata danneggiata. Cosa si può fare per ristabilirne la reputazione?  Il nostro pensiero va ai cittadini e soprattutto agli studenti. Le loro preoccupazioni sono anche le nostre. Ciò che serve non è tanto il trasferimento del potere da un rettore all’altro, quando passare da un sistema verticistico ad un sistema democratico condiviso e partecipato da tutta l’Accademia, in cui gli studenti faranno sentire forte la propria voce e dove ci si potrà confrontare liberamente ed esercitare il diritto di critica senza aver paura di querele o provvedimenti disciplinari.  Cosa faranno i sindacati? Abbiamo già pensato a dei seminari di approfondimento e discussioni e stiamo pensando al futuro perché per noi Laforgia fa parte del passato. Vogliamo ricostruire tutto, sviluppando un dibattito sulla democrazia e revisionando lo statuto, pensato dal rettore proprio per accentrare il potere nelle mani dei singoli. Continueremo a vigilare  sulla regolare attività accademica come abbiamo fatto negli ultimi 5 anni denunciando la non regolare assegnazione degli incarichi “ad personam”.  Alessandro Chizzini (fonte: Belpaese - foto: Brindisireport.com) 

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