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Tutti i sogni di Alf: intervista all'operaio-poeta Cristoforo Micheli

Quasi operaio poeta, conosciuto e amato nel Salento per le istanze che da sempre porta avanti in difesa dei diritti operai e sociali, Cristoforo Micheli, in arte Alf, ha da poco pubblicato il suo disc...

Quasi operaio poeta, conosciuto e amato nel Salento per le istanze che da sempre porta avanti in difesa dei diritti operai e sociali, Cristoforo Micheli, in arte Alf, ha da poco pubblicato il suo disco d’esordio “Tutti i sogni sono uno”, firmato dall’etichetta 11/8 records e promosso con il sostegno di Puglia Sounds. Giovedì 15 novembre, dalle 21, sarà alle Officine Ergot di Lecce per parlare del suo disco in compagnia del trombettista Cesare Dell’Anna e dello scrittore Giuseppe Semeraro. “Tutti i sogni sono uno” sembra una festa. La festa di un gruppo di amici e artisti che vivono insieme un'esperienza da anni. Questa coesione traspare anche dal booklet del cd. Ci racconti un po' l'esperienza Albania Hotel e 11/8 dal tuo punto di vista? Come nasce l'idea del progetto? Effettivamente, è una festa di amici che dura quasi da vent’anni. Frequentare l’Albania hotel è stato a dir poco "didattico", nel senso che Cesare ha sempre invitato chiunque ad esprimersi liberamente. Io ero e sono un bluesman e quindi mi sono buttato nella mischia. Da questi miei interventi è nata l’idea di produrre un qualcosa di tipicamente “Albania hotel” con i testi rimescolati di Giuseppe Semeraro, la musica di Cesare, un po’ del mio blues... e le mie urla disumane. Da molti anni sei sul palco ad aprire i concerti dei progetti di Cesare dell'Anna. Adesso ritorni nella dimensione di cantante. Quali sono le differenze? La differenza è che ora posso far vedere alla gente che c’è qualcosa oltre il narrato, oltre il voler informare e dare voce a chi non ne ha. Cantante è una parola grossa, uso la voce direi. I testi nascono dal confronto con alcuni autori salentini (e non solo). Cosa racconti nel disco? Nel disco ci sono i ricordi all’Albania hotel, le lunghe chiacchierate con Giuseppe Semeraro. Ho visto nascere e crescere i suoi scritti meravigliosi così vicini alla mia follia da farli miei e tradurli in sofferenze cantate. Ci mettevamo con Cesare a strimpellare e lui mi spiegava e insegnava e faceva uscire fuori la mia anima interpretativa quando ancora non avevo consapevolezza del possederla. Poi Maxim Cristan, grande amico, pazzo furioso e assetato di vita, di viaggio, sempre on the road, un po’ il mio Kerouac balcanico. Ha scritto per me “Dea Italia” che io ho subito trasformato in “Buzzurro”, in pieno stile Fanculopensiero, suo romanzo d’esordio. Infine, l’uomo del caso: Govanni De Nicolò. Da un suo scritto nasce il singolo “Tutti i sogni”, una vera rivelazione poetica forse il più pazzo fra noi ma assolutamente geniale. Dal punto di vista musicale il disco è una vera e propria esplosione di sonorità diverse. Cesare dell'Anna ha lavorato su diversi stili, realizzando un vero e proprio meltin' pot. Tu, musicalmente, come ti definiresti? Quali sono stati e sono i tuoi ascolti? Le sonorità sono tutte strettamente legate agli arrangiamenti che via via si andavano a delineare durante la lavorazione del disco. Suoni viziati sopratutto dalla vena artistica dei vari musicisti amici, tutti veramente affettuosi, che hanno voluto partecipare a quest’opera pura come il loro atteggiamento musicale che Cesare ha saputo gestire in modo magistrale passando nei vari stili e intingendone le canzoni. Tutti i musicisti sono transitati nei vari periodi all’Albania hotel lasciando traccia in me delle loro esperienze che io ho fatto mie. Un pensiero speciale ad Andrea Pupillo, siamo praticamente cresciuti insieme. Io, musicalmente, mi definisco indefinibile. Ho sempre ascoltato blues e, comunque, musica degli anni 50/60. Scimmiottavo Otis Redding e i Rolling Stones, fino a rimanere rapito follemente dai Doors. Poi è arrivato Dell’Anna. Il booklet è una suggestiva raccolta fotografica a firma di Marcello Moscara che racconta per immagini, l'esperienza di artisti e amici che hanno partecipato al progetto discografico, scandendo il viaggio in varie fasi, partendo dalla sua nascita nella casa/laboratorio Albania Hotel, per arrivare alle sale di registrazione della 11/8 Records. Alf, infatti, è l'evoluzione della storia di un luogo crocevia di teste pensanti, che si racconta, dopo molti anni e tanti concerti, in uno studio di registrazione. Tappa di sogni folli che diventano realtà e che si ricreano in un unico desiderio comune. Ci spieghi la dedica finale? È molto semplice: vorrei che il mio lavoro servisse a chi non ha voce. Continuerò comunque e sempre a difendere i più deboli, i bambini che muoiono per colpa delle guerre, chi perde il lavoro e le donne che vengono violate. Continuo ad essere un cavaliere errante, eroe delle tramontane di novembre.

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